Premio Pulitzer: i libri che hanno fatto la storia del romanzo americano

Il Premio Pulitzer è probabilmente il premio più importante e ambito nel giornalismo e nella letteratura degli Stati Uniti d’America, paese nel quale è stato fondato dal giornalista Joseph Pulitzer.

Il Premio Pulitzer per il romanzo nasce nel 1918 e resterà in vigore fino al 1947 per poi divenire Premio Pulitzer per la narrativa.

Dal 1980 verranno resi noti i titoli finalisti che quest’anno, però, non sono stati annunciati. Sul sito ufficiale del Premio Pulitzer, infatti, si rende noto che verrà dato solo il nome dei vincitori direttamente via streaming l’8 maggio.

Questo premio nella narrativa ha fatto conoscere voci straordinarie e libri dal sapore unico. Sono tantissimi i romanzi famosi che possono forgiarsi del titolo di “Premio Pulitzer”.

Dal 1948 sono solo tre gli autori che possono dire di aver vinto il premio più di una volta, William Faulker (I saccheggiatori 1963; Una favola 1955), John Updike (Sei ricco, coniglio 1982; Riposa, coniglio 1991) e Colson Whitehead (La ferrovia sotterranea 2017; I ragazzi della Nickel 2020).

Ma se non volessimo parlare sempre dei romanzi americani più famosi, che sono ovviamente bellissimi, ce ne sono tanti altri meno conosciuti che possono vedere sulla copertina la dicitura “Premio Pulitzer”.

È il 1937 quando Margaret Mitchell vincerà il Pulitzer per Via col vento, un libro che racconta la vita di una donna giovane e ricca, Rossella O’Hara, durante la Guerra di Secessione Americana (1861-1865), che vedrà abolita la schiavitù e i proprietari terrieri del sud (come Rossella) si ritroveranno nella condizione di dover lavorare nei campi. Un romanzo dall’ampio respiro che dovrebbe essere riscoperto.

Nel 1980 Norman Mailer vince il Pulitzer con Il canto del boia, un libro controverso e difficile che racconta la pena capitale.  È la storia di Gary Gilmore, condannato a morte per due omicidi durante due rapine. Ma non è la storia di un condannato che prova a ribaltare una sentenza, bensì di un condannato che chiede che la sentenza venga eseguita nei tempi e nei modi previsti. Una storia vera accaduta nella metà degli anni ’70. È un romanzo lungo, dettagliato, complesso ma di enorme valore.

Il 1994 è l’anno di Annie Proulx che, con il suo Avviso ai naviganti, ci racconta il classico americano di provincia sfortunato e vessato da una serie di episodi negativi che tendono a fargli credere che c’è poco per cui essere felici. Salvo poi rendersi conto che alcune cose accadono affinché ci si possa rimettere in carreggiata e riemergere. A Quoyle, protagonista del romanzo, succede proprio questo. Dopo la morte dei suoi genitori e quella della moglie, mentre scappava via con un altro uomo, Quoyle decide di lasciare la sua città e, con le due figlie, va a vivere a Terranova, una piccola realtà dove la natura è padrona assoluta. Qui ritroverà il senso della vita. Un romanzo di formazione, ricco di sfumature che regala tanto al lettore.

Nel 2002 Richard Russo ritira il Pulitzer per Il declino dell'impero Whiting, un romanzo che narra la vita di Miles Roby, un uomo che da sempre gestisce un ristorante e che, da sempre, si trova a osservare la vita dal bancone su cui serve birra e hamburger. Uno spaccato di vita americana di provincia dove il tempo scorre lento ma inesorabile e sembra che i sogni non possano trovare possibilità di essere esauditi.

È il 2003 Jeffrey Eugenides vince il Pulitzer per Middlesex, un romanzo lungimirante nel quale la protagonista è una rara specie di ermafrodito. Una storia particolare, intrisa di fantasia in un contesto storico (americano) molto vivo. Un bellissimo esempio di scrittura.

Nel 2006 vince il premio Pulitzer Geraldine Brooks con L’Idealista omaggio che la scrittrice fece al suo amore per Piccole donne di Louisa May Alcott. Il romanzo racconta le vicende del padre delle sorelle March durante l’anno trascorso in guerra (Secessione, 1861), ma è soprattutto un romanzo storico di grande valore, che narra in maniera certosina un periodo davvero incredibile della storia americana.

Del 2010 è L’ultimo inverno di Paul Harding che vince il Pulitzer per aver raccontato una storia ambientata nei boschi del Maine, paese in cui la natura selvaggia è la base del racconto. Il finire della vita di George circondato dall’affetto dei suoi cari e dal tintinnio dei suoi amati orologi. Il ricordo di suo padre, uomo con il quale riesce a far pace nel cuore e nella mente. Un romanzo emozionante e struggente.

Il 2014 è l’anno che incorona Donna Tartt con Il cardellino, romanzo di formazione ambientato a New York. Il protagonista, Theo, sopravvivrà a un attentato nel quale perderà la madre. Resterà solo o quasi. Assisteremo alla sua crescita attraverso la scrittura ricca e magistrale della scrittrice.

Nel 2015 Anthony Doerr vince il Pulitzer per Tutta la luce che non vediamo, una romanzo ambientato durante la seconda guerra mondiale e che ha come protagonisti due bambini. Marie-Laure che scoprirà che sta per diventare cieca e Werner, un bambino che vive in un orfanotrofio della Germania nazista. Un romanzo intenso e imperdibile.

Nel 2021 Louise Erdrich riceve il Pulitzer per Il guardiano notturno. Questa è la storia del nonno della scrittrice. Ambientato nel ventennio dal 1940 al 1960 in cui la politica americana sta provando a smantellare la cultura delle riserve indiane come quella di Turtle Mountain in Nord Dakota, dove vive Thomas Wazhashk che, come presidente tribale, prova a fermare la legge. Louise Erdrich è una delle autrici americane contemporanee più importanti. I suoi romanzi raccontano una realtà che va evidenziata e conosciuta.

Aspettiamo il prossimo Pulitzer per scoprire ancora una volta una storia imperdibile!