Incontrare un autore a scuola
Il giorno 27 aprile noi alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola primaria, abbiamo avuto un incontro speciale con l'autore del libro Cambiare il mondo con i libri, che abbiamo letto in classe: Mattia Tombolini (qui potete trovare la recensione di Maremosso). L'incontro è stato realizzato grazie alla collaborazione di Maremosso con PrimaEffe, il programma di attività di promozione della lettura promosso da Librerie Feltrinelli e rivolto a tutte le scuole d’Italia e con cui invitare un autore o autrice a scuola.
Ma davvero i libri possono cambiare il mondo? Sì, possono eccome. Un libro sul mestiere di «fare i libri» che racconta l'incredibile storia di Giangiacomo Feltrinelli. Con le illustrazioni-gioco di Marta Baroni, diventa anche un laboratorio per le lettrici e i lettori. Il libro è arricchito da una nota di Carlo Feltrinelli, autore della biografia di Giangiacomo Feltrinelli Senior Service.
Eravamo così emozionati perché è stata la prima volta che abbiamo avuto l'opportunità di incontrare un autore di persona.
Arrivati in sala conferenze, siamo rimasti quasi tutti sorpresi perché ci aspettavamo di incontrare un uomo grande di età, in giacca e cravatta, invece il nostro caro Mattia è un ragazzo giovane di 32 anni, romano, dall'abbigliamento sportivo e con un grande sorriso.
Siamo stati accolti anche da Annarita Iozzino, che con semplicità e simpatia ci ha spiegato come è nato la rubrica Una scuola di lettori, su Maremosso.
Mattia Tombolini ci ha confessato di essere emozionato, ci ha ringraziato dell'ospitalità e di aver letto il suo libro.
Ci ha raccontato un suo segreto: lui da piccolo non amava leggere, anzi i libri proprio lo annoiavano; invece quando ha trovato i libri “giusti” per lui, si è appassionato non solo alla lettura, ma anche alla scrittura, fino a diventare editore. Ha consigliato a noi bambini, di scoprire quale potrebbe essere il libro “giusto” per noi e di non smettere mai di cercarlo.
Gli abbiamo posto una serie di domande da cui è nato un piacevole dibattito.
In particolare, gli abbiamo chiesto perché ha scelto di raccontare proprio la storia di Giangiacomo Feltrinelli e lui ha risposto che ha provato tanta ammirazione nei confronti di questo personaggio, che è un esempio di coraggio e di libertà, è un esempio da seguire e per questo ha scritto un libro per bambini, proprio per dare a noi la possibilità di avere un nuovo modello da seguire e di credere in nuovi ideali.
Anche Mattia, come Giangiacomo, è un “sognatore”, sostiene che i libri possano davvero fare la differenza, hanno la capacità di trasmettere idee, pensieri che possono cambiare il nostro modo di vedere le cose.
Alla fine dell'incontro Tombolini ha autografato le copie del libro a tutti noi, ringraziandoci ancora per la bellissima giornata, con la promessa di rincontrarci ancora.
Le nostre domande a Mattia Tombolini
Da dove nasce la tua passione di scrivere libri?
Vi dico un segreto. Da piccolo non leggevo niente e non mi piaceva leggere (figuriamoci scrivere) e mia mamma era anche preoccupata per questo e insisteva sul fatto che bisognava leggere per capire il mondo. Ma a me annoiava, non mi piaceva, dopo due pagine lasciavo perdere. Poi un giorno mi arrivò un libro diverso dagli altri e lo lessi in pochissimo tempo tutto d'un fiato. Come mai? Che aveva di straordinario questo libro? Cosa aveva di diverso?
Niente di che. Rispondeva semplicemente ai miei interessi.
Capii, cioè, che fino a quel momento mi erano stati proposti libri che non mi interessavano, dentro i quali non trovavo niente. Quel libro mi fece scoprire che ci sono tantissimi libri, oltre quelli che ci propongono e, se impariamo a cercarli e riconoscerli, troviamo gli strumenti di cui abbiamo bisogno.
