Orizzontali, belli fermi, con gli occhi chiusi. Così piace dormire a noi esseri umani. Nel vasto mondo animale, però, ci sono tante alternative: c’è chi dorme in piedi, chi continua a muoversi durante il sonno e anche chi dorme con gli occhi aperti! Ogni specie ha una strategia diversa per adattare il sonno alle proprie esigenze e abitudini.
Prendi, per esempio, gli elefanti. La giornata degli elefanti è lunga, molto lunga: dormono appena un paio d’ore al giorno, neanche di seguito. Si riposano per qualche minuto ogni tanto, quando non ci sono pericoli in vista e le attività del branco lo permettono. Anche per le giraffe è così: per sostenere il loro corpo altissimo hanno bisogno di mangiare in continuazione. Per questo di solito elefanti e giraffe dormono in piedi, pronti a ripartire in qualsiasi momento. Anche i cavalli e le zebre sono capaci di addormentarsi senza appoggiarsi da nessuna parte. E i fenicotteri, dritti sulle loro zampe sottili, con la testa rivolta all’indietro e il becco nascosto tra le piume del dorso. Loro spesso si spingono oltre: dormono su una zampa sola. Questa scelta è così bizzarra che alcuni zoologi hanno ipotizzato che i fenicotteri siano capaci di addormentare metà del cervello per volta, come i delfini. Per i delfini è una questione di sopravvivenza: vivono in acqua ma sono mammiferi, perciò ogni tanto devono per forza salire in superficie a respirare. Anche nel sonno. Come fanno? La soluzione è mettere a nanna solo mezzo cervello e usare l’altra metà per salire a prendere una boccata d’aria quando serve: se vi imbattete in un delfino con un occhio chiuso e uno aperto, potete star sicuri che stia schiacciando un pisolino - o insomma, mezzo.
I trichechi non si fanno problemi: sono bravissimi a dormire in qualunque circostanza senza tanti complimenti, ma la loro pennica ideale è a mollo, nella posizione del morto a galla. Gli animali che, invece, dormono con gli occhi aperti, lo fanno per un’ottima ragione: non possiedono le palpebre. Molti serpenti hanno sugli occhi solo un sottile strato di pelle trasparente, che consente la visione ma li protegge da polvere e detriti. Loro dormono anche per giorni di seguito, soprattutto quando devono digerire un pasto impegnativo.
Se i fenicotteri dormono su una zampa sola, tanti loro colleghi uccelli dormono in volo. Le fregate, per esempio, sono in grado di volare per giorni consecutivi e per farlo portano all’estremo la strategia degli elefanti: il loro sonno più profondo, l’equivalente del nostro sonno REM, dura solo pochi secondi. Molte altre specie migratrici, invece, costrette a sorvolare gli oceani per giorni, adottano la stessa tattica dei delfini: mentre metà di loro dorme, l’altra metà vola.
Ma tutti gli animali dormono? Per rispondere a questa domanda bisogna prima di tutto capire che cosa chiamiamo “dormire”. Tutti i mammiferi sono capaci di sonno REM, quello, per intenderci, durante il quale sogniamo, cioè la fase più profonda del sonno. La sigla REM sta per rapid eye movement. Prova a guardare un amico mentre dorme: se i suoi occhi si muovono velocemente sotto le palpebre, significa che sta sognando.
Qualcosa di assimilabile al sonno è stato osservato anche nei pesci e perfino in certe specie di vermi, ma non è facile riconoscere il sonno in un animale molto diverso da noi. Per esempio, come si fa a sapere se una coccinella dorme o magari se ne sta semplicemente ferma? Be', la risposta non è da raccontare a tavola: molti insetti, quando dormono, sbavano. È il segno che sono più rilassati del solito. In generale, chiamiamo sonno uno stato di "sospensione della coscienza" durante il quale non siamo consapevoli di ciò che ci accade intorno e il nostro metabolismo rallenta.
A questo punto forse ti starai chiedendo: ma ne vale davvero la pena? Perché gli animali si espongono ogni giorno a un enorme pericolo, spegnendo o quasi i propri sensi e restando quindi in una condizione di estrema vulnerabilità, alla mercé dei predatori? Deve esserci un enorme vantaggio nel farlo. Quale?
Su questo la scienza non ha ancora una risposta definitiva. Il grande mistero sta nel fatto che il cervello non è che proprio si riposi: l'attività di un sistema nervoso addormentato cambia, ma non si interrompe. Tra le ipotesi più accreditate c'è l'idea che, mentre dormiamo, "facciamo pulizia" tra le connessioni neurali. Sgombriamo la mente dalle informazioni in eccesso e ripristiniamo una condizione che ci rende di nuovo pronti ad assimilare nuovi input. Prova a fare i compiti il venerdì sera: non riesce proprio bene. La mattina dopo, a mente fresca, è già meglio, no?
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