60 anni, 80 ruoli e tanti registi a cui deve tutto (Sollima, Risi, Caligari, Genovese). Il 4 aprile, Marco Giallini festeggia un compleanno importante.
Romano DOC specializzato in «tipi» burberi e cinici («d'altro canto con questa faccia che ho…») è tra gli attori più apprezzati da pubblico e critica.
La sua notorietà è esplosa tardivamente, a 49 anni, dopo la scomparsa dell’amata moglie Loredana.
Sei volte nominato ai David di Donatello, ha vinto tre Nastri d'argento. Il primo arriva nel 2012, sotto l’elmetto dello spietato celerino Mazinga in ACAB - All Cops Are Bastards. Il secondo, nei panni del papà-analista di tre figlie femmine in Tutta colpa di Freud (2014) e, l’ultimo, ottenuto grazie al padrone di casa di Perfetti Sconosciuti (2016).
Figlio della classe operaia, Marco Giallini è stato un ragazzino di borgata che sognava di diventare una rockstar.
Nei primi anni Ottanta suona una band, i Sandy Banana & The Monitors, con cui propone cover dei Joy Division. Ancora oggi “Giallo”, com’è chiamato dai suoi amici, si diletta con basso, chitarra e batteria.
Imbianchino di giorno e attore di notte, l’allora ventiduenne Giallini decide di frequentare La Scaletta di Roma: scuola di recitazione che gli darà l’opportunità di lavorare con alcuni grandi nomi del teatro italiano, da Arnoldo Foà ad Angelo Orlando.
Nel 1986 arriva l'esordio cinematografico con una comparsata (non accreditata) nell’ufficio marketing dei Grandi magazzini di Castellano e Pipolo. «Non ho mai visto il film per intero», dirà in seguito, avendo accettato la parte per il sostanzioso compenso di 250 mila lire.
Nel 1998, più di dieci anni dopo, un fedifrago Giallini agonizza trafitto dalla fiocina di Monica Bellucci nell'Ultimo capodanno di Marco Risi, che lo vuole nel cast della dark comedy dopo averlo notato a teatro.
Subito dopo, il primo ruolo da co-protagonista nell'Odore della notte di Claudio Caligari al fianco di Valerio Mastandrea. Qui è un poliziotto di periferia che di notte va a depredare i ricchi, mantenendo la perfetta copertura di sbirro. Il film è ispirato alle reali vicende dell'Arancia Meccanica, una banda di criminali che, tra il 1979 e il 1983, mise a segno tra Torino e Roma circa 700 rapine e decine di sequestri di persona. Memorabile la scena in cui Giallini costringe Little Tony a cantare Cuore Matto mentre gli ripulisce casa.
Fondamentali nella sua carriera i sodalizi con registi quali Sergio Castellitto che lo ha inserito in Non ti muovere (2004), nel ruolo del ginecologo e migliore amico del protagonista, e nella Bellezza del somaro (2010).
Il connubio con Carlo Verdone (come fratello cocainomane in Io, loro e Lara, 2009 e giocatore compulsivo in Posti in piedi in paradiso, 2012) e, naturalmente, quello che lo lega a Paolo Genovese cominciato sul set di Una famiglia perfetta.
Il grande successo di pubblico arriva coi moustache e basettoni del Terribile, boss di Centocelle e nemico numero uno del Libanese, nella serie TV di culto Romanzo criminale.
Appassionato di moto (ne possiede tre), Giallini si trova in sella ad una di queste quando nel 2007 rimane coinvolto in un terribile incidente. Nonostante il coma e le 52 fratture multiple riportate, l’attore si rimette in piedi in soli tre mesi riuscendo anche ad ultimare le riprese della serie targata Sky. Le due ruote sono il suo primo amore, fin dai tempi della scuola di recitazione (che era solito raggiungere in Yamaha).
Dal 2016, Marco Giallini è l’antieroe della serie di Rai 2 Rocco Schiavone basata sui romanzi di Antonio Manzini.
Arrivata alla quinta stagione, la fiction segue le indagini dell’amatissimo vicequestore trasteverino che svolge le sue funzioni ad Aosta.
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