Giacomo Taddeo Traini ha ritmo e stile.
Basta guardare una delle pagine che arricchiscono il suo ultimo, bellissimo Swing, barbera e Fred Buscaglione per apprezzare - godendone - di un equilibrio tonale che non interferisce mai con il potente dinamismo di figure e inquadrature. Si capisce, sin dalle prime tavole, che Traini ha assimilato e fatto propria la lezione di grandi del fumetto come Will Eisner, per citare un nome fra tutti. Al punto che nel corso della lettura non ci si sorprenderebbe di veder spuntare, dal calibratissimo spazio delle closure fra una vignetta e l'altra, la familiare ombra dello Spirit disegnato dal maestro newyorchese.
E allora l'incontro con una figura larger than life come quella di Fred Buscaglione dev'essere stato, agli occhi del nostro, un epifania: perché Fred è stato un fumetto già in carne, ossa e gessato.
Ironico, intelligente, bravissimo: un'avanguardia, Fred, senza però la pesantezza del doverlo essere ad ogni costo, e traducendo anzi con spirito ludico e modernissimo. Proprio come i fumetti di Giacomo, che abbiamo voluto incontrare perché ci raccontasse un po' di più. Guardate la nostra swingatissima intervista!
Ciao Giacomo, ci racconti il tuo fumetto in 30 secondi?
Beh, trenta secondi sono un tempo piccolo così - avrebbe detto Fred - diciamo però che è la storia di Fred Buscaglione, un grande cantante swing e jazz, polistrumentista italiano diventato famoso negli anni Cinquanta, che è riuscito veramente a rivoluzionare il modo di cantare e di produrre musica in Italia.
Qual è l'aspetto di Buscaglione che ti ha colpito di più?
È chiaramente il suo fingere di essere un gangster fasullo, italiano, maccheronico... perché faceva ridere, perché a me piacciono un sacco i noir, mi piacciono un sacco i gangster e i film di gangster che però sono ridicoli, a volte, perché ci sono questi duri estremizzati... e Buscaglione ha preso tutta questa cosa e l'ha messa nelle canzoni. La prima volta che lo vedi, quello che ti cattura è questo: il personaggio. Poi, ascoltandolo a lungo, per tanto tempo, per tante volte, quello che veramente ti prende è l'interpretazione: che lui sia un gangster o una persona innamorata che passeggia sul lago, lui è pienamente nel personaggio e la sua voce ti racconta proprio una storia.
Se dico criminalmente bella, cosa ti viene in mente?
È una delle cosiddette criminal songs, che sono quelle canzoni di Fred parodicamente ispirate per l'appunto al mondo criminale... Criminalmente bella, poi, è una di quelle canzoni che ha addirittura ironizzato sul mondo delle pupe... c'è questa rappresentazione - ma ci sta, eh? - anche un po' maschilista delle donne, dove però poi alla fine il cosiddetto macho fa sempre la figura del fesso...
Come hai approcciato graficamente il personaggio di Fred Buscaglione?
Mah, il personaggio l'ho iniziato a disegnare per sport, perché mi piaceva proprio fisicamente: il baffetto, il ciuffo, lo smoking... e c'erano una serie di cose molto interessanti da disegnare, da rappresentare e man mano che l'ho disegnato, ho iniziato a farlo mio. Il lavoro su Buscaglione è stato un po' diverso dagli altri libri che ho fatto. C'è stata una prima fase di documentazione in cui ho letto i libri che sono usciti su Fred, ho raccolto il materiale video, quel poco di materiale audio che si trova l'ho messo insieme, l'ho studiato e ne ho fatto una specie di schemino. Da lì ho iniziato a fare degli storyboard... sono queste bozze che faccio, molto definite, con i pennarelli e che poi ricalco sul tavolo luminoso con la china definitiva. Nello specifico del libro di cui stiamo parlando, dopo la china c'è stato anche l'acquerello grigio - è una cosa che non ho mai fatto - poi viene scansionato, si fa il lettering (cioè si mettono i testi al computer, in digitale) e poi - se tutto va bene - si impagina.
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