Mi ingegnai di inventare una storia che sapesse parlare alle paure più misteriose della natura umana. Risvegliando in essa il fremito dell'orrore. Una storia che inducesse il lettore a tremare nel guardarsi intorno...che gelasse il sangue e gli accelerasse i battiti del cuore
Anche se negli ultimi anni stiamo faticosamente cercando di ripulirci da questi odiosi cliché di genere, siamo abituati a pensare che la letteratura horror o gotica sia una cosa “da uomini”. Orrore! Sì, appunto. Non siamo per nulla d’accordo.
Se andiamo a farci un giretto tra gli scaffali di una libreria possiamo imbatterci in non pochi libri scritti da autrici che hanno prestato la loro penna e il loro acume allo scopo di terrorizzare, angosciare ed inquietare i propri lettori. Con esiti, in molti casi, che nulla hanno da invidiare alle opere dei colleghi e hanno segnato tappe importanti nella storia di questo genere letterario.
Un genere, il gotico, poi sfociato in quello che chiamiamo comunemente “horror”, capace di attirare l’interesse di un vasto pubblico già dalla metà del 1700 e che in epoca romantica ha trovato linfa vitale, grazie ad ambientazioni crepuscolari che ben si adattavano alle storie narrate. Forse proprio il suo essere sin da subito una narrativa più “popolare”, ha decretato la possibilità anche alle donne di cimentarsi con storie di paura e di fantasmi. Guardando agli esordi, possiamo indicare due romanzi che hanno fatto da apripista: Il vecchio barone di Clara Reeve scritto nel 1777 e il più noto I misteri di Udolpho di Anne Radcliffe, pubblicato nel 1794. Un vero e proprio modello a cui guardare quando si parla di genere gotico. Di lì a poco, nel 1818, veniva poi pubblicato quel classico della letteratura che è Frankenstein di Mary Shelley, che ha consegnato all’immaginario collettivo la figura del mostro, un po’ come Polidori e Stoker hanno fissato quella del vampiro. Che poi il vero mostro nel libro della Shelley sia in realtà il dottore, con il suo delirio di onnipotenza ed egoismo, non fa che rivelare la profondità di un romanzo con un messaggio ben più serio di quello che si possa intuire a un primo sguardo.
Mostri, vampiri, fantasmi…Di questi ultimi, in particolare, ne incontriamo diversi nelle pagine delle autrici, particolarmente affascinate dalle ghost stories, come testimoniato dalla bellissima raccolta Dark ladies. Racconti di paura di scrittrici vittoriane, nonché dai racconti della straordinaria Edith Wharton o, in tempi più recenti, dal romanzo indubbiamente inquietante La donna in nero di Susan Hill.
Ma l’orrore non è veicolato solo dal soprannaturale, può assumere aspetti molto diversi, subdoli, persino in apparenza banali, ma non per questo meno disturbanti. Ne è consapevole Daphe du Maurier che, allontanandosi dai canoni del genere, ha indagato temi più moderni come la psicopatologia scrivendo racconti (il più noto è gli Uccelli, grazie anche all’adattamento cinematografico di Alfred Hitchcock) e il romanzo Rebecca, anche questo adatto dal regista in un film, che, lasciatecelo dire, fa veramente venire i brividi.
La notte scorsa ho sognato che tornavo a Manderley. Ho sognato che là dove un tempo c'era un vialetto era cresciuta una giungla oscura e tortuosa. La natura si era ripresa ciò che gli apparteneva, eppure la casa era ancora lì. Manderley. Isolata e silenziosa come era sempre stata. Risuscitata dalla morte. Come accade nei sogni, ho avuto modo di ripercorrere la mia memoria. Attraversando gli anni come su un ponte.
E tra suggestioni e illusioni in bilico con la realtà si dipanano le trame inquietanti di Shirley Jackson che ha fatto della suspense psicologica e dei meccanismi insondabili dell’inconscio il suo tratto più riconoscibile. Indicata da Stephen King come sua principale fonte di ispirazione, è autrice di racconti e romanzi, tra cui spiccano Abbiamo sempre vissuto nel castello e L'incubo di Hill House, dopo aver letto i quali non guarderete più allo stesso modo le pareti domestiche.
