La redazione segnala

Albert Camus: resistere, insieme, nonostante tutto

Illustrazione digitale di Adèle Baer, 2023

Illustrazione digitale di Adèle Baer, 2023

La forza di uno scrittore non si vede solo dal successo dei suoi libri o dai premi acquisiti, ma anche dalla capacità di influenzare mondi distanti. Nel caso di Albert Camus, nato in questa data centodieci anni fa, si trovano riferimenti nel mondo della musica come nel primo album dei The Cure, Killing an arab, o Bohemian Rhapsody dei Queen, in cui Freddie Mercury sembra citare Lo straniero (Mama, I just killed a man). In pochi forse sanno che Camus ha ispirato la creazione di un personaggio de I cavalieri dello Zodiaco, Camus dell’Acquario.

Lo straniero
Lo straniero Di Albert Camus;

Un classico della letteratura contemporanea: protagonista è Meursault, un modesto impiegato che vive ad Algeri in uno stato di indifferenza, di estraneità a se stesso e al mondo. Un eroe "assurdo", la cui lucida coscienza del reale gli permette di giungere attraverso una logica esasperata alla verità di essere e di sentire.

Questi sono alcuni esempi della forza di Albert Camus. Scrittore, filosofo e giornalista, ha raccontato l’assurdità del mondo attraverso meravigliose creazioni letterarie, connettendo ogni sua opera in un percorso filosofico atto a condannare gli orrori della sua epoca e mettere al centro di tutto l’esperienza umana.

Albert Camus nasce a Mondovi, nell’Algeria francese, il 7 novembre 1913. Orfano di padre, morto nella battaglia della Marna del 1914, Albert cresce in una situazione di povertà, allevato da una madre affettuosa ma analfabeta e da una nonna autoritaria.

Un’infanzia che racconterà ne Il primo uomo, romanzo incompiuto e pubblicato dopo la sua morte avvenuta per un incidente stradale nel 1960. Da giovane eccelle negli studi ma non può seguire i corsi universitari per via della tubercolosi, malattia che influenzerà la sua vita.

primo uomo
primo uomo Di Albert Camus;Catherine Camus;Ettore Capriolo;

Camus ripercorre parte della propria vita: l’infanzia algerina, il periodo della povertà, le amicizie, le tradizioni, i sogni dai quali emerge la figura di un uomo ideale, il primo uomo, appunto. Da questa storia l’omonimo film del 2011 scritto e diretto da Gianni Amelio.

Si laurea da privatista, in filosofia. Lavora come attore nella compagnia di Radio Algeri e collabora con giornali francesi, in cui scrive pezzi che denunciano le misere condizioni sociali a cui era costretta l’Algeria.

A causa della sua attività giornalistica e delle idee politiche, tendenti al comunismo ma perlopiù anarchiche, Camus è costretto a un esilio in Francia. Entra a far parte della Resistenza e diventa redattore e direttore di Combat, firmando editoriali che fanno parte della storia dell’antifascismo francese.

Il mito di Sisifo
Il mito di Sisifo Di Albert Camus;

Questo libro, pubblicato nei 1942, quando Camus non aveva ancora trent'anni, intende ripensare "la filosofia dell'assurdo" e si inserisce in una precisa tradizione che, da Kafka a Gide, da Kierkegaard a Nietzsche, offre una altissima testimonianza della crisi spirituale che caratterizza il Novecento.

In questi anni, Camus sviluppa una vena artistica che lo porta a pubblicare le prime opere letterarie, la trilogia dell’assurdo: il romanzo Lo straniero (1942), il saggio Il mito di Sisifo (1942) e l’opera teatrale Caligola (scritto nel 1938, prima rappresentazione nel 1944).

Caligola
Caligola Di Albert Camus;

"Caligola" rappresenta, attraverso le crudeltà di questo folle imperatore, dietro a cui tutti gli intellettuali dell'epoca riconobbero Hitler, la lotta tra la presa di coscienza da parte dell'individuo e l'incapacità di ribellarsi al tiranno di una classe politica e intellettuale che ha perso la propria identità culturale.

In Lo straniero, il protagonista Meursault uccide senza alcuna spiegazione un uomo. Egli non prova rimorso per quello che ha fatto; è indifferente alle azioni del mondo poiché è straniero anche a sé stesso, vittima di un razionalismo estremo sfociato nel nichilismo.

