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Come vento cucito alla terra di Ilaria Tuti

Questa è la storia di una donna e di un uomo, ed è al contempo la storia di una generazione di donne e di uomini. È una storia di lotta, sacrificio e abnegazione, ma anche di riscatto, speranza e libertà.

Dopo il successo di Fiore di roccia, Ilaria Tuti dimostra ancora il suo talento nel raccontare una vicenda storica di grande importanza, non perdendo però la capacità di coinvolgere e appassionare: in Come vento cucito alla terra la scrittrice sa restituire al lettore la verità di un periodo storico, narrandola in modo avvincente.

Come vento cucito alla terra

Dopo il grande successo di "Fiore di roccia", una nuova, potente storia di riscatto e di speranza.

Siamo in Inghilterra, nel 1914, durante i primi mesi della Prima Guerra Mondiale. C’è un uomo, il capitano Alexander Allan Seymour, in trincea con i suoi soldati, e una donna, la dottoressa Cate Hill, tra le corsie di un ospedale con le sue colleghe; la narrazione ci presenta, alternate, la guerra degli uomini e quella delle donne, combattute su due diversi campi di battaglia: da una parte il fronte, dall’altra un ospedale in cui salvare più vite possibili e dimostrare, contro la diffidenza generale, di essere medici validi tanto quanto gli uomini.

Mentre la guerra infuriava, infatti, un gruppo di dottoresse, guidate dalle due suffragette e pioniere Louisa Garrett Anderson e Flora Murray, aprirono in Francia la prima unità chirurgica interamente gestita da donne, per curare soldati feriti.

Il WHC, Women’s Hospital Corps, nato con il supporto dell’Ufficio della Croce Rossa di Parigi, fu una vera rivoluzione: solitamente alle dottoresse era permesso lavorare solo con donne e bambini in ospedali di carità, non certo operare soldati. Queste donne, oltre a svolgere un ruolo medico fondamentale, hanno aperto una breccia nella storia, per loro stesse e per tutte le donne venute dopo di loro.

Un giorno, a Parigi, una donna mi disse che non siamo soli nell’affrontare il cambiamento. È vero. Ci sarà sempre qualcuno che si batte per le stesse cose che noi difendiamo, anche se non possiamo vederlo. Dobbiamo tenere a mente che c’è, non dimenticarlo mai, e andare avanti. In un modo o nell’altro, bisogna pur prendere posizione

Cate Hill lo sa, quando lascia in Inghilterra Anna, la sua bambina di pochi anni, per seguire Louisa e Flora; la consapevolezza dell’importanza della missione non le impedisce però di essere dilaniata dal senso di colpa, dalla paura del dolore che sta infliggendo a sua figlia. Sale sul treno che la porta in Francia con un disegno di Anna in mano: raffigura lei, Cate, che impugna, quasi fossero trofei, lo stetoscopio e una borsa da medico: “la sua bambina la vedeva come una guerriera armata di scienza”. Le colleghe la rassicurano: sei un esempio per lei, questa è l’unica cosa che conta. I suoi occhi vedono quello che fai. Vedono la passione, e il sacrificio. Non c’è scuola né educatrice che possa darle quello che le stai dando tu, anche se ora siete lontane. La possibilità, la libertà, di scegliere per sé stessa.

Anche Alexander Allan Seymour sa di dover combattere in nome di un ideale più alto: salvare i suoi uomini, riportarli a casa; ma nulla sembra rivelarsi più difficile, tra bombe e gas, generali e maggiori insensibili e gretti, esecuzioni, fame, freddo, morte.

A un certo punto, le due difficili strade di Cate e Alexander si incrociano: prima a Wimereux, sulla costa francese, dove le dottoresse si sono spostate per poter assistere da vicino i feriti, e poi a Londra, all’ospedale militare di Endell Street. Sarà a Londra che le dottoresse dovranno affrontare le maggiori difficoltà, osteggiate non solo dagli stessi soldati che vengono curati all’interno dell’ospedale - diffidenti della professionalità femminile, credono di ricevere cure di second’ordine – ma anche da coloro che occupano posizioni di potere all’esterno. Il culmine del dissenso verso la loro attività viene raggiunto quando, per lenire le ferite psicologiche causate dalla guerra, le dottoresse propongono ai soldati l’attività del ricamo. Inizialmente riluttanti, pian piano molti di questi uomini cambiano idea. Un passo dopo l’altro, una conquista dopo l’altra, verso il cambiamento.

Quello tra Cate e Alexander è l’incrocio di due mondi apparentemente molto distanti, eppure resi vicini dall’esperienza della guerra e dalla voglia di affermazione personale e libertà dai pregiudizi, dagli stereotipi, dalle aspettative altrui, libertà di essere sé stessi.

Questo libro è quindi un romanzo storico e un’appassionante vicenda da leggere tutta d’un fiato, una preziosa testimonianza della tenacia delle Lady Doctors e dell’impegno e delle sfide che molte donne hanno affrontato lungo la strada dell’emancipazione femminile.

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Conosci l'autore

Ilaria Tuti è nata a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Ha studiato Economia. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice. Nel 2014 ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Il thriller Fiori sopra l'inferno, edito da Longanesi nel 2018, è il suo libro d'esordio. Tra i suoi libri ricordiamo anche: Ninfa dormiente (Longanesi, 2019) e Fiore di roccia (Longanesi, 2020). Del 2021 il romanzo La luce della notte, il ritorno dell'amatissima Teresa Battaglia in un romanzo di rinascita e speranza. Sempre per Longanesi pubblica nel 2021, Figlia della cenere, nel 2022, Come vento cucito alla terra e nel 2023 Madre d'ossa.Fonte immagine: credit P. Gurisatti.

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