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Pesca alla trota in America di Richard Brautigan 

Ha una trama forte e assolutamente precisa che, però, mentre uno lo legge non lo capisce. Si passa da una scena all’altra che non sembrano collegate tra loro da niente ma sono bellissime (…) un viaggio sregolato, fiammeggiante, allucinato e allucinante negli Stati Uniti (ma in realtà nel mondo). È un libro che rappresenta la vita di tutti noi, queste vite scollegate, piene di cose strane. (…) Ogni volta che lo rileggo cambia sempre e le alternative sono due: o cambia lui o cambio io che lo leggo e, se lo leggete, secondo me cambiate anche voi

Fabio Genovesi

Il “nostro” Fabio Genovesi, di cui potete ascoltare il podcast “Lo spirito continua”, è autore di diversi romanzi tra cui ricordiamo l’ultimo uscito in ordine di tempo e da poco disponibile in edizione tascabile: Il calamaro gigante.

Il libro cult che ci ha consigliato di leggere è Pesca alla trota in America di Richard Brautigan, un classico della letteratura americana forse poco conosciuto qui in Italia, ma assolutamente da recuperare.

Pesca alla trota in America
Pesca alla trota in America Di Richard Brautigan;

Dissacrante, psichedelico e giocoso, Pesca alla trota in America è un romanzo infuso di surrealismo e malinconia, che ha poco o nulla a che fare con la pesca, e molto con il senso di perdita che accompagna l'età adulta, tanto di un uomo quanto di una nazione.

Con questo romanzo Richard Brautigan, morto suicida a quarantanove anni, ha dato all’America (e al mondo) un piccolo capolavoro. Mescolando lo spirito proprio della beat generation con il romanzo postmoderno e atmosfere comiche, ci ha consegnato uno specchio in cui contemplare la complessità e le contraddizioni dell’America. Attraverso storie psichedeliche o malinconiche, che parlano di gente comune, di emarginati e quotidiani tormenti, mette a nudo il mito della società americana che per molti anni abbiamo guardato con grandi aspettative e che, sempre di più di questi tempi, ha perso smalto e attrattiva fino quasi a trasformarsi nell'opposto di sé stessa.

Un romanzo tutto da scoprire, quindi, che con la pesca ha poco a che fare benché resti come un fil rouge a cui restare saldamente attaccati. Un po’ come accaduto in un altro classico della letteratura americana, Moby Dick, ben più noto e ben più voluminoso, in cui parlando di pesca e di caccia a un’enorme e mostruosa balena bianca si è rappresentata una metafora della vita stessa. 

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(Tacoma, Washington, 1935 - Bolinas, California, 1984) poeta e scrittore statunitense. Apprezzato dalla cultura underground per la tecnica innovativa dei suoi romanzi - Il generale immaginario (A confederate general from Big Sur, 1964), Pesca alla trota in America (Trout fishing in America, 1967, che conquistò milioni di lettori raccontando un nostalgico pellegrinaggio alla ricerca di una natura incontaminata), Zucchero di cocomero (In Watermelon sugar, 1968, ambientato in una comune), La casa dei libri (The abortion: an historical romance, 1971) -, ha saputo fondere miti classici della tradizione americana con eroi del cinema e della televisione in un pastiche letterario iperrealista. Ha pubblicato anche Sognando Babilonia (Dreaming of Babylon, 1977), Tokyo-Montana Express (The Tokyo-Montana Express, 1980, nt) e Il vento non spazzerà via tutto (So the wind won’t blow it all away, 1982, nt). È morto suicida.

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