Che ci crediate o meno, a volte esistono coincidenze in grado di lasciarci senza parole, come se ci fosse mancato un battito o ci fosse stato tagliato il fiato con una lama invisibile. Chiamatelo stupore, l’inaspettato, l’imprevisto o, se proprio volete, sorpresa. Non è sempre rivestito da una sola e singola connotazione, ma può essere mutevole come il fatto a cui si riferisce. Ecco, dunque, come questo attimo di sospensione preluda a una tragedia annunciata oppure esploda nel nostro petto in una rivelazione inaspettata (“Non sono i dati della realtà o le circostanze a colpirci; è l’impatto con le cose avremmo già dovuto sapere” recita una poesia di Faulkner): l’ultimo passo prima del salto nel vuoto. Per qualcuno sarà terrore, per qualcun altro pura adrenalina. Per alcuni durerà un istante, per altri un’eternità.
Penso a un libro che, nella sua sconcertante semplicità e quotidianità, mi ha letteralmente tolto le parole di dosso: Ninna nanna di Leïla Slimani. È la storia di una famiglia parigina che, dopo la nascita del secondo figlio, decide di assumere una tata per prendersi cura dei bambini e della casa, permettendo così alla madre di tornare al lavoro. A essere scelta è Louise, un’autentica folgorazione, amore a prima vista: perfetta in ogni aspetto. Le loro vite riacquistano così una serena routine, con quella donna così discreta a coccolarli: un idillio. Eppure questo quadro perfetto è rovinato dal fatto che Louise, proprio nelle prime pagine, abbia commesso il più efferato dei delitti: quello dei bambini. Com’è mai stato possibile? Era stata tutta una menzogna o si era trattato di un raptus improvviso? In una lunga ricostruzione si cercherà di provare a capire (ma si può mai farlo in fino in fondo?) cosa si sia annidato nei pensieri della tata per spingerla fino a quell’orrore. Lo shock iniziale di quel duplice omicidio mozza il fiato e lascia attoniti di fronte a un gesto così insensato, sconvolti di fronte a quel baratro interiore che passa sempre in secondo piano rispetto all’egoismo delle nostre singole quotidianità.
E se a lasciarci interdetti fossero non tanto gli eventi, ma ciò che ci sta dietro, quella rete invisibile e sottesa che tutto sembra dirigere nell’ombra? È stata proprio questa la mia sensazione quando ho scoperto Il fantasma dei fatti di Bruno Arpaia.
Spy-story sull’Italia degli anni di piombo, all’apice del progresso tecnologico con Mattei e Olivetti, con intrusioni di CIA e servizi segreti ufficiali e deviati. Qui (come spesso accade) ciò che appare quasi mai è la realtà. Nascosto nelle pieghe dei sensazionalismi o del clamore mediatico si annida il dubbio che qualcuno abbia manovrato (o almeno ci abbia provato) per bieco tornaconto personale. Quindi: dove sta la verità nella Storia? Se vorrete avventuravi attraverso queste labirintiche e (dis)velat(ori)e pagine sobbalzerete per le continue rivelazioni e quelle trame nascoste che, nella complessità consequenziale a un’idea logica e lineare, vi lasceranno sbigottiti: attoniti è essere sorpresi e spiazzati da rivelazioni e segreti.
Cosa accade, invece, quando è un accadimento particolare a mettervi di fronte a scelte tanto impreviste quanto essenziali? Sono sicuro che ciascuno di voi si sia trovato più di una volta in questa situazione. Ciò che viene descritto da Philippe Claudel ne L’arcipelago del cane non è un evento particolare, bensì un’idea generale: su una piccola serie di isolette, un giorno, affonda una barca con alcuni migranti. Gli abitanti, una volta scoperta la tragedia, dovranno decidere se denunciare l’accaduto (come vuole la legge) o insabbiarlo (per proteggere la loro reputazione e l’economia locale). Inizieranno una serie di confronti tra di loro, ciascuno con la propria posizione da perorare e le proprie giustificazioni da addurre. La particolarità è la sostituzione dei loro nomi, da parte dell’autore, con il ruolo che hanno (Dottore, Sindaco, Parroco, ecc…), non per disumanizzarli ma per renderli neutri: uno specchio delle loro intenzioni. L’essere attoniti qui è trovarsi faccia a faccia con le proprie idee e dover prendere posizione, continuamente: si può temporeggiare e bluffare, ma mai scappare.
Se poi non si ha voglia di stare sempre sul chi vive e leggersi una storia che si dipani linearmente lungo l’esistenza di una vita, si può affrontare Il ragazzo di Marcus Malte, giallista “prestato” al romanzo di formazione con un esito magnetico e spettacolare. Così come inizia e si sviluppa il Novecento, altrettanto farà il destino di questo ragazzo senza nome, cresciuto solitario nelle foreste francesi, senza famiglia né conoscenti, convinto di essere l’unico abitante di un mondo selvaggio e inospitale. Sarà uno shock, per lui, scoprire l’esistenza di altri esseri umani e dei prodotti della civiltà, e altrettanto per le persone che lo incontreranno apprendere che lui sia muto ma dotato di una personalità tanto determinata. A lasciarci attoniti sono le sue reazioni alla scoperta del mondo, ogni volta nuovo e sfaccettato, con le sue meraviglie e brutture: un caleidoscopio di prime volte.
Per chiudere torno a uno dei miei scrittori preferiti, capace sempre di spiazzarmi e lasciarmi a bocca aperta: Jack London. Il suo I diari dell’apocalisse è una raccolta di otto racconti visionari e un saggio in cui, di noi stessi, si indaga la psiche, l’indole e le pulsioni, rimanendo abbacinati dalla capacità di prevedere ciò che la Storia ci avrebbe riservato: dal tema ricorrente del rapporto ambivalente tra uomo e natura, in cui agli aneliti di simbiosi si scontrano col bisogno di imporre se stessi su ciò che ci circonda, fino all’invenzione di nuovi tipi di guerre, (fanta)scientifiche e biologiche. Il tutto sorprendentemente scritto intorno gli anni ‘10 del Secolo scorso, figlio della lucida analisi che London fa dei grandi temi (la lotta tra il bene e il male, il desiderio di potere e le contraddizioni insite dentro di noi), che ci consegnano un mondo diverso dalle sue tipiche atmosfere naturalistiche, senza perdere però la loro capacità di affascinarci e atterrirci al tempo stesso, regalandoci la doppia anima dell’essere attoniti: lo sbigottimento e la fascinazione.
Le altre strade di carta
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Di
| Rizzoli, 2018Di
| Guanda, 2020Di
| Ponte alle Grazie, 2019Di
| Fazi, 2019Di
| Piano B, 2014Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente