Le persone con disabilità hanno sogni e desideri, sono antipatiche e simpatiche, vogliono costruire la loro vita, divertirsi, diventare grandi
Un po’ di tempo fa, prima di diventare una libraia, ebbi la possibilità di frequentare un corso per diventare arte-terapeuta. L’arte-terapeuta è colui o colei che con il supporto dell’arte (visiva, pittorica, plastica) aiuta persone con difficoltà mentali o fisiche a recuperare alcune abilità, psichiche o motorie.
Una cosa che ho imparato da quell’esperienza è che in questo mondo c’è spazio per tutti e che, anche le persone disabili hanno il diritto di vivere una vita piena e soddisfacente, perché prima della malattia, innanzitutto, c’è la persona.
Quindi posso dire con il cuore in mano che leggere Fuoriserie di Francesca Cavallo, edito da Momo Edizioni nella collana Librimonelli, mi ha toccato nel profondo, facendomi rivivere quella breve ma intensa avventura tra persone meravigliose che, nonostante tutto, con la loro forza e voglia di vivere, sono state per me un esempio.
L’esempio che le tre piccole protagoniste di questo libro spero diventino per tutti noi.
Le storie di tre atlete straordinarie – Tatyana Mcfadden, Bebe Vio, Zahra Nemati – plurivincitrici di medaglie d’oro alle paralimpiadi e alle olimpiadi. Tre donne fuoriclasse che hanno superato ogni limite e sono diventate ispirazione e modello per le atlete e gli atleti di tutto il mondo.
A volte, quando la gente vedeva che Tatyana era su una sedia a rotelle, si concentrava solo su quello che non poteva fare. Ma bastava rimanere con Tatyana per un po’ per accorgersi che poteva fare quasi TUTTO. Aveva solo bisogno di farlo a modo suo
Tatyana Mcfadden è una piccola orfanella nata con una grave malattia che non le permette di muovere le gambe e così, costretta ad usare le mani sia per camminare che per arrampicarsi, le sue braccia diventano molto forti tanto da farla eccellere in diversi sport: dal basket in carrozzina al nuoto. Pensate allo stupore che ha suscitato nella gente vederla, diventata grande, correre alle Paralimpiadi e conquistare il titolo di donna più veloce al mondo!
Poi c’è lei, Beatrice Vio, la protagonista del secondo racconto.
Bebe, come la chiamano tutti, è una bambina che fin da piccola dimostra una passione per la scherma. All’età di 11 anni contrae una terribile malattia e i medici sono costretti a privarla di braccia e gambe per salvarle la vita:
Così, quando la malattia tornò, e i dottori le dissero che avevano bisogno di rimuovere anche le gambe, lei rispose: Va bene. Io voglio vivere!
Quanto saranno stati dolorosi quei momenti? Accettare che da un giorno all’altro il nostro corpo non ha più gli arti e che dobbiamo ricominciare a imparare tutte quelle piccole azioni quotidiane che ci rendono autonomi. Ebbene, Bebe Vio non solo ha riadattato il suo corpo per riconquistare l’autonomia, ma ha anche vinto ben due medaglie d’oro alle Olimpiadi, ed è nota in tutto il mondo per il suo straordinario buon umore!
Bloccata in casa, Zahra guardava i bambini che giocavano fuori e la gente che andava in giro. Era annoiata e frustrata. “Voglio di più dalla vita che guardare fuori da una finestra”, pensava tra sé e sé
La protagonista del terzo e ultimo racconto è Zahra Nemati, una bambina nata in Iran con la passione del taekwondo. Zahra è una bambina normodotata dalla nascita e nell’arco della sua vita non contrae nessuna malattia che la privi di braccia e gambe, eppure, nella sua vita accade qualcosa di terribile. Un brutto incidente la costringe in sedia a rotelle e Zahra vede il sogno di diventare un giorno la campionessa di Taekwondo infrangersi. Tuttavia, non si arrende al suo triste destino e, con lo stesso entusiasmo che tutti i bambini provano davanti alle nuove avventure, comincia ad allenarsi al tiro con l’arco riuscendo a coronare il suo sogno: quello di partecipare alle Paralimpiadi!
La storia di ogni piccola protagonista è rappresentata da un illustratore diverso: Luis San Vicente per Tatyana, Irma Ruggiero per Bebe e Valentina Toro Gutiérrez per Zahra, tre stili grafici che insieme a quello narrativo, molto simile a quello delle favole, rendono il libro un buon supporto per genitori e insegnanti per spiegare la disabilità ai bimbi della primaria.
Ma è leggendolo che vi accorgerete come Fuoriserie non sia solo un libro sulla disabilità! È un libro che parla di sogni, di voglia di emergere, di forza di volontà, di grande entusiasmo. È una dichiarazione d’amore alla vita.
Certo! Non si può negare che le tre storie non siano cariche di dolore. Un dolore che però non ha saputo piegare la voglia di vivere di queste tre bambine straordinarie, grazie anche ad una buona dose di testardaggine e al sostegno dei loro affetti più cari.
È quindi un mondo per tutti, questo. Un mondo che non deve mai permettere di lasciare indietro nessuno e di dare a tutti pari diritti e pari opportunità.
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