Le figlie di Ys di M. T. Anderson

Potere e bellezza hanno un prezzo, che può essere molto caro. Ce lo disse Platone, parlando di Atlantide, e ce lo ripete Anderson, nella sua rivisitazione di una leggenda bretone, aiutato dalle illustrazioni di Jo Rioux.

Sulle coste della Bretagna, in uno scenario composto da un mare feroce e da una natura spoglia e fredda, sorge la mitica Ys, città di meraviglie e ricchezze. È un regno in cui le guglie dei palazzi sfidano il cielo, in cui i nobili cavalcano creature marine, in cui si mangiano uccelli arrosto da cui sgorgano fontane di vino. Il re tiene banchetti tutto l’anno con invitati da tutto il mondo, ma questa fastosità è costruita su un sanguinolento segreto.

La storia segue le vite delle due figlie del re: la minore, i cui incantesimi e i cui machiavellismi nutrono il potere della città, e la maggiore, un’anima sensibile che fugge i propri doveri e vive nella natura, incontrando spiriti ed eremiti. Nel mito originale il segreto della città viene messo in pericolo dal diavolo, ma in questa rivisitazione è il rapporto tra le due sorelle a smuovere l’apparente quiete.

Dahut e Rozenn sono profondamente diverse, e mentre la prima porta il peso degli incantati e violenti misteri di corte, la seconda vive i vantaggi e gli svantaggi di una vita da reietta, che si è scelta per amore della semplicità. Le loro vite si svolgono una tra le sale e le camere da letto del palazzo e l’altra tra gli alberi, sulle scogliere, e si intrecciano e si allontanano di continuo, in una miscela di sentimenti ambigui e sofferti, mentre il loro rapporto viene lentamente incrinato dalle loro scelte. La tensione fra le due sale fino ad un punto di massimo distacco, e con esso cresce in segreto il male dentro alla città, celato agli occhi di entrambe: le due dovranno ricongiungersi a forza per scongiurare la minaccia.

La graphic novel mantiene lo stile spettrale e le immagini contorte della mitologia, in un intreccio quasi shakespeariano: omicidi segreti, amori dolorosi ed un cruento filo narrativo che porta a scoprire il segreto di Ys e della sua prosperità. Ogni tavola è intrisa dal senso di mistero, nello stile fiabesco di Jo Rioux: l’illustratrice rende l’atmosfera onirica con i propri personaggi dagli occhi spiritati e paesaggi dai colori vorticanti.

Come nelle migliori tragedie, ogni cosa, nell’opera, ha una doppia faccia: le azioni di entrambe le sorelle, le rispettive ragioni, il rispettivo rapporto col padre. E altrettanto dubbie sono le azioni antagoniste: gli “scheletri nell’armadio” della città mettono in pericolo il mondo delle due protagoniste, che è tuttavia un mondo di lusso guidato da meccaniche oscure. La storia segue una parabola favolistica, la cui morale viene fuori con un’avventura dal sapore epico e tragico, con un gusto particolare per una narrazione in vecchio stile: dialoghi raffinati e personaggi tormentati come in una tragedia greca, in un’atmosfera medievale e fantastica. Tra bugie, esseri mostruosi, patti segreti e sale da ballo, Anderson sviluppa un fantasy dal sapore antico e complesso, con un finale degno di una storia del ciclo arturiano.