Sarà proprio questo suo distacco dagli altri a essere messo sotto processo, più dell’omicidio effettivo. Meursault non verrà punito con la pena di morte in quanto colpevole di un atto criminale ma perché considerato insensibile.

Tutto si svolgeva senza il mio intervento. Si decideva la mia sorte senza chiedere il mio parere. Di tanto in tanto avevo voglia di interrompere tutti quanti e dire: "Ma insomma, chi è l'accusato qui? È una cosa importante, essere l'accusato! E io ho qualcosa da dire!" Ma dopo averci riflettuto un po', non avevo da dire nulla.

Per Camus, l’esistenza è dedita a una ricerca della libertà che viene sempre castrata da un universo indifferente. Senza significato, vivere diventa un’esperienza irrazionale, assurda.

A differenza dei nichilisti, Camus non si lascia abbattere dall’assenza di senso e non vede nel suicidio (fisico o dell’anima) l’unica soluzione. Ne Il mito di Sisifo, lo scrittore analizza e paragona grandi opere del passato e i pensieri dei filosofi per affrontare il problema dell’assurdità dell’esistenza umana.

L'operaio d'oggi si affatica, ogni giorno della vita, dietro lo stesso lavoro, e il suo destino non è tragico che nei rari momenti in cui egli diviene cosciente. Sisifo, proletario degli dèi, impotente e ribelle, conosce tutta l'estensione della sua miserevole condizione: è a questa che pensa durante la discesa. La perspicacia, che doveva costituire il suo tormento, consuma, nello stesso istante, la sua vittoria.

Non può essere il nichilismo la soluzione, perché lo svuotamento di senso porta l’uomo a regredire allo stato animale, in cui vigono la violenza e la sopraffazione; né tantomeno la religione, perché sposta a dopo la morte il senso della vita. L’unico modo, ci dice Camus, è sopportare la propria condizione nel momento in cui si vive, riconoscerne i limiti; solo così l’uomo può divenire l’unico artefice della propria felicità.

L'estate e altri saggi solari

In questo libro si trova un Camus meno noto al grande pubblico, che qui viene offerto nella sua organicità, con scritti che, come sostiene nell'introduzione Silvio Perrella, "lasciano nel non detto la teoria del pensiero, e si avventurano nel mondo dei sensi".

Ma cos’è la felicità per Albert Camus? In Nozze, una raccolta di quattro saggi scritti tra il 1936 e il 1939 e oggi pubblicata in L’estate e altri saggi solari, Camus medita sul rapporto tra l’uomo e la Natura, con una descrizione sensuale degli elementi naturali che caratterizzano la sua gioventù in Algeria.

La luce, il Mediterraneo, il vento e il deserto, sono tutte tracce dell’eternità della Natura. L’uomo in quanto essere finito può decidere di illudersi, e quindi rassegnarsi, all’idea della vita dopo la morte oppure resistere alle illusioni della speranza, decidere di abbracciare la bellezza della Natura, vivere appieno quanto gli viene offerto. Ribellarsi all’assurdo.

Ma che altro è la felicità se non il semplice accordo fra un essere e l'esistenza che conduce? E quale più legittimo accordo può unire l'uomo alla vita se non la duplice coscienza del suo desiderio di durare e del suo destino di morte?

Dal senso di sfida nei confronti dell’oscurità, dei totalitarismi del Novecento, della filosofia che ha generato le Guerre Mondiali, parte la seconda fase della riflessione filosofica e artistica di Albert Camus, il Ciclo della rivolta.

In La peste (1947), la prefettura francese di Orano, sulla costa algerina, viene colpita dall’epidemia, rappresentazione del Male. C’è chi cerca di fuggire dal cordone sanitario che ha isolato Orano, chi si chiude in casa e chi vuole andare avanti con la vita di tutti i giorni; reazioni a noi molto familiari durante il periodo pandemico, momento in cui La peste era balzato in testa alle classifiche di vendita.

La peste
La peste Di Albert Camus;

Orano è colpita da un'epidemia inesorabile e tremenda. Isolata, affamata, incapace di fermare la pestilenza, la città diventa il palcoscenico e il vetrino da laboratorio per le passioni di un'umanità al limite tra disgregazione e solidarietà. Scritto da Camus secondo una dimensione corale, è un romanzo attuale e vivo, una metafora in cui il presente continua a riconoscersi.

