Anniversari e Ricorrenze

Antonio Tabucchi e il tempo stanco del mondo

Illustrazione di Hernandez Mancia Andersson, 2023, studente del Liceo artistico Volta di Pavia. Tecnica mista

Illustrazione di Hernandez Mancia Andersson, 2023, studente del Liceo artistico Volta di Pavia. Tecnica mista

Sono ottant’anni dalla nascita di Antonio Tabucchi, ma piuttosto che un anniversario questo è un appuntamento, un appuntamento che dovrebbe essere celebrato costantemente. Perché di Tabucchi sentiamo la mancanza, vien voglia di tanto in tanto di tornare sui suoi testi e, tornandoci, subito affiora lo stupore che ci prende di fronte alla pertinenza della sua parola, della sua immaginazione.

Così mi è accaduto riaprendo le pagine delle sue ultime raccolte di racconti, così ossessionati dal tempo, dal tempo che «invecchia in fretta», dal «farsi sempre più tardi», dal residuo che insiste e resiste perché, dentro l’accadere, «di tutto resta un poco». C’è una sorta di fiato corto, dal 2001 al 2013, nel dar conto di fatti, viaggi, letture, personaggi, nel riandare, attraverso il tempo, verso le trappole del caso, verso l’ironia delle svolte, verso le sintesi che si credevano definitive.

Controtempo
Controtempo Di Antonio Tabucchi;

Non si sa quasi niente di quest’uomo, tranne che è diretto a Creta per un convegno. Ma di fronte a un bivio, un’energia nuova, quasi una piccola felicità, lo fa deragliare verso l’imprevisto. E il tempo si attorciglia su se stesso fino a confondere la realtà con l’immaginario. Un racconto ammaliante che condensa la poetica di Tabucchi.

Nel racconto Controtempo, un suo credibile alter ego è su un aereo diretto a Creta, dove crede di passarvi un fine settimana e invece entra in un déjà vu che lo spinge avanti fin dove quel giorno, che di fatto lo sottrae al mondo, evapora in anticipazione di memoria. Uno slittamento. Una torsione del tempo. Una chance che si avvera dove il vero distoglie lo sguardo. Già. Forse anche lì, come altrove, vige il juego del revés, quello che muove per l’appunto Il gioco del rovescio. Un racconto memorabile. Per quanto mi concerne coincide addirittura con la messa a fuoco del piccolo volume, appena uscito per i tipi de Il Saggiatore (è il 1981), tra le mani di Luca Formenton in corso Italia a Milano. Copertina blu, d’un blu intenso che scolora digradando dall’alto verso il basso.

Cominciò lì la mia personale avventura di lettore dell’opera di Antonio Tabucchi.

E cominciò in tutta grandezza.

Davanti a Las Meninas di Velázquez c’è un uomo al quale torna in mente l’esortazione dell’amica Maria do Carmo: «La chiave del quadro sta nella figura di fondo», ovvero il maresciallo di palazzo che scosta una tenda. Maria do Carmo muore esattamente mentre il narratore è al Prado. Lui raggiunge Lisbona per le esequie e il marito di Maria gli rivela che lei faceva il doppio gioco: era una spia di Salazar e non la dichiarata oppositrice del dittatore che diceva di essere. Chi ha letto questo racconto sa che non c’è riposo in quello scandaglio, che la percezione delle cose scivola continuamente fuori dall’asse di quella visione che riteniamo avere fondamenti di realtà.

