Stati Generali della cultura: una riflessione sul nuovo mondo dell'editoria

Torna quest'anno in presenza al Museo del Risorgimento di Torino l'evento a cura del Sole24ore che si interessa dello stato della cultura in Italia: gli Stati Generali della Cultura, Le nuove frontiere. Costruire il patrimonio culturale del futuro

All'interno del ricco programma di incontri e riflessioni sul mondo della cultura, un evento ha catturato la nostra attenzione: Il nuovo mondo dell'editoria, le trasformazioni del mercato audiovisivo. Leggere i mestieri del futuro

Cosa vuol dire oggi costruire il patrimonio culturale del futuro? Su cosa bisogna puntare e perché non ci si può limitare unicamente al mondo dell'editoria, ma bisogna spaziare anche al mondo degli audiovisivi

Queste le domande alle quali si è cercato di dare una risposta. A partire da Giulia Cogoli, direttrice dei Dialoghi di Pistoia, si è indagato il ruolo del Festival all'interno del mondo culturale. Quello del Festival è un fenomeno tipicamente italiano che, con la sua vivacità può essere un veicolo per avvicinare molti giovani alla cultura. Lo scopo è quello di far diventare i ragazzi consumatori culturali, ma spesso questo obiettivo è scarsamente raggiunto. I Festival possono essere quella miccia che fa scattare una scintilla nei più giovani che tastano con mano la cultura, un'entità viva e non morta dietro a parole stampate. 

Per futuro si intende giovani e se i Festival contribuiscono a creare fruitori culturali consapevoli, è importante continuare a guardare anche al mondo del libro, la più grande industria culturale del paese. 

Negli ultimi anni si è assistito a una grande crescita nel settore ragazzi, un po' per la spinta data dalla pandemia, un po' per le vendite più importanti in termini di numeri di fumetti e manga. 

A dare una spinta all'editoria, però, ha contribuito anche l'innovazione che, come dice Riccardo Franco Levi, presidente AIE, fa parte del mondo del libro da molto tempo. IBS, Arianna, Alice, sistemi che hanno aiutato nel commercio online, ma anche nell'archiviazione elettronica di migliaia di libri stampati ed ebook. 

Riflettere sulla cultura di oggi e del futuro significa, però, anche riflettere sulla scrittura. Si vive di scrittura? Sì, ma anche no. In molti lavorano con la scrittura, ma non della scrittura che sognavano perché scrivere oggi significa anche, e soprattutto, comunicazione. I nuovi scrittori sono i social media manager di se stessi. Questo perché oggi la scrittura viene vista come un mero intrattenitore. Federica Manzon, della Scuola Holden, propone un cambiamento, propone di rilanciare il ruolo della scrittura come produttore della cultura

All'incontro hanno partecipato anche Luca Barbareschi, produttore indipendente, Sergio Cerruti, presidente AFI (Associazione fonografici italiani) e Franco Siddi, presidente Confindustria RadioTv, che con i loro interventi hanno fornito delle interessanti riflessioni sul ruolo che televisione e musica devono avere nella cultura, oggi e domani. 

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