A seconda dei casi e degli autori, la presenza del cibo nei libri è una forma del tempo e dello spazio, un piacere sostitutivo o complementare del piacere amoroso, un ricordo, un’allusione, un gesto dimostrativo; una delle tante funzioni del ritmo narrativo. Oppure: un dettaglio di vita quotidiana come tanti altri, un codice sociale, un segno (bello o brutto) del carattere dei personaggi, una dedizione, un’impazienza, una libertà, una banalità.
Il cibo è nutrimento e vita. Ma anche piacere, rito sociale, veicolo privilegiato di tradizioni e memoria individuale e collettiva.
Ha declinazioni innumerevoli che si intrecciano alle vicende degli uomini e, proprio perché imprescindibile elemento della nostra quotidianità, è parte integrante delle storie che leggiamo nei libri.
In alcuni casi assume un ruolo centrale, come nella food fiction, dove il cibo o il cucinare sono il fulcro della narrazione, che ruota intorno ad essi. Più spesso la passione per la cucina è un elemento di caratterizzazione di un personaggio, si pensi a Montalbano, Maigret, Nero Wolfe o Pepe Carvalho, che dissertano di cibo e lo gustano con trasporto, dilungandosi in lunghe descrizioni che ci fanno venire l'acquolina in bocca e ce li rendono ancora più simpatici.
Se ci soffermiamo un attimo a pensarci, probabilmente non esiste romanzo senza cibo o senza il racconto, più o meno dettagliato, di un qualche momento dedicato ad esso, sia una merenda su un prato, una cena sontuosa, un pranzo forzato in famiglia e via dicendo. Quando chiudiamo gli occhi e ripensiamo alle nostre letture ci vengono alla mente molti di questi momenti e ci sembra quasi di sentire i profumi delle pietanze, lo sbattere delle stoviglie, i calici che tintinnano nell’euforia dell’ennesimo brindisi, e il sapore che esplode all’assaggio.
Provate a pensare ad uno dei tanti romanzi che sono passati tra le vostre mani: chissà quanti passaggi dedicati al cibo avete letto! Vi sarete ritrovati a inzuppare una madeleine nel tè di tiglio con un giovane Marcel, a “ripa di mare” insieme a Salvo Montalbano a gustare arancini o un piatto di triglie freschissime, a bere allegramente burrobirra ai Tre manici di scopa con Harry e i suoi amici oppure a passeggiare tra i viottoli di ciottoli irregolari di Lansquenet in compagnia di Vianne Rocher, diretti a gustare una delizia al cioccolato a La Céleste Praline.
Ognuno di noi ha i propri gusti (letterari e culinari) ma tutti possiamo trovare esempi della presenza costante del cibo in letteratura, che va a sollecitare mente e palato e lega a doppio filo due piaceri immensi.
Vi viene in mente qualche altro riferimento memorabile? Potremmo, ad esempio, suggerirvi di sorseggiare un cocktail di gin e ananas come in Lolita, mettere in forno il proverbiale pasticcio di maiale di Bilbo Baggings, addentare un sandwich al formaggio svizzero insieme a Holden Caulfield o allungare una mano verso quei deliziosi muffin al limone che Gatsby ha acquistato per l’ora del tè in cui rivedrà la sua amata Daisy.
Infine, se mentre leggevate questo breve articolo avete iniziato a pensare a cosa mettere in tavola, vi lasciamo due ricette da provare a replicare nelle vostre cucine. Sono tratte dal libro Pranzi d’autore scritto dalla giornalista Oretta Berganzoni, mancata nel 1995, recentemente ripubblicato dall'editore Minimum Fax in una veste totalmente rinnovata. Una lettura davvero imperdibile per chi ama i libri e la buona cucina, a cui affiancare alcune delle letture che proponiamo nella bibliografia più sotto.
Potrete poi presentare i vostri piatti accompagnati da un cartoncino in cui avrete riportato il passaggio del romanzo a cui sono ispirate, dando così un tocco letterario alla vostra tavola.
Harvey sedette a tavola davanti a una gamella di stagno piena di lingua e interiora di merluzzo insieme a pezzetti di lardo e patatine fritte. Vicino alla gamella trovò una pagnotta di pane ancora caldo e una tazza di caffè nero molto forte. (Joseph Rudyard Kipling, Capitani coraggiosi)
Ingredienti
120 grammi di pancetta e dadini
2 cucchiai di olio
una cipolla
mezzo chilo di merluzzo a pezzetti
mezzo chilo di patate
4 pomodori
3 bicchieri di acqua bollente
2 bicchieri di latte
sale e pepe q.b.
Rosolare la pancetta nell'olio, toglierla dal tegame e rosolare la cipolla tritata. Aggiungere il pesce, le patate a fettine, i pomodori a pezzi e cuocere per due o tre minuti. Poi versare l'acqua bollente a far sobbollire per 20-30 minuti. Aggiungere il latte e cuocere per altri 5 minuti. Condire con sale, pepe; e unire la pancetta rosolata all'inizio.
"Cosa vuole mangiare? Qui servono solo omelettes alle erbe aromatiche e insalate di pesce. Prenderei due omelettes alle erbe aromatiche, disse Monteiro Rossi, scusi se le sembro sfacciato, ma oggi ho saltato il pranzo. Pereira ordinò tre omelettes alle erbe aromatiche e poi disse: e ora mi racconti i suoi problemi". (Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira)
2 uova a porzione
prezzemolo
cerfoglio
dragoncello
erba cipollina
burro
sale e pepe q.b.
Tritare finemente le erbe (complessivamente debbono essere un cucchiaio a porzione). Unire metà delle erbe alle uova sbattute nel piatto, insieme con sale e pepe, e cucinare l'omelette: far sfrigolare il burro in padella, gettarvi le uova sbattute, cuocere sollevando i bordi della frittata e facendo scivolare il liquido sotto. A fine cottura, inclinare la padella, facendo dunque scivolare l'omelette, e poi con un coltello, rapidamente, ripiegare la frittata verso il centro.
Prendere l'altra metà delle erbe, mescolarla con burro fuso e versarla sull'omelette già nel piatto.
Di
| Minimum Fax, 2022Di
| Garzanti, 2014Di
| Guido Tommasi Editore-Datanova, 2022Di
| Demetra, 2021Di
| Vallardi A., 2019Di
| Giazira Scritture, 2022Di
| Demetra, 2022Di
| Il Leone Verde, 2021Di
| Il Formichiere, 2021Di
| Il Leone Verde, 2002Di
| Feltrinelli, 2020Di
| Il Leone Verde, 2004Di
| Il Leone Verde, 2020Di
| Il Leone Verde, 2007Di
| Il Leone Verde, 2020Di
| Il Leone Verde, 2021Di
| Cesati, 2016Di
| Il Leone Verde, 2021Di
| Feltrinelli, 2014Di
| Hoppípolla Edizioni, 2022Altri articoli di Millefogli
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