Tracce di Tito

Comics'n'roll

Chi mi conosce abbastanza da vicino sa che per me Lucca Comics è come Natale, ma il problema è che io sono come Babbo Natale. La vedo sempre da dentro e da dietro. Come su una slitta, ad ammirare il fondoschiena delle renne. E con tutti che ti chiedono qualcosa.

Ma no, non è vero. Dico così, però poi sono contento. Quest'anno in particolar modo, tornando a Lucca dopo un anno saltato. Allo stand di Feltrinelli Comics (la collana di cui sono curatore, per inciso) e in giro per il festival converso con autori e lettori giovani. Siccome - questo sì - è un po' come essere un idraulico alla fiera delle brugole, cerco di cambiare argomento. Almeno ogni tanto, per pietà, non parliamo di fumetti. La musica salta sempre fuori. Inevitabile, con il sottoscritto.

Scopro così che, alla mia età, è vietato esprimere un'opinione qualsiasi sui Måneskin. Pena essere etichettato come "boomer". Un po' mi rode, perché se fossero venuti fuori quando avevo vent'anni, mentre ero immerso in ascolti tipo Throbbing Gristle o Cabaret Voltaire, li avrei bollati come roba (già) vecchia. Ehi, calma, mettete via corda e sapone: non è un giudizio qualitativo. È un discorso che ho già fatto pure qui, sulla percezione di "nuovo" in campo musicale.

Graphic novel is back
Graphic novel is back Di Davide Toffolo;

Con scorticata sincerità, Davide Toffolo ci regala una riflessione delicatamente spietata su cosa vuol dire creare. "Davide Toffolo è l’unico esempio di fumettista che, al tempo stesso, è anche una rockstar. Nel suo nuovo lavoro, Graphic Novel Is Back, riflette e fa riflettere sul senso di due ruoli simili, demistificando entrambi: l’eroe e il divo".

Tenete presente che a vent'anni ero fin troppo estremista e mai avrei immaginato che, un giorno, avrei posseduto l'intera discografia dei Beatles e dei Rolling Stones (degli Who, me ne mancano un paio).

Tornando alle cronache lucchesi, allo stand passa a trovarmi Davide Toffolo, con mascherina ma senza maschera (quella con teschio, avete presente?). Giusto per ricordarmi che lui è pure un grande fumettista, oltre che il leader dei Tre allegri ragazzi morti. Band che riesce a non passare mai di moda, a proposito del discorso di cui sopra, seppure senza mai avere fatto avanguardia e nemmeno, di contro, avere inseguito le mode. Sarà forse che basta, "semplicemente", fare belle canzoni, mettendoci sempre il cuore e lo stomaco?

Ecco, mi manca proprio un bel concerto dei Ragazzi morti, pieno di gente giovane e attempata, tutta insieme. Pieno di vita, a dispetto del nome. E in mezzo alla folla di Lucca, per quanto contingentata e distanziata (come è giusto), mi rendo conto di quanto io abbia bisogno di perdermi lì in mezzo, per ritrovare me stesso. In una folla che diventa un enorme corpo unico, con un'unica anima, un'unica voce in coro e, in fondo, un'unica età. Sentirsi parte di un tutto è bellissimo. Spero davvero, molto presto, di potervi raccontare un concerto. Anche un brutto sarà un po' bello.

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