Sono tornato al Gioco del rovescio perché da lì è facile (la facilità della complessità) scendere e risalire lungo la corrente per arrivare alle ultime raccolte di storie. Maria do Carmo, la spia. La amiamo perché ci sfugge, e perché di fatto, attraverso il narratore, spia noi che leggiamo - come il maresciallo di palazzo nella tela di Velázquez. E allora, ecco che mi ritrovo in un racconto di Il tempo invecchia in fretta intitolato I morti a tavola. Qui, come là, c’è una grandezza di visione cauta, meditata, ironica che lavora sul lettore come una molestia. Senti i passetti del protagonista sull’Unter den Linden, e senti la Storia che gli ha vorticato intorno, e senti il narratore nel mezzo che a sua volta poggia i suoi passi, quasi a intralciargli il cammino. Si racconta di un ex agente della Repubblica democratica tedesca che passeggia per le strade di Berlino: dopo la caduta del muro ha un nuovo appartamento, è annoiato e solo; si è preso cura per anni della moglie Renate, ormai invalida permanente, e ora rimpiange il tempo in cui la Ddr gli affidava l’incarico di pedinare i sospetti. C’era anche Bertolt Brecht fra i suoi sorvegliati, lo aveva tallonato con costanza quasi affettuosa. Ora va a trovarlo nel piccolo camposanto di Dorotheenstadt, a due passi dalla casa in cui il drammaturgo aveva vissuto con Helene Weigel. Va a trovarlo e gli vuole confidare un segreto: di averlo pedinato e di essere stato a sua volta pedinato, e quindi di essere entrato, con tutta la sua esistenza, nei fascicoli documentali che, una volta diventati consultabili, gli hanno rivelato l’infedeltà della moglie, la bella Renate. Ci fono foto della bella Renate insieme al capo dell’Ufficio Interni, a Praga, a Budapest, su una spiaggia del Mar Nero. È da due anni che sa, ma ormai che vale invertire la rotta degli affetti? Forse ora siamo tutti morti, come i morti della poesia di Aragon citati nel titolo.

Tabucchi ci ha raccontato – come lui nessuno – quando il mondo accelera o decelera, quando il mondo si stanca. Torno a quel racconto e mi accorgo che vorrei essere alle spalle del narratore che pedina il suo personaggio, ignaro di essere nel mirino di un altro agente, ma incollato idealmente alle spalle di Brecht, tutti finendo nell’assorto spazio di una urticante confidenza, in un piccolo cimitero, fra le tombe di Hegel e di Fichte, fra il tempo maggiore e il tempo minore. Spogli di tempo e del senso che a quel tempo avremmo volentieri attribuito. Terrestri come i nostri sentimenti. «L’eternità è orizzontale», fa pensare Tabucchi al suo personaggio, a Karl, eroe del tempo stanco.

Il gioco del rovescio e altri racconti

«È vero, raccontare è un gioco e io, lo ammetto, amo molto giocare. Il gioco mi ha sempre tentato; ma in questo momento il gioco che più mi tenta è quello del Rovescio. E gli altri giochi che esso si porta appresso, naturalmente. Perché ci sono svariati giochi in questo libro, tutto sta nel lasciarsi tentare».

Illustrazione di Emma Lodigiani, 2023, studentessa del Liceo artistico A. Volta di Pavia. Tecnica mista

Scopri di più su Antonio Tabucchi

I libri di Antonio Tabucchi

Sostiene Pereira. Una testimonianza. Nuova ediz.

