Quando ho trovato I ragazzi della Blue Route, l’amore è stato inevitabile. Una Mannion ci porta per mano nella Pennsylvania dei primi anni ’80, nella vita di Libby, sorella di mezzo di una famiglia affollata.
È l'ultimo giorno di scuola, all'imbrunire di un pomeriggio di giugno. Libby (voce narrante) e i suoi quattro fratelli sono in macchina, alla guida la madre Faye, nervosa e stanca. All'improvviso, dopo un battibecco con la dodicenne Ellen, Faye ferma l'auto nel mezzo del a, obbliga la figlia a scendere e riparte con uno stridore di gomme.
Sua madre non corrisponde al ritratto ideale. Lavora troppo, pazienta poco e non è così brava a intagliarsi uno spazio di piena fiducia. Sono in macchina una sera, quando Ellen, dodici anni incastonati nel sedile, le inveisce contro perché resta spesso inascoltata. E così, Faye frena di colpo e la rovescia per strada.
Tutti i figli protestano, ovviamente anche lei, ma sua madre non demorde.
Ellen si ritrova a vagare, fin quando un’auto non decide di scucirla dall’asfalto. Alla guida incontra un pericolo maggiore di quello che avrebbe fabbricato una notte di foresta. Un uomo alto e biondissimo le tocca la gamba e la piccola scappa. Da lì deflagra la trama. Un loro amico vorrebbe vendicarsi con “l’uomo Barbie” e la famiglia Gallagher inizia a tremare. Libby vorrebbe congelare il suo perimetro e salvarsi dagli eventi. Ma gli eventi franano senza rimedio. Il cielo ruggisce di rivoluzioni. Piccole e inarrestabili.
Scroscia per lei il momento di confrontarsi con il cuore delle cose: l’umanità di sua madre, il ricordo del padre, morto troppo presto e troppo solo. L’universo sbrecciato di intenti imperfetti, le fitte e le scosse del crescere. Questo romanzo condensa la stagione più fragile e dolce. Quando è l’amicizia a dettare il potere sul corso dei giorni. Quando la pelle si scheggia di nuove promesse e impara a tradire le sue aspettative. Libby matura assaggia il frutto della sua forza. Il siderale prezzo dei segreti, il pozzo degli strappi e dei rimedi. E comprende che gettare il guscio non sempre ci lascia trafitti.
Riecheggia tanto in questa storia. La musica dei Rolling Stones, dei Siouxie and the Banshees, le corde affettive di autrici come Rebecca Stead, Alice Sebold, S.E. Hinton. L’America ancora imbrattata di ideali già destinati a diventare panni scomodi e infeltriti. La scia stellata del caprifoglio sul pendio e le incandescenze di un centro commerciale. I cibi chimici e le lappole. L’età di un dolore incantevole.
Raccontato senza nubi. Con una voce scolpita nel ritmo assetato.
Pensai a quello che eravamo stati da quel giorno sul sentiero delle azalee, che ognuno di noi aveva cercato di misurare il mondo, di ordinarlo a modo nostro dandogli dei nomi o disegnandolo, facendo liste, cercando di allontanare il suo caos creando mappe delle sue galassie, tracciandone i sentieri. Volevo mettere ordine nella mia parte di quel mondo, mantenerla e curarla.
Ed eccoci qui, inzuppati nell’orbita dell’attimo magico, in cui tutto sembra possibile, proprio come nei libri migliori.
Le recensioni della settimana
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente