Pelo e contropelo

Matteo Fumagalli, il più celebre booktuber italiano: “Le trash? C’est moi

Attenzione, non tutto ciò che è brutto è trash. Il trash è l’emulazione di un modello forte, per cui alla fine siamo tutti trash: tutti puntiamo a un modello senza avere gli strumenti per arrivarci

In equilibrio fra alto e basso, in bilico fra il sacro e il profano, nella sua carriera su YouTube Matteo Fumagalli si è finora divertito a spaziare fra letteratura, musica e cinema con ironia ed eleganza, passando da un’analisi della Nausea di Sartre a una puntata della seguitissima rubrica #LibroTrash, dalla reaction esibita di fronte al trailer di After 2 ad una acuta analisi dell’ultimo album di una band di punk sperimentale islandese.

Una ricetta improbabile? Forse, ma senza dubbio una ricetta vincente, se consideriamo l'enorme popolarità del suo canale.
Ma attenzione a bollare precipitosamente il suo primo libro come una semplice operazione di marketing...

Pur contando su un seguito di più di 120.000 follower, il debutto letterario di Matteo Fumagalli non è il classico libro da youtuber buono solo per i firmacopie: il saggio Travolti dal trash nell’immenso mare del brutto (Cairo Editore, 2021) è un utile vademecum perfetto per destreggiarsi fra film di serie Z, canzonette neomelodiche e romanzi da Autogrill. Insomma, tutti quei prodotti culturali che, diciamocelo, tendiamo a considerare pura spazzatura.

Travolti dal trash nell'immenso mare del brutto. Viaggio alla scoperta del cattivo gusto per imparare ad amarlo

Matteo Fumagalli fa scoprire il lato oscuro del gusto e del bello nell'arte - dalla letteratura alla musica, dal cinema alla televisione - senza dimenticare anche altri aspetti della vita quotidiana come le vacanze, il cibo, la moda.

Alex l'ariete, certo, ma anche le poesie di Flavia Vento, le barzellette di Totti e lo scioccante libro-rivelazione della zia di Britney Spears: Matteo Fumagalli non risparmia nessuno, prendendo per mano il lettore e guidandolo in un assurdo viaggio ai confini del trash. Ma se pensate che l’intento sia derisorio vi conviene leggere il saggio con maggior attenzione visto che, a dispetto di quanto si potrebbe pensare, Fumagalli non intende formulare nessun giudizio di gusto. Perché non c’è da vergognarsi a voler staccare il cervello, anche solo per un po’.

Durante l’adolescenza avevo questa tendenza da radical chic poser, per cui mi piaceva distinguermi per la mia passione per tutto ciò che era anticonvenzionale. Ma in realtà amavo moltissime cose trash, solo che me le godevo nella mia cameretta, lontano da sguardi indiscreti… ora sono dell’idea che sia stupido nascondersi

Via libera, quindi, a tutti quei prodotti culturali che finora sono stati considerati guilty pleasures e che secondo Fumagalli dovrebbero essere equiparati – se non proprio per qualità, almeno per dignità – ai loro corrispettivi "alti".

“Si dovrebbe eliminare il divario fra ciò che è alto e ciò che è basso. Internet ha reso possibile la fruizione di tantissimi contenuti, permettendoci di vivere una maggiore contaminazione: in una stessa playlist possiamo avere John Cage e i Dari”.

Travolti dal trash nell’immenso mare del brutto finisce quindi per sancire il sacrosanto diritto di ascoltare le più imbarazzanti canzoni della nostra adolescenza senza dover impostare la modalità sessione privata di Spotify.

Stesso discorso per quanto riguarda la letteratura, da secoli ammantata da un’aura quasi sacrale ma assimilabile a qualsiasi altra industria culturale. Sugli scaffali delle librerie Uno splendido disastro si può trovare accanto a un’edizione economica di Umberto Eco, ma non c’è nulla di male in una democratizzazione della lettura.

Il libro viene ancora considerato una cosa sacra, ma alla fine è un oggetto

Accettare questo dato di fatto significa superare ogni tipo di retorica ed essere finalmente liberi di godere di ciò che si vuole, in ambito culturale, senza imbarazzo o falsi pudori. Anche quando si tratta di quel tipo di narrativa solitamente recensita dallo youtuber nell’amatissima rubrica #LibroTrash.

Il segreto per vivere sereni? L’autoironia. E una buona dose di umiltà nel saper accettare le critiche.

Cosa farei se qualcuno stroncasse il mio libro? Gli direi bravo! Basta offendersi per le stroncature: capisco che il libro sia come un figlio, ma dopo un po’ devi lasciarlo libero. Certo che ti rode se lo prendono in giro, ma deve farsi le ossa da solo

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