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I classici compagni di scuola di Paolo Di Paolo 

Paolo Di Paolo apre l’introduzione al suo libro con una frase che non può lasciare indifferenti: “I grandi libri, i cosiddetti classici, di solito sono più disponibili di noi.”
Sembrerebbe una strana affermazione, visto che parliamo di un oggetto di carta, colla e parole stampate, ma più leggiamo e più capiamo il perché.
I grandi libri - scrive Di Paolo - non sono permalosi e non portano rancore: i grandi libri aspettano pazienti il momento in cui, anche dopo averli abbandonati sul comodino o in borsa, li riprendiamo in mano. E così cominciano a parlarci.

L’autore parla del classico come di quel libro che noi lettori abbiamo il diritto di accantonare senza sensi di colpa se non è il momento giusto. Allo stesso tempo ci ricorda che, come scriveva Calvino, un libro ha il diritto di essere chiamato classico quando “è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”; arriverà dunque quel momento in cui la sua voce e la nostra intrecceranno un dialogo, in cui un passaggio o un personaggio accenderanno in noi un ricordo, un sentimento, che sarà nostro e al contempo universale.  Di un classico, anni e anni dopo averlo letto, magari non ricorderemo i dettagli o i nomi dei personaggi, il colore dell’abito o altri particolari, ma le risposte che a quelle pagine diedero il nostro cuore e la nostra mente.

I grandi libri, i cosiddetti classici, di solito, sono più disponibili di noi. Non si offendono se li lasciamo esposti alla polvere, alle giornate di pioggia, e perfino ai nostri sbadigli. Non temono la convivenza, nello zaino o in valigia, con il pacchetto di cracker o con il caricabatteria. Tendono a non scaricarsi mai. Aspettano pazienti il momento. Non hanno preferenze orarie, e non soffrono nessun jet lag. Quando noi siamo pronti per loro, loro sono pronti per noi.

I classici compagni di scuola
I classici compagni di scuola Di Paolo Di Paolo;

Facciamo l'appello! March, Jo. Twist, Oliver. Caulfield, Holden. Sawyer, Tom. Darling, Wendy. Immaginate una classe di scuola fatta dei protagonisti dei grandi classici della letteratura. Ciascuno con il suo carattere, le sue attitudini... e la sua pagella. Jo March, la "piccola donna", è bravissima a scrivere. Tom Sawyer è un disastro in tutte le materie ma è leale come nessuno. Wendy Darling ha dieci in condotta, anche se dimostra una spiccata propensione al sogno. I classici sono compagni di classe molto speciali perché ognuno ha una storia straordinaria da raccontare.

Riassumendo, i ragazzi che oggi si accostano ai romanzi classici sono di due tipi: quelli che bevono un classico come fosse acqua fresca nel deserto e godono di ogni parola e sfumatura (ce ne sono di lettori così!) e altri a cui il classico viene imposto come compito; per questi ultimi difficilmente la lettura sarà un piacere. È giusto perseverare nel proporre, o imporre, queste letture? Il mondo dei ragazzi di oggi è veloce, rapidissimo, ricco di immagini. I grandi classici spendono pagine e pagine a raccontare ciò che un tempo non si sapeva o mai si era visto: pensiamo a un rinoceronte. Tutti oggi sappiamo com’è fatto, a cosa possono servire tre pagine di particolari al riguardo?  Qui arrivano in nostro soccorso Pennac e Calvino: qualche pagina si può saltare, il nostro amico Verne o la cara Alcott non se ne avranno a male. Nei loro romanzi c’è però molto di più. La sostanza dei nostri sentimenti, le motivazioni che ci spingono ad agire, le gioie e i dolori della nostra vita non sono poi così differenti da quelli che abitano le pagine della storia di Jo March o di Oliver Twist.  Ci innamoriamo, ci arrabbiamo, ci offendiamo e gioiamo, stringiamo amicizie e affrontiamo tempeste: per tutte queste esperienze un classico ci offre uno specchio, a volte riflettente, a volte deformante, ma che comunque sa di noi. Ha il nostro sapore e ci conosce.

Una biblioteca di classici è anche una ghiacciaia in cui sono custoditi i ricordi del mondo. Vuoi sapere com'era andare a scuola in Italia a fine Ottocento? Allora leggi "Cuore" di De Amicis. No, ma io sono curioso di scoprire con quali mezzi si viaggiava nel 1872. Va bene, eccoti "Il giro del mondo in ottanta giorni". Io vorrei approfondire la storia della corsa all'oro nel Klondike. Bene, si consigliano le opere di Jack London.

I libri sono ponti che permettono alle persone di incontrarsi. Che bello scoprire che la stessa storia, pagina, riga o immagine ci accomunano o innescano accese discussioni, da cui sicuramente usciremo più ricchi. Insomma, i libri in generale, ma i classici ancor di più, sono amici che non si offendono se li abbiamo un po’ trascurati e che ci sanno aspettare.

Paolo Di Paolo presenta alcuni tra i più famosi protagonisti dei nostri classici: un adulto, un cane e una serie di ragazzine e ragazzini eccezionali nella loro normalità che potrebbero davvero essere stati nostri compagni di banco. Tom Sawyer, Cosimo Piovasco, Franti, Scout Finch, Anne Frank, Wendy, ci vengono raccontati sotto una nuova luce, attraverso gli occhi di qualcuno che li ha molto amati.

Se li abbiamo incontrati la prima volta quando eravamo bambini o ragazzini, ora è davvero come rivedere un vecchio compagno di scuola. Improvvisa si apre la scatola dei ricordi, ci riabbracciamo come se ci fossimo salutati solamente ieri, torna alla memoria un episodio, un odore, un colore condiviso. Un caro amico, infatti, è sempre disponibile per noi, sia esso di carne e ossa o di carta e inchiostro.

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