«Il Titanic era chiamato... la nave dei sogni». Sono trascorsi 25 anni dalla première del colossal epico-romantico di James Cameron con Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, lanciati nel firmamento delle star a bordo del transatlantico più famoso della storia. Un successo senza precedenti: tra isteria collettiva e pioggia di statuette.
Titanic si aggiudicò 11 Oscar eguagliando il record stabilito, fino ad allora, da Ben Hur del 1959. Pur battuto dallo stesso regista, Titanic è il terzo film con maggiori incassi di sempre (2 miliardi e 187 milioni di dollari), dopo Avatar del 2009 e Avengers: Endgame, 2019.
Cameron sognava il Titanic sin dal 1985, quando l’oceanografo Robert Ballard localizzò il relitto sul fondo dell'Oceano Atlantico, a 3.787 metri di profondità e a 486 miglia al largo dell'isola di Terranova. La storia di Jack e Rose, due membri di differenti classi sociali che si innamorano durante il viaggio inaugurale della nave britannica affondata più di un secolo fa, dopo la collisione con un iceberg, nasce dalla passione del regista per i naufragi unita alla storia di Romeo e Giulietta.
Quando Cameron incontrò il presidente della Fox per discutere di Titanic, chiese 2 milioni di dollari per finanziare una spedizione che gli consentisse di filmare il vero relitto. Una somma importante, ma niente in confronto a quello che sarebbe stato il prezzo finale del film. La produzione si spostò ai Baja Studios in Messico, dove fu costruita una cisterna di circa 37.000 m² contenente 76 milioni di litri d'acqua, in cui venne realizzato, a grandezza naturale (scala 1:1), il 90% del Titanic.
Alla fine, il colossal costò la cifra record, per allora, di 200 milioni di dollari. Un budget che ha impiegato l’investimento di due studios, 20th Century Fox (135 milioni) e Paramount Pictures (65 milioni). Titanic tornerà nelle sale italiane il 9 febbraio 2023.
L’esplorazione e la tecnologia
Grazie alle sue incredibili innovazioni tecnologiche, Jim Cameron ci ha permesso di «visitare» gli abissi sconosciuti della terra (anche) come esploratore del National Geographic. Nel 2002 è andato a caccia del relitto della nave da battaglia tedesca Bismarck. Nel 2003 tornò sul Titanic per girare il docu Ghosts of the Abyss, e nel 2005 collaborò con la NASA per esplorare le dorsali oceaniche in Aliens of the Deep.
La sua passione lo ha poi condotto nel 2012 a guidare il sommergibile personale Deepsea Challanger, grazie al quale è diventato il primo uomo ad aver esplorato in solitaria il punto più profondo degli abissi conosciuti: immergendosi a -10.916 m nella Fossa delle Marianne, Oceano Pacifico.
Figlio di un ingegnere, «il re del mondo» nasce a Kapuskasing, una città sul fiume nell’Ontario, in Canada. A 17 anni, si trasferisce in California, dove studia fisica ma senza conseguire la laurea. I compagni lo ricorderanno per la sua mania di costruire cose che «o salivano in aria o s’immergevano». Nel 1982, Roger Corman – per cui lavorò come effettista – lo suggerì per la regia di Piraña paura, che diverrà a tutti gli effetti il suo film d’esordio.
L’ossessione per il blu profondo
L’ossessione di Cameron per il blu profondo si concretizza nel 1989 con la regia di The Abyss: vicenda sottomarina sull'incontro di alieni subacquei. Frutto di un’idea concepita al liceo, fu il suo film più travagliato e personale. Il cineasta guidò cast e troupe per 6 mesi di riprese estenuanti; a 12 metri sott’acqua in un’enorme vasca ricavata da un reattore nucleare.
Con Avatar, 20 anni dopo, impegnò il miglior 3D nativo mai visto; le piante bioluminescenti di Pandora sono ispirate alle creature marine esplorate durante le sue spedizioni. Con i prossimi tre sequel, promette una tecnologia CGI e di motion capture subacquea d'avanguardia, con tridimensionalità più immersiva possibile. Che siano le profondità marine o gli angoli più remoti dello spazio, le opere di Cameron fanno del colore blu uno dei suoi marchi di fabbrica. Il “Wall Street Journal” lo ha denominato «James Cameron blue», descrivendolo come una luce blu ghiacciata.
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