The Broken Earth trilogy by N. K. Jemisin

La trilogia The Broken Earth è un ciclo di tre romanzi (La quinta stagione/The Fifth Season, Il portale degli obelischi/ The Obelisk Portal e Il cielo di pietra / The Stone Sky) che porta alle luci della ribalta della letteratura sci-fy mondiale N.K. Jemisin.

Donna, afroamericana, raccoglie il testimone di Ursula LeGuin e soprattutto di Octavia Butler e si fa largo in un mondo letterario prettamente caratterizzato al maschile, quello della fantascienza, vincendo per tutti e tre i volumi del ciclo de La terra spezzata il prestigioso premio Hugo e il premio Nebula.

Come LeGuin e Butler, N.K. Jemisin costruisce i suoi mondi alternativi e le sue finzioni per riuscire a parlare, sganciandoli da una realtà prossima e concreta, di temi forti e contingenti, consapevole che allontanarsi permette di avere una prospettiva più ampia. Questo le permette di affrontare nei suoi romanzi questioni legate alla disumanizzazione, alla diversità (razziale e di genere), al collasso ecologico.

In un mondo costituito da un unico continente chiamato Still (Immoto) vivono, umani tra gli altri umani, gli Orogeni, dotati del potere unico di sentire e prevedere tutti i movimenti di Padre Terra, dio unico e solo di Immoto; un dio rabbioso e crudele che scuote periodicamente Immoto con grande violenza, provocando quella che gli umani chiamano Quinta Stagione. Un periodo di tempo, in grado di durare anche secoli, che spopola il pianeta delle sue creature viventi, ribaltando regni e imperi e ogni possibile sistema di pacifica convivenza. Nonostante le loro capacità, gli Orogeni non sono però amati, al contrario. Spesso vengono uccisi se scoperti da piccoli, perché non sono in grado di controllare il loro potere, oppure sono affidati alle mani dei Guardiani, sadici controllori e addestratori, e confinati in una cittadella nel cuore dell’Impero chiamata Il Fulcro, dove vengono istruiti al controllo del loro potere.

Trattati come sub-umani, obbligati a una divisa che li distingua quando devono muoversi tra le varie regioni di Immoto per sedare piccoli sismi o per spostare masse pietrose, sono gli “intoccabili” di un’umanità divisa in caste strettamente connesse alle competenze legate alla terra e ai suoi movimenti.

Quando, dopo un lungo periodo di pace, si apre una faglia che spezza in due Immoto, le vite di Damaya, Syenite e Essun, tre Orogene, si incroceranno in un percorso affascinante e denso di mistero nel quale, insieme a loro, incroceremo creature inquietanti che stranamente ci ricorderanno qualcosa di noi, i Mangiapietra: cammineremo sui resti di civiltà morte (e dimenticate?) in un continuo susseguirsi di colpi di scena e rivelazioni che di libro in libro ci porteranno in un viaggio appassionante nel futuro dell’Umano attraverso un passato sepolto ma prepotentemente presente.

N.K. Jemisin scrive bene, benissimo. Incalza, veloce, di battuta in battuta, di riflessione in riflessione, senza essere mai didascalica nel suo intento letterario. Va oltre il genere (come spesso accade con gli scrittori di fantascienza) e ci regala tre libri di bella letteratura: supera il tempo, ristabilisce i fondamentali, o quelli che dovrebbero essere, delle relazioni umane al di là del tempo e dello spazio.