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Il primitivo di Stephen Amidon

Un ciclista, in una notte fredda e buia, viene investito da un SUV. Così comincia il film "Il capitale umano" di Virzì, che esplora poi questo incidente da tre diversi punti di vista. La storia ha a che fare con il valore assegnato alla vita: l’esistenza di quel ciclista, per l’assicurazione, equivale a circa 200.000 euro. Questo è il suo “capitale umano”. Il film è tratto dal libro omonimo di Stephen Amidon, portato in Italia da Mondadori, con la vicenda originariamente ambientata in Connecticut.

Il primitivo
Il primitivo Di Stephen Amidon;

David Webster ha una vita invidiabile, la moglie più cool della città, la casa in puro stile yuppie e un lavoro che paga le bollette con il minimo sforzo. Quando si verifica l'incidente, sulla strada deserta, fa un tempo da lupi. Per fortuna, la ragazza respira ancora. David decide di non segnalare nulla alla polizia. Un'omissione. Una sorta di bugia. Ce ne saranno altre...

 

I romanzi di Stephen Amidon, autore americano che si divide tra il Massachusetts e Torino, riflettono spesso su questi argomenti: il capitalismo, l’amore (non di rado, coniugale) e lo svelamento di una nuova vita. In questo filone s’inserisce anche Il primitivo, romanzo uscito in inglese nel 1995, ma solo di recente edito in italiano da WhiteFly Press, piccola e indipendente casa editrice specializzata nel “dare voce ad autori eclettici, capaci di misurarsi con varie forme d’espressione”, costola di Edizioni Vague che pubblica soprattutto scrittori di lingua inglese o italiana.

Anche la storia de Il primitivo ha inizio con un incidente d’auto: David Webster, il protagonista - uno yuppie, un uomo sposato e di successo al quale in apparenza non manca nulla - si ritrova tra le braccia una ragazza senza documenti che a malapena respira ancora, inquietante e seducente. Si chiama Sara. David decide di non segnalare niente alla polizia di Burleigh, New Jersey, ed è lì che tutto ha inizio. Un’uscita di strada soprattutto metaforica, su una via fangosa che lo porterà a scoprire cose che non sapeva su se stesso.

Ti conosco, David. Ed è perché ti conosco che ti ho nascosto la verità. Ti piace avvicinarti ad essa, ma non potresti mai guardarla in faccia a lungo

Lo stile di Stephen Amidon è sempre asciutto, solido, architettonico. È molto visivo: a tratti ricorda, appunto, quello di una sceneggiatura per il cinema (Amidon ha sceneggiato con Virzì, ad esempio, anche “Ella & John”). “Il primitivo” è portato avanti principalmente dalla trama, anche se non mancano molte riflessioni e monologhi interiori di David. Del resto, Amidon è anche un grande appassionato dei classici shakespeariani. Il primitivo è un libro che riflette sul capitalismo e sul lavoro che si fa unico scopo della vita di un uomo, sulla falsità delle relazioni umane, su che cosa vuol dire conoscere davvero un’altra persona. Un thriller erotico, come è stato giustamente definito.

Si esplorano infine i territori della storia dell’arte, con atmosfere che, restando in ambito cinematografico, fanno pensare a quelle de La migliore offerta di Tornatore

Sua moglie dormiva, le coperte fino al mento come uno strato di neve fresca. La osservò a lungo, finché la pioggia cominciò a battere sui vetri. Si preannunciava un altro temporale, sulla scia del precedente

Un’omissione, una bugia che si ingigantisce, una vita parallela destinata inevitabilmente a crollare. Impossibile tornare indietro. Se nel bene o nel male, lo si scopre soltanto alla fine del romanzo.

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