Il quinto festival targato Amadeus è giunto al termine: la serata di sabato ha fatto risultati record, con 14 milioni di telespettatori e un incredibile 74% di share.
Sarà davvero l’ultimo? Questa volta pare di sì, e lo stesso ha dichiarato Fiorello: per loro è arrivato il momento di dedicarsi ad altro e di lasciare spazio a presentatori nuovi. Per l’edizione 2025 rumors fanno i nomi di Laura Pausini, Paola Cortellesi, Alessandro Cattelan, Gerry Scotti e Antonella Clerici. Il tempo ci saprà dire.
LA COMPILATION UFFICIALE DEL 74° FESTIVAL DI SANREMO CONTENENTE I 30 BRANI IN GARA.
Ha vinto Angelina Mango con “La noia”: firmata dalla vincitrice in collaborazione con Madame, è una canzone dal ritmo definito che lancia un messaggio importante: nella vita bisogna anche sapersi annoiare perché è una fetta di tempo che dedichiamo a noi stessi.
Quest’anno non ho trovato pezzi interessanti, di quelli che ti alzi la mattina e non vedi l’ora di riascoltare. É vero, il mercato musicale sta cambiando molto rapidamente, ma è stato un festival “chiassoso”, con meno ballad e poche canzoni che rimangono subito in testa. Disarmonico rispetto agli altri anni: troppi cantanti, canzoni di cui spesso si faticava a capire le singole parole, e un Fiorello – bravissimo showman senza dubbio – troppo presente, a tratti eccessivo, che ci ha abbuffato di Sanremo fino a stufare.
Venendo ad alcune canzoni… Fiorella Mannoia con “Mariposa” ha presentato un brano difficile e dal ritmo latino, una bella canzone nel suo stile; Annalisa, per quanto sempre vocalmente impeccabile e in gran spolvero, ha scelto un tormentone di quelli che fanno venire mal di testa; Loredana Bertè con “Pazza” è stata la rocker tenera di questo Festival; Mahmood, che avrei sperato di vedere sul podio, ha portato una canzone difficile e raffinata, con una performance bellissima e anche molto fisica; I Ricchi e Poveri hanno portato quel che si sperava, “Ma non tutta la vita” può diventare un loro classico; BigMama con “La rabbia non ti basta” parla di trasformazione e riscatto.
Amadeus è bravo: garbato, organizzato, creativo, autorevole. Ha trasformato radicalmente il Festival: piazza Colombo, la nave (ne faremmo anche a meno), molte uscite in esterno, tanti ospiti italiani, la celebrazione del bel canto degli anni che furono, l’introduzione tra i Big di cantanti nuovi che hanno un vasto pubblico nello streaming, i cantanti che hanno presentato i colleghi improvvisandosi co-conduttori.
Giorgia è stata grandiosa: ha co-condotto in punta di piedi ma con simpatia, e ci ha regalato un medley dei suoi successi indimenticabile. Teresa Mannino è la comica intelligente che fa sempre sold-out nei teatri italiani: anche all’Ariston ci ha tenuti incollati alla TV con un discorso sulla società davvero moderno e specifico («Per noi l’uomo ricco, bianco e occidentale è misura di tutte le cose e pensa che gli altri siano a sua disposizione»). Marco Mengoni se l’è cavata bene ed proprio simpatico. Che dire di Lorella Cuccarini: allontana dalla televisione per qualche anno, è tornata più brava che mai.
Tra i momenti più belli del Festival l’esibizione di Roberto Vecchioni con Alfa in “Sogna ragazzo sogna”: emozionante il finale, dove Vecchioni lascia spazio al giovane ma rimane in un paterno ascolto. Meraviglioso l’intervento del maestro Giovanni Allevi, che non ha parlato di battaglia contro la malattia, ma ha spiegato cos’è l’accettazione del dolore e cosa ti permette di vedere di nuovo attorno a te. Angelina Mango ha interpretato in modo sublime “La rondine”, capolavoro del suo papà, facendoci commuovere.
E ora, un po’ come accade per i panettoni che a fine settembre sono già nei supermercati, non faremo in tempo a trascorrere l’estate per intero e già si inizierà a parlare del prossimo Sanremo.
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| Salani, 2024Di
| Minimum Fax, 2018Di
| Edizioni Epoké, 2022Di
| Mondadori Education, 2015Di
| De Agostini, 2020Di
| Arcana, 2024Ti potrebbero interessare
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