Quando ho sfogliato per la prima volta il romanzo di Nadia Terranova mi è sembrato di rivivere le emozioni e lo stupore della prima volta in cui ho avuto per le mani la storia di Brian Selznic, La straordinaria invenzione di Hugo Cabret. Certo le trame sono diverse così come lo stile, eppure questa mescolanza di parole e immagini rende la lettura un’esperienza unica ed emozionante, che ti conquista.
Le illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio non sono a corredo o a sottolineare alcuni punti della narrazione, ma ne fanno parte integrante, sono un pezzo della storia narrato con un diverso codice. Mi piace che un pezzetto di questa storia magica si dipani come in un silent book, con tavole evocative e ricche da leggere tra una pagina scritta e l’altra, in cui perdersi è un attimo.
In una casa ai bordi di una città mitica, circondata da un giardino dove lo scirocco scompiglia i fiori di oleandro e le chiome degli agrumi, c'è un antico camino. E lì, fermo davanti a quel camino spento, c'è Antonio, un bambino in attesa del ritorno della madre, partita per proteggere il suo amore più grande: la Natura minacciata dagli uomini.
Ma che storia ci racconta l’autrice in questo romanzo? Il protagonista è Antonio, un ragazzino che sta trascorrendo un’estate molto particolare nella casa di famiglia in campagna. Con lui c’è il papà, Andrea, che prova a fa funzionare una quotidianità in cui il vuoto lasciato dalla mamma è presentissimo e pesante, anche se quasi non se ne può parlare. Alice è partita per una “missione” e ha lasciato i suoi cari, è andata a difendere un bosco, a cercare di salvare il tesoro che più di ogni altro merita la nostra attenzione e il nostro impegno: la natura. Nella lettera che ha scritto a suo figlio si firma come mamma Prometeo. Prometeo, colui che sfidò la volontà di Zeus e donò agli uomini il fuoco, e che pagò a caro prezzo questa sua ribellione. Come il Titano, Alice non può stare a guardare mentre si sta per consumare un’ingiustizia enorme, uno scempio, e decide di schierarsi e combattere.
L’elemento del fuoco, con il suo potere bivalente, che crea e distrugge, è una sorta di filo conduttore che ritroviamo anche nella figura che dà il nome alla storia: Scintilla. Chi è questa creatura che solo Antonio riesce a veder e che sembra comparire come per magia nel camino di casa? A metà tra un folletto e uno spirito, Scintilla, detta affettuosamente Scintidduzza, diventa una presenza importante per Antonio che nella sua compagnia trova un po’ di consolazione e un’amicizia inattesa.
Scintilla sembra un personaggio del folklore, uno di quegli spiriti domestici che nella tradizione si prendono cura del focolare e vanno curati portandogli cibo e mostrandogli rispetto. È ciò che fa Antonio, che si chiede anche dove vada Scintilla quando lui non la vede, dove abita di solito, si chiede se stia bene o abbia bisogno di qualcosa. Scintilla abita una dimensione altra, diversa, lontana eppure vicinissima. Sembra conoscere Antonio e il suo cuore, i sentimenti a volte contrastanti che lo abitano, eppure del nostro mondo non sa nulla. Si presenta ad Alice come volpe, la cui coda mi fa pensare ad una fiamma, e si fa ponte tra Antonio e sua madre, gli racconta ciò che lei non può dire e quello che vede del campo dove Alice si trova.
Ho amato moltissimo i simboli che costellano queste pagine. Non sono sicura fossero ciò che l’autrice aveva in mente, ma credo che la grande letteratura abbia il pregio di trovare nei suoi lettori i giusti tasti per far scattare pensieri, immagini e collegamenti: ecco il fuoco, che torna in Scintilla, nel suo camino, nella volpe, in Prometeo e in un incendio. Ecco la natura, potente nel suo lato libero come per il bosco e ammaestrata con amore e rispetto nel giardino di casa. Sembra quasi che l’amore che Antonio e suo padre mettono nella sua cura sia il riflesso di quello profondissimo che Alice ha per la Natura, come se quel luogo potesse creare un ponte emotivo tra i membri di questa famiglia “smembrata” da una scelta coraggiosa.
Che altro dire: scritta con una lingua ricca ma scorrevole, mai banale, questa storia vi conquisterà e vi farà desiderare di arrivare in fondo per scoprire chi è Scintilla, e la sorpresa finale è tenerissima, eppure allo stesso tempo vorrete centellinare le pagine per non lasciare troppo presto Antonio e la sua storia.
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