La presenza di cibo nei libri è una forma di tempo e spazio, un piacere sostitutivo e complementare del piacere amoroso
Si potrebbe pensare che un libro dal nome Pranzi d'autore parli di cucina, e non si avrebbe torto.
Ma sarebbe del tutto sbagliato pensare che questo testo scritto da Oretta Bongarzoni sia un semplice manuale di ricette.
I piatti racchiusi al suo interno sono, infatti, rintracciabili dentro i grandi classici della letteratura. Romanzi che magari abbiamo letto in un momento speciale della nostra vita, in completa solitudine in camera, dopo la fine di una relazione oppure in un periodo di felicità.
L'omelette alle erbe di Sostiene Pereira, le quaglie en sarcophage del Pranzo di Babette, il Christmas pudding di Joyce, le melanzane all'amore di Márquez... Queste e tante altre ricette che hanno dato sapore alle nostre letture ora delizieranno anche il nostro palato, grazie a Oretta Bongarzoni e le sue godibili ricette.
A volte, quando si legge una grande storia, si tende a dimenticare quei particolari che sembrano fare da “sfondo”, come una cena o una singola ricetta. Questo libro fa capire come questa credenza sia del tutto sbagliata, perché a volte è proprio il cibo che fa da assoluto protagonista. E cosa c’è di più bello se non riuscire a riprodurre una ricetta racchiusa dentro un romanzo che portiamo nel cuore?
Pensate di essere sotto Natale. Perché invece di fare il solito pandoro o panettone non si rivive il pudding di Natale citato ne I morti di Joyce? E magari, perché no, ritrovarsi a tavola a discutere di opera lirica proprio come nel libro, così da sentirsi un po’ il romanziere in persona.
Oppure pensate a San Valentino. Se si vuole cucinare una cena speciale, allora non esistono ricette migliori di quelle dentro L’amore ai tempi del colera di Gabriel García Márquez, come una torta “tormento d’amore” perfetta.
Si potrebbe andare avanti raccontando ogni tipo di situazione e ogni perfetta ricetta per l’occasione, e la parte migliore è che non sarebbero piatti trovati in un qualsiasi libro di ricette - che magari sta prendendo polvere sulla mensola da mesi - ma pietanze che hanno accompagnato i protagonisti delle storie che amiamo di più.
Ogni tanto ci penso a come sarebbe stato vivere come Madame Bovary, con una vita d’amore sconnessa e tormentata. Non posso vivere la sua vita, e sicuramente non mi trovo nella sua epoca, ma posso averne un gustoso assaggio grazie alla ricetta “Gigot d’agnello”.
E da buona tradizionalista non lascerei mai il piatto senza fare la scarpetta, magari con dell’ottimo pane. Alla fine dovrei solo scegliere il tipo, e grazie a Una vita di Guy de Maupassant posso scegliere tra ben quattro tipi: noci, cumino, uvetta e ancora ulive e acciughe.
Insomma, a parlare di ricette mi è venuta veramente fame, penso proprio che oggi mi lascerò ispirare da Elias Canetti.
Ora vi chiedo, quale sarà la vostra prossima ricetta?
Vi ritroverete a fare le solite lasagne per il pranzo della domenica o vi lascerete ispirare dalla letteratura?
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