Anniversari e Ricorrenze

Un anno senza Raffaella Carrà

Illustrazione digitale di Asia Cipolloni, 2022, studentessa del Liceo Artistico A. Volta di Pavia

Illustrazione digitale di Asia Cipolloni, 2022, studentessa del Liceo Artistico A. Volta di Pavia

È il 5 luglio 2021 quando apriamo gli smartphone e leggiamo tristi e increduli che la Raffaella di tutti noi è morta. Tutti a dire è finita un’era.

Un’icona italiana senza precedenti, una profonda narratrice di storie personali, una star televisiva con l’innata e gentil dote di accogliere gli ospiti con gioia e calore casalinghi, cantante e ballerina contagiosa, rivoluzionaria nei diritti sociali. È complesso e di troppa responsabilità raccontare le tappe di una carriera non solo scintillante, ma anche di valore per l’Italia e il mondo, sempre portata avanti con la forza della passione.

I primi debutti con il film Tormento del passato nel 1952 e con Il musichiere di Mario Riva, e bambina si trasferisce a Roma per studiare danza e recitazione.

Un po’ di cinema e poi il grande successo negli anni Settanta e Ottanta in televisione, quando Raffaella Carrà – e non più Pelloni – fa Canzonissima, Milleluci, Pronto Raffaella?, Fantastico, lavorando con Mina, Corrado Mantoni e molti altri programmi, in una TV che sta prendendo una forma e che avrebbe brillato a lungo con balletti, sigle, collegamenti, storie. Una televisione che non esiste più, ma che era quella che ti faceva compagnia, che ti intratteneva con l’arte del racconto, e a entrarti in casa erano professionisti che avevano studiato fino a poco prima della messa in onda. E poi il successo di canzoni travolgenti con milioni di dischi venduti, tra le quali spiccano il famosissimo Tuca Tuca con l’ombelico di fuori che sconvolge Rai e Vaticano, Tanti auguri, Fiesta, il 45 giri Rumore che nel 1975 la porta anche all’estero, Ballo ballo Pedro.

Joy (Doppio vinile rosa e rosso)
Joy (Doppio vinile rosa e rosso) Di Raffaella Carrà

Edizione in doppio vinile colorato (rosa e rosso). Esce “JOY”, la raccolta celebrativa di Raffaella Carrà, per omaggiare la personalità straordinaria di una donna che ha saputo sdoganare con eleganza e saggezza il concetto di donna libera di spettacolo.

Nel dicembre 1995 arriva Carràmba (che sorpresa, e che fortuna), una trasmissione che fa numeri importantissimi portando nella TV italiana un linguaggio totalmente nuovo, semplice e spontaneo. L’impatto è così importante che la Treccani inserisce “carrambata” nel dizionario per indicare la sorpresa emozionante e d’effetto. Ricordo quando avevo quindici anni e Carràmba era uno dei miei programmi preferiti, con quella signora bionda garbata e festosa che mi piaceva tanto.
Altre trasmissioni negli anni successivi avrebbero raccontato vicende personali portando all’abbraccio TV, ma Carràmba è riuscita a dare uno start e a diventare iconico, inimitabile. Raffaella riempiva lo studio di colori e gioia con un grande show di prima serata.

Da non dimenticare Amore, trasmissione di Raiuno sulle adozioni a distanza alle quali la Carrà teneva tantissimo, che rivela un suo grande impegno sociale. 

Raffaella è stata anche un'amatissima icona LGBT, come dimostrato anche in questi giorni quando al Pride di Milano, tenutosi sabato 2 luglio a tre giorni dall’anniversario della sua scomparsa, ha sfilato un bus a colori con la scritta SIAMO TUTTI RAFFAELLA. 

Possiamo rigustare la carriera di Raffaella Carrà su Raiplay e attraverso i libri a lei dedicati. Oltre al manuale L'arte di essere Raffaella Carrà di Paolo Armelli, da non perdere anche la completissima biografia di Antimo Verde Raffaella Carrà. Una leggenda in tre minuti e la nuova edizione del libro cult RaffaBook di Fabio Canino e Roberto Mancinelli… più che un libro, uno show del sabato sera.

Un personaggio trasversale, amato da tante generazioni e con il costante talento di reinventarsi: Raffaella, ti si ballerà per sempre.

 

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