Cottard, commerciante che nella disgrazia vede una possibilità di lucro, o il padre gesuita Paneloux, il quale vede la peste come una punizione divina, provano a salvarsi invano: il primo impazzirà alla perdita dei suoi affari a epidemia conclusa; il secondo morirà avendo visto il fallimento delle proprie preghiere.

La risposta alla crisi può esserci solo nel darsi una mano: siamo umani e non siamo soli di fronte all’indifferenza dell’universo. Il dottor Rieux, lo straniero Tarrou e Rambert, che vuole fuggire in Francia ma, colpito dall’altruismo dei due uomini, rimane ad aiutare: loro si ribellano al pessimismo trasformando l’io in un noi; anche se perdono i loro cari o la vita, non abbandonano il prossimo.

Ma dopo che furono chiuse le porte, tutti si accorsero, compreso il narratore, di essere sulla stessa barca e di doversene fare una ragione. Così, per esempio, un sentimento privato quale la separazione da una persona amata divenne improvvisamente, sin dalle prime settimane, quello di un’intera popolazione e, insieme con la paura, il principale motivo di sofferenza di quel lungo periodo di esilio.

Camus teorizzava una nuova filosofia basata sull’idea dell’uomo che si ribella all’assurdo, senza sostituirsi a Dio né piegando la comunità a derive totalitarie, come quelle nazionalsocialiste sovietiche.

Sarà proprio quest’ultimo fattore, presentato nel lavoro preferito dello scrittore, la raccolta di saggi L’uomo in rivolta (1951), a portare alla definitiva rottura tra Camus e la sinistra francese, in particolare col suo amico Jean Paul Sartre.

Insignito del premio Nobel nel 1957, Albert Camus è stato fino alla sua tragica morte un autore brillante, un filosofo e intellettuale sempre dalla parte dei più deboli e contro gli abusi del potere, un uomo che aveva a cuore gli altri uomini.

In un’epoca turbolenta come quella in cui viviamo, in cui i motivi per perdere la speranza sono molti (guerre, emergenza climatica, economia e politica), Albert Camus sa essere ancora oggi estremamente attuale.

Non ho alcun disprezzo per la specie umana, credo si possa sentirsi fieri di essere contemporanei di un certo numero di uomini di questo tempo, che rispetto ed ammiro. Al centro della mia opera c’è un sole invincibile

I libri di Albert Camus

La peste

Di Albert Camus | Bompiani, 2021

In lotta contro il destino. Lettere (1945-1959)

Di Albert CamusNicola Chiaromonte | Neri Pozza, 2021

Il primo uomo

Di Albert Camus | Bompiani, 2020

Il futuro della civiltà europea

Di Albert Camus | Castelvecchi, 2020

La caduta

Di Albert Camus | Bompiani, 2019

Caligola

Di Albert Camus | Bompiani, 2018

La morte felice

Di Albert Camus | Bompiani, 2018

Il diritto e il rovescio

Di Albert Camus | Bompiani, 2018

Tutto il teatro

Di Albert Camus | Bompiani, 2018

Mi rivolto dunque siamo. Scritti politici

Di Albert Camus | Elèuthera, 2018

L'estate e altri saggi solari

Di Albert Camus | Bompiani, 2019

Lo straniero

Di Albert Camus | Bompiani, 2015

L'uomo in rivolta

Di Albert Camus | Bompiani, 2002

Il mito di Sisifo

Di Albert Camus | Bompiani, 2001

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Scrittore, filosofo, saggista, drammaturgo e anarchico francese, importantissimo esponente dell'esistenzialismo. Albert Camus nacque in Algeria, dove studiò e iniziò a lavorare come attore e giornalista. Affermatosi con il romanzo "Lo straniero" e con il saggio "Il mito di Sisifo", raggiunse un vasto riconoscimento di pubblico nel 1947 con "La peste". Dal 1940 a Parigi, partecipò alla resistenza. Nel dopoguerra fu caporedattore del giornale "Combat". Nel 1957 ebbe il nobel per la letteratura (con questa motivazione: "per la sua importante produzione letteraria, che con chiarezza e onestà illuminai problemi della coscienza umana nei nostri tempi"). Morì in un incidente automobilistico, a Villeblevin. Fra i titoli più celebri di Camus , oltre ai già citati "Lo straniero" e "La peste", possiamo citare "Caligola", "Il rovescio e il diritto", "La caduta", "L’uomo in rivolta", "Il primo uomo".

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