Le cose che ci salvano di Lorenza Gentile

Con una scrittura scorrevole ed evocativa, Lorenza Gentile compone un romanzo dai toni crepuscolari, in grado di interpretare le angosce e le speranze di una generazione alle prese con catastrofi multiple e simultanee, mentre cerca di costruirsi un futuro.
Nell’universo di Gea, la protagonista, gli oggetti conservano traccia delle esistenze che hanno toccato, e si trasformano in talismani capaci di proteggere coloro a cui vengono affidati: il valore della cura delle cose diventa allora metafora della cura per la propria comunità, che Gea coltiva con dedizione e gentilezza. La sua storia è quella di chi si avventura alla ricerca del proprio posto nel mondo, scoprendo così la propria forza e i propri limiti.

“I nostri posti sono le loro persone” ripete spesso, ed è per questo che dopo ventidue anni trascorsi nella campagna sperduta della Rocca, il regno che suo padre ha costruito lontano da tutto e tutti, decide di trasferirsi da sola a Milano. È qui che da bambina, infatti, scopre un altro modo di vivere rispetto a quello con cui è cresciuta: la nonna, che mai ha abbandonato la città nonostante le proteste del figlio, le insegna a godersi la giornata senza preoccuparsi costantemente di possibili catastrofi in agguato; Dorothy, la proprietaria del negozio di antiquariato della zona, Il nuovo mondo, non è l’estranea pericolosa da cui l’avevano messa in guardia i suoi genitori; Milano, insomma, è ben diversa dallo spazio grigio che si era immaginata.

Negli anni, si consolida l’idea della città come oasi alternativa alla solitudine di un’infanzia scandita dalla presenza severa di genitori iperprotettivi, assorbiti dalla paranoia della fine del mondo, sempre più vicina: il padre accumula provviste in un bunker e allena Gea e il fratello Andrea a sopravvivere in situazioni estreme, la madre ha perso la voglia di uscire di casa. Gea sogna di avere degli amici.
Quando si risolve a partire, però, la nonna e Dorothy non esistono più, e Il nuovo mondo, lo scrigno di tesori dove così spesso aveva fantasticato di tornare, è in attesa di essere trasformato in un’hamburgeria di catena.
Gea è messa di fronte ad una scelta: lasciare che l’unico posto dove sia stata felice sparisca per sempre, o smetterla di farsi condizionare dal trauma del passato e conquistarsi il presente che desidera vivere? Se c’è una cosa che le ha insegnato suo padre, è come farsi trovare pronti in caso di emergenza. Se c’è qualcosa che lei sa fare meglio di chiunque altro, è aggiustare, prendersi cura, rimediare. “Non hai scuse, eppure non vivi” la rimprovera spesso la vicina di casa, colpevole della stessa mancanza. Gea, finalmente, decide di provarci.