Era il 31 agosto del 1997, era mattina quando mia madre aprì la porta della mia camera e mi svegliò dicendomi “la principessa Diana è morta”. Ero un’adolescente, ma conoscevo bene la principessa Diana e la seguivo come ora si seguono le grandi star o le influencer più famose. I giorni seguenti quella tragedia, ricordo che in tv non si parlava di altro e fu molto triste vedere le immagini del funerale con i suoi figli in prima fila con la testa bassa.
Siamo qui a scrivere per i 25 anni dalla sua morte e, ad oggi, non credo ci sia figura femminile che sia riuscita ad eguagliare la sua potenza.
La principessa Diana era una calamita per i media, per il popolo britannico e, più in generale, in quell’anno fu proclamata “la donna più famosa al mondo”.
Cosa aveva di tanto speciale?
Dalle ricerche che ho fatto (ho visto serie tv, ho letto decine di articoli, ho visto interviste, ho ascoltato podcast, ho trovato spunti interessanti anche nel gossip più ignobile) si evince che avesse un carisma impareggiabile e una luce abbagliante della quale non si poteva fare a meno. Diana era quello che sono tutte le donne: debole e forte, capricciosa e protettiva, felice e triste, tutto allo stesso tempo. Ma mentre alle donne comuni come noi questo non viene concesso, per lei era il tratto distintivo. E in un certo senso ha permesso a tutte coloro che sono diventate donne dopo la sua morte di essere viste come donne libere di essere come sono.
Sono uno spirito libero. A qualcuno non piace, ma è quello che sono
Uno dei primi ricordi che ho di lady Diana, o meglio di Diana Spencer è il ballo con John Travolta alla Casa Bianca, allora abitata da Ronald Reagan.
Lei, avvolta in un abito nero che ne sottolineava la leggiadrìa ma anche la magrezza, si lasciava guidare da quell’affascinante, anzi, lasciatemelo dire, bellissimo attore che sembrava non aver fatto altro che ballare tutta la vita.
Quella pista era un palco incredibile per quel diamante dal caschetto biondo.
La “principessa triste” così era definita Diana Spencer ai tempi in cui era la moglie del principe Carlo.
Chi lo avrebbe mai detto che tra le tante cose difficili che una donna che arriva alla corte più famosa e chiacchierata del mondo deve affrontare, quello che le avrebbe fatto più male in assoluto sarebbe stato il tradimento?
Eppure è così.
Nella famosa intervista alla BBC lei testualmente dice “nel mio matrimonio eravamo in 3, un po’ troppo affollato”. Intervista che risulta essere un vero e proprio giallo perché pare che lady D. fosse stata convinta a rilasciarla attraverso strane macchinazioni che vedevano protagonista proprio colui che la intervistò, Martin Bashir.
Pare, infatti, che il giornalista avesse fornito al fratello di Diana, Charles Spencer, una serie di documenti che attestavano pagamenti fatti dal principe Carlo per nascondere le proprie malefatte. Documenti che un’inchiesta della BBC dichiarerà essere stati progettati ad hoc dai grafici interni alla rete televisiva. Per questa ragione Charles Spencer fece conoscere sua sorella a Bashir che la convinse ad apparire in tv contravvenendo alla regola di Buckingam Palace “Never complain, never explain”, sintetizzando così l’idea di non dover divulgare il proprio stato d’animo al fine di non farlo utilizzare contro di loro.
Ma come si è arrivato a tutto questo? Anche tra i reali “volano gli stracci”?
L’amore, si sa, fa fare follie. Chi ama profondamente rimane deluso dal comportamento della persona amata. Diana amava Carlo e che i suoi tradimenti la delusero è comprensibile. Una persona tradita è una persona che non si fiderà mai più soprattutto di chi l’ha tradita.
Andrew Morton, biografo reale vicinissimo a Lady D, racconta gli anni più complicati nella vita della principessa, quelli che hanno preceduto la sua tragica scomparsa. Lo fa ricostruendo tutti i retroscena della realizzazione del primo libro, "Diana. La sua vera storia", che ha rivelato al mondo la Diana oppressa dalla farsa coniugale, la principessa triste che sfogava nei disturbi alimentari la propria impotenza, la ragazza ingiustamente sacrificata alle ragioni di un protocollo algido e arcaico, lontano dal mondo nuovo in cui lei voleva vivere
Ma Diana e Carlo chi sono?
