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Valentino Bompiani, a 30 anni dalla scomparsa

"Mia nipote Elisabetta era mancata da poco in un incidente d’auto. Tutta la famiglia Mauri, da sempre molto legata, si era stretta nel dolore. Poi – un po’ alla volta – ricominciammo a vivere. Giocavamo a calcio, nel campo della parrocchia San Fedele, in un campo pieno di sassi, tremendo… e ai bordi del campo si assiepavano quelli della famiglia che magari non giocavano, ma volevano esserci. Fra questi, mio zio Valentino Bompiani. Una sera, guardando la partita, e vedendo tutte quelle ginocchia sbucciate, Zio Val disse a mio fratello Luciano «…ma perché tutta questa energia, invece che giocare a pallone, non la usiamo per aprire una scuola per librai?»… e così nacque la Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri".


In questa testimonianza, Achille Mauri, Presidente di Messaggerie Italiane, fa balenare alcuni tratti del carattere di suo zio Valentino Bompiani, editore scomparso trent’anni fa, grande protagonista dell’industria culturale italiana lungo l’arco di oltre mezzo secolo.
La caratteristica di Bompiani come editore fu forse quella di essere un eterno adolescente, nell’accezione che Truffaut dava a quell’età in cui ogni cosa la si fa per la prima volta. E i libri pubblicati da Bompiani continuano ad emozionare lettori di tutte le età, di tutte le generazioni.


Corrado Alvaro, Umberto Eco, Elio Vittorini, Guido Piovene, Vitaliano Brancati, Raffaele La Capria, Ennio Flaiano, Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino, Pier Vittorio Tondelli, ecco qualche nome per stare nella narrativa italiana. Se poi volessimo allargare lo sguardo a tutto quel che dal mondo – attraverso Bompiani – è arrivato nelle nostre librerie, potremmo aggiungere i nomi di André Gide, Jean-Paul Sartre, Albert Camus, T.S. Eliot, per arrivare alle prime opere di Philip Roth, a Patricia Highsmith, a Marguerite Yourcenar. E poi Erica Jong, Jay McInerney, Hanif Kureishi, Noah Yuval Harari, Lauren Groff…


Ci fermiamo qui, per non esagerare con quella che Umberto Eco – che della casa editrice è stata una delle colonne portanti, per molto tempo – definiva “la vertigine della lista”, e chiudiamo con le parole di Achille Mauri, con la testimonianza del quale abbiamo aperto questo breve pezzo: "[…] non ci si può fidare solamente della propria intelligenza. Spesso la propria intelligenza è un inganno. Bisogna andare oltre, aprirsi, collaborare all’intelligenza del tempo". Valentino Bompiani si è sicuramente aperto all’intelligenza del tempo in cui ha vissuto e fatto libri, contribuendo a portare nelle nostre case idee e storie che continuano a risuonare in noi. Esattamente come la prima volta.

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