Londra, 1970: Farrokh Bulsara (poi Freddie Mercury), brillante ventiquattrenne dai molteplici interessi in campo artistico ma deciso a diventare un cantante rock, si imbatte nel chitarrista Brian May e nel batterista Roger Taylor, musicisti con già qualche esperienza alle spalle.
L'intesa è immediata, nascono i Queen e l'arrivo del bassista John Deacon, l'anno successivo, definirà la line-up della band.
Queen è un nome corto, semplice e facile da ricordare ed esprime poi quello che vogliamo essere, maestosi e regali
Passione e tenacia non difettano ai quattro, che cominciano a comporre brani e a inciderli approfittando spesso di "buchi" e tempi morti presso sale prova o studi di registrazione che altrimenti non potrebbero permettersi.
L'attività in studio viene presto affiancata da quella live, che mette la band in evidenza e attira in poco tempo l'attenzione di produttori e discografici.
Il disco è praticamente pronto alla fine del 1972, ma occorrerà attendere il 1973 per ottenere un contratto: sarà la EMI a farsi avanti occupandosi della distribuzione e della promozione del disco per mercato britannico ed europeo.
Quanto alla copertina credevo fermamente, già allora, che Freddie non fosse soltanto il nostro front-man ma la nostra icona, che doveva essere ritratta quindi come tale
Quando il 13 luglio l'esordio dei Queen fa la sua apparizione sugli scaffali dei negozi di dischi inglesi, nessuno grida al miracolo.
Rileggendo le cronache dell'epoca, la stampa musicale esprime giudizi che variano da «uno dei debutti più interessanti di questo periodo» a «i Queen sono pieni di promesse, ma non riusciranno a mantenerle» passando per «è rock da supermercato».
In realtà, Queen non è niente male: sì, è un album che ancora non mette a fuoco la personalità del gruppo, nel quale riecheggiano suoni dell'epoca derivati da band hard-rock come Led Zeppelin (Keep Yourself Alive) e Black Sabbath (Modern Times Rock and Roll), molto è attinto dalla lezione prog (May Fairy King) e, in alcuni momenti, si intende che anche il glam-rock è tenuto in buona considerazione.
Assumendo per inevitabili le ingenuità e la tendenza a strafare spesso tipiche di un'opera prima, l'esordio del quartetto è comunque all'epoca un LP fresco, energico e ricco di spunti che lasciano intuire un potenziale compositivo che si rivelerà enorme di lì a qualche anno.
A dispetto di una stampa un po' tiepida e di scarsi passaggi radiofonici, Queen raggiungerà il ventiquattresimo posto nelle classifiche UK e il numero 83 negli USA ma, ed è questo che più sta a cuore alla band, il seguito di pubblico diverrà via via più numeroso ed entusiasta.
Il resto è Storia.
Gli altri approfondimenti
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| Mondadori, 2019Di
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| Magazzini Salani, 2019Di
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