La redazione segnala

Premio Calvino 2023: il vincitore è Jacopo Iannuzzi

Jacopo Iannuzzi è il vincitore della XXXVI edizione del Premio Italo Calvino con il testo White people rape dogs!

Questa la motivazione della Giuria per l’opera vincitrice: 

«La Giuria, preso atto della varietà e ricchezza delle scritture e delle narrazioni pervenute, decide di assegnare il Premio a White people rape dogs di Jacopo Iannuzzi. Un mosaico organico di diversi tasselli dal sound febbricitante. Sotto i nostri occhi, tra partecipazione e distanza, si dispiega con straordinaria originalità ed efficacia espressiva una generazione di giovani dalla sensibilità viva e bruciante, offuscati e sperduti nei loro miti e nei loro riti, trasgressivi senza radicalità, all’inconsapevole ricerca di un senso. Una moderna e attuale microepica della marginalità di massa».

Jacopo Iannuzzi

Due le menzioni speciali assegnate dalla Giuria.

La prima va a Marina Guglielmi per Il vestito più leggero, con la seguente motivazione:

«Un memoir sul lutto di una figlia per la madre che costruisce per frammenti, con grande leggerezza ed eleganza stilistica, in un flusso cronologico soggettivo, un’architettura dei sentimenti, intima e al tempo stesso materica, in cui i ricordi si sviluppano sull’ordito di una suite di stanze vissute».

Marina Guglielmi

La seconda va a Luigia Bencivenga per O’Cane, con la seguente motivazione:

«Ossessiva metafora del degrado campano, ma non solo, dove i personaggi sono insieme maschere e volti, vittime e carnefici. Sola voce umana, un cane. Una visione estrema e grottesca, procedente per implacabile accumulo, a cui la lingua, sintetica e allucinata, conferisce una singolare valenza letteraria».

Luigia Bencivenga

Il vincitore e le menzioni speciali sono stati proclamati martedì 6 giugno dai giurati Carla Benedetti, Giorgio Fontana, Giovanni Greco, Andrea Moro e Nicoletta Vallorani durante la Cerimonia di Premiazione che si è svolta al Circolo dei lettori di Torino.

Gli altri finalisti al Premio Italo Calvino:

Gli incarnati di Alessio Caliandro

L’incandescente Gli incarnati potrebbe definirsi un romanzo analitico, campo di azione di un Es sfrontato e incoercibile e delle sue gesta: un cervello tumorale si sviluppa in un testicolo del protagonista trasformandolo in una pura macchina desiderante. Dopo il superamento di una serie di prove si arriva a un happy ending estremo, ovvero alla liberazione dell’eroe da ogni ceppo sociale (matrimonio, lavoro) e da ogni inibizione sessuale imposti dal Sistema. Singolare è il linguaggio pornografico ondeggiante tra erotismo e misticismo.

Pietà di Antonio Galetta

Pietà mette in scena con distacco, nel filtro di una prosa ironica e sorprendente, gli intricati giochi di potere che si dispiegano in un piccolo centro del Sud Italia in vista delle imminenti elezioni comunali. Tra simbolismo e realismo, ricorrendo anche a mezzi narrativi postmoderni, l’autore anatomizza personaggi e forze in campo, giungendo all’amara conclusione dell’invincibile resilienza dello status quo. Un quadro miniaturizzato dell’Italia contemporanea in cui la voce narrante è un originale “noi” che accomuna gli interessi costituiti.

Internetà di Alberto Liverani

Il titolo Internetà allude a un incombente futuro in cui a dominare è Internet con il suo corteo di social. Nelle dense pagine del testo incontriamo otto racconti che si svolgono sul filo conduttore di una vera e propria fusione tra umano e digitale. Chiude l’opera un saggio in stile pseudo-accademico elaborato qualche secolo dopo, a internet ormai estinta. Gli analisti del futuro, per capire, avranno a disposizione solo brevi stralci sopravvissuti delle narrazioni precedenti. Un’idea insolita, una lingua contaminata dal gergo anglicizzante della rete.

Giallo buio di Licia Martella

Giallo buio ci immette in un ambiente borghese di professionisti à la page: un romanzo sottile e inusuale sul legame di coppia, sui vuoti su cui spesso si fonda, finché un evento imprevedibile scardina il costrutto che sembrava perfetto. Alla morte improvvisa del marito Angela scopre che era affetto da un male incurabile e a poco a poco prende atto di tutta una serie di sue omissioni e menzogne. Perché, si domanda? L’incontro con un’altra donna le permetterà di fare luce, soprattutto su se stessa. Una straordinaria costellazione a tre, postuma.

Nataroccia di Silvana Miano

Al centro di Nataroccia, ambientato in Sicilia, vi sono due temi strettamente embricati: il corpo e la sua accettazione sotto la morsa omologante del giudizio sociale e il grande amore di una figlia per il padre. Fulvia è bulimica e presumibilmente obesa, suo padre è un macellaio melomane, che sul sottofondo di Verdi e Mascagni la abitua affettuosamente a trafficare con le carcasse e ad accettare la materialità della carne: il body shaming, per lui, non esiste. La lingua, dalle misurate contaminazioni regionali, è asciutta e urticante.

La malinconia dei coralli di Giuseppe Quaranta

La malinconia dei coralli tesse attorno al morbo immaginario di Ræbenson ‒ che renderebbe incapaci di morire di morte naturale coloro che ne sono colpiti, prolungandone indefinitamente la vita ‒ una tela narrativa ricca e complessa, muovendosi tra bibliografie accademiche, fotografie, episodi clinici, stimoli filosofici, citazioni erudite in equilibrio precario tra verità e finzione: una sorta di coinvolgente detective story psichiatrica. Sul tappeto le pregnanti questioni dell’invecchiamento e della definibilità stessa della malattia mentale.

Il Premio Italo Calvino, fondato a Torino poco dopo la morte di Italo Calvino morto nel 1985, è il frutto dell'iniziativa di un gruppo di estimatori e di amici dello scrittore, tra cui Norberto Bobbio, Cesare Cases, Anna Chiarloni, Natalia Ginzburg, Massimo Mila, Lalla Romano, Cesare Segre.

L'idea è quella di rivolgersi agli scrittori esordienti e inediti, per i quali non è facile trovare un contatto con il pubblico e con le case editrici e il Premio ha impostato la propria attività seguendo gli stessi criteri che hanno guidato Calvino: attenzione ed equilibrio, gusto della scoperta e funzione critica.

Ideatrice del Premio e sua animatrice e presidente fino al 2010 è stata Delia Frigessi, studiosa della cultura italiana tra Ottocento e Novecento. Attuale presidente è Mario Marchetti.

Parlano gli autori finalisti

Le opere dei vincitori passati

Altro nulla da segnalare

Di Francesca Valente | Einaudi, 2022

Lingua madre

Di Maddalena Fingerle | Italo Svevo, 2021

La casa capovolta

Di Elisabetta Pierini | Hacca, 2021

Notturno di Gibilterra

Di Gennaro Serio | L'orma, 2020

L'inverno di Giona

Di Filippo Tapparelli | Mondadori, 2019

L' animale femmina

Di Emanuela Canepa | Einaudi, 2019

La Splendente

Di Cesare Sinatti | Feltrinelli, 2018

Teorema dell'incompletezza

Di Valerio Callieri | Feltrinelli, 2017

L' Amalassunta

Di Pier Franco Brandimarte | Giunti Editore, 2015

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