Lo svelamento di una donna è cosa delicata. Non avverrà di notte. Non si sa mai cosa si può trovare
E con delicatezza inizierò a svelare Anaïs Nin, scrittrice, ipersensitiva donna bambina.
Non sono mie parole, queste, ma di Edmund Wilson un critico letterario statunitense che, conoscendo Anaïs, aveva tentato di riassumere il suo intero universo di emozioni, scritti e umanità all'interno di una definizione: ipersensitiva donna bambina.
Come tutte le storie travagliate, come tutte le persone ipersensibili, anche quella di Anaïs Nin è segnata fin dall'infanzia da un'esperienza forte. È il 1934 e lei ha undici anni. La sua famiglia sta preparando velocemente le valigie: bisogna prendere una nave.
La destinazione è New York, ma in realtà sappiamo che la vera destinazione è la separazione da un padre che aveva abbandonato l'intera famiglia dopo essersi infatuato di una donna più giovane.
Ho smesso di amare mio padre molto tempo fa
Scrivere diventa l'unico modo a lei noto per orientarsi in una vita sentimentale distrutta, segnata dall'abbandono e dalla mancanza di una figura paterna.
Non posso dire di non capirla, di non conoscere il potere salvifico della scrittura, l'unica in grado di raccontare per filo e per segno i primi passi di una nuova vita, lontana dal padre, lontana anche da se stessa. Un po' tutti noi che ci affidiamo alla scrittura la capiamo.
Il trauma di Anaïs si riversa in un foglio, una lettera che non verrà mai spedita al destinatario, ma la prima di una lunga serie di registrazioni, nero su bianco, di qualsiasi cosa le capitasse. L'inizio dei diari personali.
Il "diario segreto" di Anaïs Nin. Una girandola di passioni al vetriolo, nella cornice mondana di Parigi e della New York anni Trenta. Psicologia del profondo e snobismo, vanità all'ennesima potenza e complesso di colpa: sono gli elementi che emergono da queste intense pagine, in cui la scrittrice lascia il campo alla donna innamorata e incapace di scegliere fra le sue pulsioni, tutte urgenti e non differibili nel tempo. Il canto estremo della sensualità più pura.
E oggi, a centoventi anni dalla sua nascita, possiamo dire che è grazie a questo carteggio con se stessa che ci sembra quasi di averla conosciuta.
Entrare in contatto con una figura complessa e affascinante come quella di Anaïs Nin non è per tutti. I suoi diari sono ricchi di dettagli, dimenticano che cosa sia la censura, sono il racconto particolareggiato di ogni sua esperienza.
Il matrimonio con il banchiere svizzero Hugh Guiler, il suo trasferimento a Parigi e l'inaugurazione di un florido circolo letterario.
Sono gli anni della giovinezza, gli anni del suo primo testo dedicato a L'amante di Lady Chatterley, gli anni di incontri e riflessioni, anche su se stessa. Anaïs Nin si avvicina, infatti, alla psicanalisi.
È un'immersione dentro la sua interiorità, ma anche un'importante presa di coscienza: alcuni desideri, anche se desiderati molto, possono diventare una gabbia.
Una bella casa, un caminetto accanto al quale sedermi, un bel panorama persino quando li desidero sono pericolosi - dato che nascondono le sbarre di una gabbia
Da qui, quella bambina segnata dall'abbandono apre nella sua vita una fase segnata dalla relazione con molti uomini. Otto Rank, Henry Miller.
Con quest'ultimo si instaurerà molto di più che un legame sentimentale. Il loro sentimento passerà anche al piano culturale, un caleidoscopico rapporto di due scrittori innamorati, di certo l'uno dell'altra per un periodo, ma di più della scrittura.
E nel loro continuo scambio epistolare si alternano momenti di grande erotismo e di profondo senso letterario. Il racconto della loro attrazione fatale, spesso anche irrequieta, li accompagnerà per decenni.
Quello tra Nin e Miller sarà un rapporto che, ironia della sorte, privilegerà l'uomo della coppia, rispetto alla donna, proprio lei, l'icona femminista che diventerà. Basti pensare che Tropico del cancro, il libro che renderà celebre Miller, i cui contenuti saranno scabrosi ma apprezzati, aveva visto la luce e la sua miglior forma grazie a tutti i rimaneggiamenti di Nin.
Anaïs Nin, però, non vuole divorziare dal marito Hugh e cerca in tutti i modi di tenerlo al sicuro dal dolore e dalla delusione della sua doppia vita.
Le idee che, invece, maturano in quegli anni, quelle idee rivoluzionarie sull'importanza del piacere sessuale, rivoluzionarie perché espresse proprio da una donna, non fanno che far parlare di lei. Il bel mondo, scettico, la trasforma in un personaggio solitario, costretto ad auto-pubblicarsi i libri.
Gli anni passano e arriviamo al 1944, quando, in un ascensore per andare a una festa, Anaïs Nin conosce Rupert Pole, un attore più giovane di lei di sedici anni. Tra i due nasce subito un'intesa reciproca e si sposeranno nella città di Los Angeles nel 1955.
Sono gli anni in cui Anaïs cerca di stampare i suoi diari, con l'editore Harcourt Brace. Sono edizioni che mancano di alcuni passaggi, i più scandalosi, ma sono appunti che convertiranno la scrittrice, quella ipersensitiva donna bambina, in un modello femminista ancora ammirato.
Come tutte le grandi storie, però, anche in quella di Anaïs Nin ritorna un numero: l'undici. Passeranno, infatti, undici anni e poi la scrittrice lascerà questa terra, il 14 gennaio 1977, a causa di un tumore.
Per lei sarà scritto un doppio necrologio, sul New York Times, dove saluterà Hugh Guiler, e sul Los Angeles, dove saluterà Rupert Pole.
Quest'ultimo sarà anche il suo esecutore testamentario ed è merito suo se, dopo la morte di Guiler, gli scritti di Anaïs Nin troveranno la luce in un'edizione integrale.
Nasceva centoventi anni fa Anaïs Nin, icona della liberazione sessuale, della scoperta di sé e di un rapporto più consapevole con le proprie pulsioni. Oggi, abbiamo ancora molto da imparare da lei, da quella ipersensitiva donna bambina che a undici anni aveva già imparato il potere della scrittura.
Di
| Bompiani, 2001Di
| Bompiani, 2021Di
| SE, 2021Di
| Bompiani, 2019Di
| Bompiani, 2017Di
| La Tartaruga, 2021Di
| Bompiani, 2000Gli altri approfondimenti
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