Di Antonio Tabucchi | Feltrinelli, 2019

Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares

Di Fernando Pessoa | Feltrinelli, 2020

Piccoli equivoci senza importanza

Di Antonio Tabucchi | Feltrinelli, 2012

Il tempo invecchia in fretta

Di Antonio Tabucchi | Feltrinelli, 2013

Requiem

Di Antonio Tabucchi | Feltrinelli, 2014

Si sta facendo sempre più tardi. Romanzo in forma di lettere

Di Antonio Tabucchi | Feltrinelli, 2016

Di viaggi e di sogni. Donna di Porto Pim - Notturno Indiano

Di Antonio Tabucchi | Sellerio Editore Palermo, 2022

La testa perduta di Damasceno Monteiro

Di Antonio Tabucchi | Feltrinelli, 2012

Per Isabel. Un mandala

Di Antonio Tabucchi | Feltrinelli, 2015

Viaggi e altri viaggi

Di Antonio Tabucchi | Feltrinelli, 2013

Il gioco del rovescio e altri racconti

Di Antonio Tabucchi | Feltrinelli, 2021

Tristano muore. Una vita

Di Antonio Tabucchi | Feltrinelli, 2015

Il filo dell'orizzonte

Di Antonio Tabucchi | Feltrinelli, 2014

Di tutto resta un poco. Letteratura e cinema

Di Antonio Tabucchi | Feltrinelli, 2020

Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa. Un delirio

Di Antonio Tabucchi | Sellerio Editore Palermo, 1994

Gli altri approfondimenti

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Conosci l'autore

Scrittore italiano, autore di romanzi, racconti, saggi, testi teatrali. Considerato una delle voci più rappresentative della letteratura europea, i suoi testi sono tradotti in tutto il mondo. «Tabucchi ci ha raccontato – come lui nessuno – quando il mondo accelera o decelera, quando il mondo si stanca.» Alberto RolloDurante gli anni dell'università viaggia per tutta Europa sulle tracce degli autori conosciuti attraverso la biblioteca dello zio materno. In uno di questi viaggi, a Parigi, trova su una bancarella, firmato con il nome di Álvaro de Campos, uno degli eteronimi del poeta portoghese Fernando Pessoa, il poema "Tabacaria", nella traduzione francese di Pierre Hourcade. Da allora Pessoa sarà per più vent'anni l'interesse principale della sua vita. Cura, infatti, l'edizione italiana delle opere complete di Pessoa. Recatosi  a Lisbona, sviluppa per quella città e per il Portogallo una vera passione. Si laurea così nel 1969 con una tesi sul Surrealismo in Portogallo. Si perfeziona alla Scuola Normale Superiore di Pisa negli anni '70 e nel 1973 viene chiamato a insegnare lingua e letteratura portoghese a Bologna. Nel 1978 inizia a insegnare all'Università di Genova. Dal 1985 al 1987 è direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Lisbona. Nel 1989 il presidente della Repubblica portoghese gli conferisce l'Ordine Do Infante Dom Herique e nello stesso anno è nominato Chevalier des Arts et des Lettres dal Governo francese.  Per il romanzo Si sta facendo sempre più tardi, gli viene attribuito nel 2002 il premio France Culture (la radio culturale francese) per la letteratura straniera.È stato docente di lingua e letteratura portoghese all'Università di Siena. Ha scritto per le pagine culturali di quotidiani italiani e stranieri (“Corriere della Sera”. “Unità”, “Il manifesto”, “Le Monde”, “El País”, “Diário de Notícias”, “La Jornada”, “Allegemein Zeitung”) e riviste quali “La Nouvelle Revue Française” e Lettre International”, "Latinoamerica". È stato membro fondatore dell’”International Parliament of Writers”.Nel 2006 ha collaborato al blog del gruppo del Cantiere, insieme a Gianni Barbacetto, Oliviero Beha, Giulietto Chiesa, Udo Gümpel, Diego Novelli, Achille Occhetto, Marcelle Padovani, Lidia Ravera ed Elio Veltri. Tra le sue opere narrative più conosciute: Piazza d'Italia (Bompiani, 1975), Il piccolo Naviglio (Mondadori, 1978) Donna di Porto Pi" (Sellerio, 1983), Notturno indiano (Sellerio, 1984), Sostiene Pereira: una testimonianza (Feltrinelli, 1994), La testa perduta di Damasceno Monteiro (Feltrinelli, 1997), I dialoghi mancati (Feltrineli, 1998), Si sta facendo sempre più tardi. Romanzo in forma di lettere (Feltrinelli, 2001), Tristano muore: una vita (Feltrinelli, 2004), Il tempo invecchia in fretta (Feltrinelli, 2009), Viaggi e altri viaggi (Feltrinelli, 2010).Autore di numerosi saggi quali: La parola interdetta. Poeti surrealisti portoghesi (Einaudi, 1970), Un baule pieno di gente. Scritti su Fernando Pessoa (Feltrinelli, 1990), Gli zingari e il Rinascimento. Vivere da Rom a Firenze (Feltrinelli, 1999), Autobiografie altrui. Poetiche a posteriori (Feltrinelli, 2003). Alcuni dei suoi testi sono anche stati portati sullo schermo da registi italiani e stranieri (Faenza, Corneau, Tanner, Lopes) o sulla scena da rinomati registi teatrali (Strehler e Bezace, tra gli altri). Ha ricevuto numerosi premi in Italia fra cui il Pen Club Italiano, il Premio Campiello e il Premio Viareggio-Rèpaci; e prestigiosi riconoscimenti all’estero, fra cui il Prix Médicis Etranger, il Prix Européen de la Littérature e il Prix Méditerranée in Francia; l’Aristeion in Grecia; il Nossack dell’Accademia Leibniz in Germania; l’Europäischer Staatspreis in Austria; il Premio Hidalgo e il premio per la libertà di opinione “Francisco Cerecedo” attribuito ogni anno dal Principe delle Asturie, in Spagna.È scomparso a Lisbona in Portogallo, dove trascorreva molti mesi dell'anno, nel 2012.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente