Scrittori e amanti di Lily King

Appena si poggia lo sguardo sulla copertina di Scrittori e amanti si inizia già a pregustare la delizia di una lettura frivola e magari anche romantica.

Con uno stile fluido e un ritmo ondoso nella scrittura, che si allunga e si accorcia per seguire i sentimenti della protagonista, Lily King ricostruisce un momento della vita di Casey, mostrandocelo nella sua più banale quotidianità, una quotidianità vissuta ai margini dell’ambiente intellettuale di Boston: le sue interazioni da cameriera con clienti e colleghi, i suoi problemi economici, le sue infatuazioni anche in quei momenti che non racconteresti ai confidenti.

Invece superato il primo incrocio capiamo subito che quella frivolezza che ci aveva intrigati è tutt’altro e che i flirt e le avventure di Casey sono solo l’amo che ci lancia Lily King per meglio farci addentrare nei suoi pensieri riguardo lo scrivere, il leggere e l’elaborazione del lutto per antonomasia: quello per la propria madre.

…e poi c’è quel parlare di altri libri e altri scrittori, in un continuo rimbalzarci tra titoli che già conosciamo o che vorremmo leggere, che rende noi lettori protagonisti della scena che stiamo leggendo: «Vado dalle parti della parete della narrativa. Effettivamente Annie ha una bella collezione. Ci sono molti libri che amo: The Evening of the Holiday, Amatissima, Gente indipendente, Tumulti, Le cure domestiche, A colpi d’ascia. Al college la mia cartina di tornasole per le librerie era Fame di Hamsun. C’è anche quello».

Qualsiasi momento, diventa quello giusto per parlarci degli scrittori che più ha amato, permettendoci di comprendere appieno anche il perché si sia avvicinata alla scrittura e con quali ambizioni emozionali:

Leggere Scrittori e amanti è rendersi pienamente conto di quanto le storie siano fatte di racconti di istanti: il rumore dei ragazzini che mangiano il gelato accanto alla protagonista, la foto attaccata sul frigorifero in una casa prima sconosciuta, lo starnazzare delle oche (un immediato richiamo alle anatre di Holden Caufield) mentre i pensieri vagano, un po’ come pezzi di puzzle che una volta riuniti creano l’immagine. E Lily King rientra appieno in un canone, quello del raccontare gli istanti della vita, in cui altre scrittrici prima di lei si sono cimentate producendo opere bellissime ma troppo “domestiche” o “quotidiane” rispetto alla letteratura alta, scrittrici come: Anne Tyler (Premio Pulitzer), Julia Glass (National Book Award), Ann Patchett o Meg Wolitzer.