Tra le autrici che hanno contribuito con i loro scritti al genere horror terminiamo citando Anne Rice, conosciuta soprattutto per il romanzo Intervista col vampiro, prima avventura del seducente "non morto" Lestat (famoso anche grazie all'omonimo film del 1994 con Tom Cruise e Brad Pitt).
Ci fermiamo qui senza rischiare di addentrarci troppo nel mondo dei vampiri, piuttosto gettonato in tempi recenti (da Charlaine Harris a Stephenie Meyers) seppur con connotazioni poco horror e più da romance adolescenziale condito di mostri e soprannaturale, con buona pace del conte D.
Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà; perfino le allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni. Hill House, che sana non era, si ergeva sola contro le sue colline, chiusa intorno al buio; si ergeva così da ottant’anni e avrebbe potuto continuare per altri ottanta. Dentro, i muri salivano dritti, i mattoni si univano con precisione, i pavimenti erano solidi, e le porte diligentemente chiuse; il silenzio si stendeva uniforme contro il legno e la pietra di Hill House, e qualunque cosa si muovesse lì dentro si muoveva sola.
Nell'Inghilterra di Enrico VI, Sir Philip Harclay, rientrato in patria dopo una lunga assenza, parte per il castello dei Lovel nel tentativo di scoprire che cosa sia accaduto al suo caro amico Lord Lovel, che da diversi anni ha smesso di rispondere alle sue lettere.
Considerato l'archetipo del romanzo gotico, "I misteri di Udolpho" fu pubblicato nel 1794. Sull'apparente struttura del racconto di formazione femminile, Ann Radcliffe modella un percorso attraverso gli spazi sublimi del terrore, nei quali l'eroina si smarrisce in una vertigine noir che la conduce oltre i limiti della ragione e della natura.
Opera fondamentale per lo sviluppo del genere horror e di quello fantascientifico, la storia del giovane Frankenstein che riesce a dar vita a una "creatura" assemblata con parti di cadaveri colpisce ancora oggi per l'attualità delle questioni affrontate, dalla sfida dell'uomo ai limiti posti dalla natura al desiderio di poter sfuggire alla morte.
Un genere letterario ossessionato dalla morte e dall'aldilà, reso celebre da importanti romanziere vissute durante il regno della regina Vittoria, specialiste nel racconto del brivido: Charlotte Brontë, Elizabeth Gaskell, Willa Cather, Vernon Lee e molte altre. Tutte abilissime nel creare atmosfere sovrannaturali e terrificanti.
In questi piccoli capolavori ritrovati, sottilmente inquietanti si possono riconoscere tutti i temi cari alla sua letteratura: la crudeltà di certi destini femminili, la costrizione all’interno di matrimoni claustrofobici, lo sradicamento dal paese natio, la prepotenza delle convenzioni sociali. Avvolti in una prosa nitida e affilata che sa illuminare i territori nascosti della realtà e, insospettabilmente, quelli del soprannaturale.
Per gli amanti del racconto gotico e del terrore, una serie mozzafiato di storie di mistero e soprannaturale, tra visioni psichiche, antiche sepolture e messaggi dall'Aldilà che vedono impegnati anche Miss Marple e Poirot.
Un thriller psicologico ricco di suspense e mistero, colpi di scena e ribaltamenti inaspettati, passioni e segreti. Un grandioso romanzo sulla gelosia e sulla memoria, che conduce il lettore tra le pieghe dell'animo umano, là dove si nascondono gli spettri nati dal dolore più atroce e dalle paure più inconfessabili.
Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà chiesto perché le vittime non scappino via. Questo romanzo fornisce una risposta: non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l'esperimento paranormale in cui l'ha coinvolta l'inquietante professor Montague. È la Casa a scegliere lei, per sempre.
Arthur Kipps, giovane avvocato londinese, viene incaricato di gestire l'eredità e presenziare al funerale della signora Alice Drablow, l'unica abitante di un'antica dimora che si erge in fondo a un sentiero percorribile solo con la bassa marea, immersa nella nebbia e nel mistero.
Con Intervista col vampiro Anne Rice ha ricreato il mito notturno del vampiro, trasformandolo in una figura oscuramente luminosa capace di incarnare, e di raccontare, i mali, le paure, le angosce di noi contemporanei.
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