La storia tra Carlo e Diana parte proprio da quando Diana era poco più di un’adolescente, ricordate che Carlo e Diana avevano una differenza di età di ben 13 anni?
Carlo era legato sentimentalmente alla sorella di Diana, e quindi quest’ultima lo vide per la prima volta quando aveva solo 17 anni. Il tempo passò e la sorella di Diana fu solo un ricordo per Carlo. Lui e Diana, invece, si rincontrarono due anni dopo ad una festa di amici in comune e pare che Carlo sia rimasto incantato dalla freschezza di Diana, tanto da passare l’intera serata con lei.
Mi ha colpita molto una biografia in video di Kitty Kelley nella quale si parla di Lady Diana come di una donna molto complessa, dai repentini sbalzi di umore, con attacchi di ira, frequenti crisi di pianto e una particolare propensione all’autolesionismo (pare abbia tentato più volte il suicidio).
Può tutto questo essere generato da un matrimonio infelice?
Non sembra esattamente così. Le radici del malessere di Lady Diana sono da ritrovare anche nella famiglia di origine.
Diana Spencer è nobile di nascita, quarta di cinque figli (aveva due sorelle e due fratelli), la sua famiglia si sgretolò quando lei aveva solo 7 anni. La causa della separazione dei genitori sembra essere stata la morte del suo fratellino dopo solo dieci ore dalla sua nascita. Un dolore che i genitori non riuscirono a superare visto quanto volessero un figlio maschio per la continuazione del nome di famiglia. Dopo la nascita del fratellino morto subito era, però, arrivata la terza figlia femmina, Diana per l’appunto, alla quale diedero il nome dopo ben una settimana dalla nascita.
La sua infanzia fu turbolenta, caratterizzata da pochi atti d’amore da parte dei genitori, e sembra che sia proprio questo il motivo della sua dipendenza affettiva.
Un tratto in comune con il suo consorte Carlo che non vedeva la madre per mesi. Mentre lei girava il mondo in visite ufficiali Carlo era affidato alle cure delle balie ma soprattutto passava il tempo con la nonna materna, la regina madre Elizabeth Bowes-Lyon (a proposito della regina madre, sapete che Diana le era antipatica al punto da impedire a tutti di proferire il suo nome in sua presenza? Piccola curiosità!). Carlo era visto come il futuro re e per questo bisognava istruirlo fin da piccolo, cosa che capitò anche a sua madre quando suo zio Edoardo VIII abdicò per amore di Wallis Simpson, attrice americana divorziata (all’epoca un re non poteva sposare una donna divorziata come ha fatto in tempi recenti il principe Harry).
Questo li ha uniti, ma l’influenza che la loro infanzia ha avuto sulla loro vita da adulti è stata radicalmente diversa. Mentre Carlo è diventato un uomo piuttosto freddo che mal sopportava le lamentele della moglie, Diana è diventata una donna fragile, ma molto materna. Nel tempo che il destino le è stato concesso, ha colmato di amore i propri figli e il suo lavoro di madre è tuttora apprezzato visto quanto William ed Harry assomiglino alla madre nella compassione verso gli altri e nell’amore che rivolgono anche in pubblico alle loro spose ma soprattutto ai loro figli.
Potrei scrivere ancora fiumi di parole se volessi sulla donna più amata, chiacchierata e popolare al mondo ma preferisco che siano proprio le parole di Diana Spencer principessa di Galles a chiudere questo articolo.
Penso che la più grande malattia del mondo è quella che provano le persone che non si sentono amate’
Di
| Giunti Editore, 2021Di
| Rizzoli, 2017Di
| San Paolo Edizioni, 2017Di
| Newton Compton Editori, 2022Di
| Hop!, 2019Di
| Sperling & Kupfer, 2018Di
| Mauro Pagliai Editore, 2017Di
| White Star, 2007Di
| UTET, 2017Di
| Cairo, 2016Gli altri approfondimenti
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