Il 12 aprile presso la Casa del Manzoni a Milano è stata celebrata la cerimonia di consegna del Premio Scerbanenco per il Cinema, destinato al romanzo di genere noir, scelto tra i titoli finalisti e semifinalisti del Premio Scerbanenco 2023, che meglio si presta all’adattamento audiovisivo (film e serie).
Il riconoscimento, concepito come estensione del prestigioso premio letterario intitolato allo scrittore Giorgio Scerbanenco, vuole mettere in dialogo e far collaborare tra loro l’editoria e l’industria audiovisiva, favorire lo sviluppo di adattamenti per cinema e/o TV di romanzi italiani di genere e la produzione di storie di genere nel territorio lombardo, offrendo parallelamente un importante momento formativo per gli studenti di una dinamica istituzione di formazione artistica come la NABA.
La speciale giuria del Premio presieduta dallo scrittore e regista Donato Carrisi e composta da quattro professionisti del settore produttivo cinematografico e televisivo – Carlo Degli Esposti, Luca Lucini, Giorgia Priolo e Paolo Vari, in dialogo con un gruppo di lettura formato da membri del Circolo dei Lettori di Milano – ha assegnato il premio a Il sale sulla ferita di Cristina Rava (Rizzoli), con la seguente motivazione:
Per la carica emotiva del personaggio centrale che è in grado di incontrare un pubblico ampio e traversale e perché si presta alla serialità lasciando spazi e margini per un ulteriore sviluppo creativo e narrativo
Tempi duri per la dottoressa Ardelia Spinola. Sta rimuginando sul rapporto un po’ troppo intimo tra i suoi carissimi amici, il commissario in pensione Bartolomeo Rebaudengo e la pianista Norma Picolit, quando riceve una strana telefonata dal suo ex fidanzato Arturo. Strana perché ha come la sensazione che lui taccia il vero motivo della chiamata.
La giuria ha segnalato, inoltre, con una menzione speciale, il romanzo di Bruno Morchio La fine è ignota (Rizzoli) – già vincitore del Premio Giorgio Scerbanenco per la letteratura – per un potenziale sviluppo destinato alla sala cinematografica.
Il premio è stato consegnato alla vincitrice venerdì 12 aprile alla Casa Manzoni di Milano, con la partecipazione di un gruppo di studenti del Triennio in Cinema e Animazione del campus di Milano di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, che ha realizzato i pitch dei progetti audiovisivi tratti dai romanzi candidati. La vincita consiste in una somma in denaro da destinare allo sviluppo della sceneggiatura del romanzo vincitore per la realizzazione di un prodotto audiovisivo preferibilmente legato al territorio lombardo o per tematica o per location produttiva.
Ricordiamo che il Premio Giorgio Scerbanenco per il cinema è un’iniziativa nata in accordo con Cecilia Scerbanenco dal Noir in Festival e Lo Scrittoio, con il sostegno di Lombardia Film Commission e Fondazione Cariplo, e con la collaborazione del Circolo dei Lettori di Milano, di Casa del Manzoni e di NABA - Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
Ecco gli altri romanzi candidati:
Mariolino Migliaccio ha poco più di trent’anni e neanche un soldo. Grande amante del cinema americano, fa l’investigatore privato e, senza licenza né ufficio, riceve i clienti in un bar dei carruggi. Da quando sua madre – che faceva la prostituta – è stata uccisa da un cliente, Mariolino ha perso tutto, tranne l’infallibile fiuto.
Quando il mondo è in tempesta l'unica salvezza è un porto sicuro. Pensavo fosse Case Rosse Invece la tempesta è qui. M'arriva in faccia un raggio di sole. L'ultimo sole della mia vita. Allora è così che si muore.
Gennaio 1799, dintorni di Taranto. Mentre ribollono i moti giacobini, viene ritrovato il corpo senza testa della vecchia Narda Stumicusa, mammana e fattucchiera. Al delitto fanno seguito misteriosi avvistamenti di una creatura demoniaca – ululati raggelanti nel cuore della notte, feroci aggressioni ad animali – e, un anno più tardi, un’altra morte violenta.
Durante una manifestazione di femministe qualcuno aggredisce una maestra. Il suo corpo privo di sensi è rinvenuto nel magazzino dell’antica tonnara. Malgrado i sospetti convergano su un giovanotto dell’alta società, la giustizia temporeggia.
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