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Cadere di Lola Lafon

Francia, anni ’80. Una sera, davanti a un programma tv d’intrattenimento, Cléo decide cosa ne sarà del suo futuro. Ha dodici anni, vive con la famiglia in un sobborgo poco fuori Parigi, e davanti a quello schermo e a quei ballerini così energici e vivaci che lo riempiono decide che il mondo della danza sarà proprio il suo. Concentra nel ballo tutte le sue forze, mette in quell’attività dedizione e sacrificio: l’obiettivo che si è data è quello di diventare, un giorno, una ballerina professionista e l’impegno è il requisito fondamentale per raggiungerlo. Per questo quando una donna si presenta al centro di aggregazione giovanile in cui studia danza e chiede proprio di lei, Cléo ne è così felice che quasi non le sembra vero: Cathy l’ha notata fra tutte le sue compagne, la ritiene speciale, e vorrebbe proporla alla commissione della fondazione per la quale lavora: se supererà le selezioni, vincerà una prestigiosa borsa di studio.

Cadere
Cadere Di Lola Lafon;

Sullo sfondo degli anni Ottanta in cui i confini tra il lecito e l'orrore sembravano sfumati, in un'epoca in cui tutti sapevano e trovavano normale, un coro di giovani donne si muove alla ricerca di un sogno. Per risvegliarsi di colpo in preda a un incubo.

Di Cathy, Cléo vede solo quel che c’è alla luce: è una donna bellissima, elegante, insolitamente generosa, solo starle vicino le sembra un privilegio preziosissimo. Cathy, ufficialmente, è lì per aiutarla a prepararsi per la commissione: diventa sorella maggiore, amica, mentore, e senza sforzo alcuno conquista proprio tutti, dalle compagne di scuola di Cléo ai suoi genitori. Quello che nessuno sa, è che Cathy sta spingendo la ragazzina in una rete di orchi: i giurati che dovrà conquistare sono interessati a ben altro che al suo talento, e sarà proprio lei a farne le spese. Smarrita, spaventata, umiliata, si ritrova respinta e accusata di non essere ancora pronta, di non desiderare a sufficienza quella borsa di studio. Forse, sostiene Cathy, è solo questione di tempo e preparazione. Forse, le propone, potrebbe lavorare lei stessa per la fondazione: aiutarla a selezionare le ragazze, assumere un ruolo parallelo al suo. E Cléo, ancora tredicenne, combattuta tra la paura e un desiderio disperato di redenzione agli occhi di quella figura così magnetica, accetta di farlo, senza sapere che il senso di colpa e di orrore verso sé stessa la perseguiteranno per sempre. Ci vorranno decine di anni, un’indagine e un documentario per rendere giustizia a Cléo e alle ragazze cadute in quella trappola. E ci vorrà una vita intera, per loro, per liberarsi della vergogna e del rimorso che provano.

Aspettava una bambina. Aveva passato ore a piangere chiusa in bagno senza sapere perché. Era possibile pretendere di educare un essere umano quando si era contribuito alla distruzione di un altro, di molti, forse? Essere un esempio?

L’abisso di Cléo e delle altre vittime, in Cadere, è visibile e inesplorato allo stesso tempo. Chi sta loro intorno lo osserva dai margini, cerca di normalizzarlo, sminuisce la portata dell’impatto ma si guarda bene dall’avvicinarsi troppo all’orlo. E così quelle bambine, che diventano ragazze e poi donne, rimangono inascoltate, vittime di un silenzio che paralizza tutto e che le condanna a ritenersi colpevoli, immeritevoli di perdono, comprensione, consolazione. Di quell’abisso, nel romanzo, vediamo un pezzo dopo l’altro, come in un puzzle, e la figura completa che emerge alla fine non ci è affatto sconosciuta, al contrario: le denunce e i racconti ritenuti eccessivi ed esagerati, il dolore banalizzato, le esperienze traumatiche ridotte a fatti normali e poco degni di nota, le vittime trattate come capricciose e irriconoscenti, o forse peggio, come attrici dall’interpretazione troppo marcata. Il talento di Lola Lafon è soprattutto questo: la capacità di offrire un ritratto sincero, fedele e accuratissimo di una società patriarcale, delle sue contraddizioni, di tutti i suoi lati oscuri. La struttura del romanzo è perfettamente funzionale a questo scopo, ed è complessa ma efficace: l’intreccio si snoda in un periodo che copre più di trent’anni, prende vita attraverso frammenti, episodi e ricordi in cui tutto trova il proprio posto al momento giusto, e si risolve in un finale catartico che lascia intravedere, finalmente, la luce.

L'altro libro di Lola Lafon:

La piccola comunista che non sorrideva mai

Una miracolosa, minuta ginnasta rumena di quattordici anni, Nadia Comaneci, compare ai giochi di Montreal e diventa mito planetario: sbaraglia le concorrenti sovietiche, favoritissime, fa saltare i sistemi elettronici che computavano i punteggi ricevendo tutti 10; sospende, col suo volto, il suo volteggio, il suo corpo elastico, la guerra fredda. Lola Lafon, sedotta da questa donna bambina che non sorrideva mai, racconta la storia della sua vita, entrando nei suoi sentimenti e nelle sue emozioni, come fosse il personaggio di un romanzo in cui, tuttavia, tutto è vero.

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