Quindi da piccolo non avevo nessuna passione per la scrittura, scrivevo quello che mi chiedevano di scrivere a scuola (come capita a voi), ma avevo questa sensazione dentro di me, volevo cambiare le cose e sceglierle, proprio come con i libri. A me piaceva fare casino, mi è sempre piaciuto, ma in maniera costruttiva. Così sono arrivato alla scrittura, come uno strumento per rompere!
Perché hai scelto di raccontare proprio la storia di Giangiacomo Feltrinelli?
Perché Giangiacomo Feltrinelli è una persona che ha preso delle scelte non conformi, scelte difficili che andavano in contrasto con tutto ciò che ci si aspettava da lui. Volevo raccontare la sua figura di editore e di politico, cercando di dare importanza al valore collettivo del suo lavoro e trasmettere il messaggio propositivo: ognuno di noi può fare scelte e può fare la sua per cambiare il mondo. La storia di Giangiacomo è la storia di un bambino come tutti voi che voleva cambiare le cose e ha lottato sempre per questo.
Per farlo ha scelto i libri e ha dato un esempio di cosa sia il lavoro culturale di cui ancora oggi abbiamo tantissima necessità.
Perché Giangiacomo ha scelto di stare dalla parte dei più deboli?
Questa domanda andrebbe rivolta a lui. L'idea che mi sono fatto io, leggendo i suoi scritti e ascoltando delle persone che lo avevano conosciuto, è che Giangiacomo si fosse reso conto di far parte di qualcosa di storicamente più grande di lui, di avere la possibilità di scegliere da che parte stare. Così, ha scelto la cosa per lui più difficile, complicata e rischiosa, ma anche la più giusta. Chi ha questo senso di responsabilità verso il prossimo non potrebbe mai fare diversamente o la sua stessa vita non avrebbe senso.
Perché ai tempi di Giangiacomo leggere era un privilegio per pochi?
Perché l'Italia era un Paese non ancora del tutto alfabetizzato. Alfabetizzazione significa saper leggere, scrivere e comprendere un testo. La differenza tra chi sa leggere e scrivere e chi no è determinata quasi sempre (anzi, lo è sempre) dall'appartenenza di classe. Significa che spesso chi è più povero ha meno possibilità di imparare a leggere e scrivere e continuare gli studi (cioè ha difficoltà ad accedervi) rispetto a chi è ricco.
Grazie a tante battaglie e, anche grazie a persone come Giangiacomo che volevano che tutti avessero la possibilità di studiare e informarsi, oggi la scuola è di tutti e ogni bambino, al di là dall’essere ricco o povero, può imparare a leggere e scrivere. Questa cosa dobbiamo difenderla e possiamo anche lottare per migliorarla.
Una persona che fece una grande battaglia in questo senso fu Don Milani. Pensate che Don Milani diceva che la parola è una soglia. Sapete cos'è una soglia? È il limite della porta, il confine. Conoscere una parola significa poter varcare quel confine, quindi più parole conosciamo più confini varchiamo. Per questo quando scriviamo dobbiamo usare le parole con cui parliamo, per permettere anche agli altri di varcare quella soglia. Allo stesso tempo non dobbiamo accontentarci di ciò che già conosciamo ma essere curiosi, imparare parole di altre lingue, perché solo se impariamo a parlare con gli altri, a confrontarci, possiamo risolvere i problemi.
Don Milani si batté tantissimo per l'alfabetizzazione, perché significava permettere a tutti di partecipare alla vita sociale del Paese, lottò per migliorare la scuola e per permettere che tutti potessero frequentarla, a prescindere dalle differenze di classe e di provenienza.
È così difficile capire che siamo tutti uguali?
Sì, a quanto pare è molto difficile. Io credo che dobbiamo imparare ad accettare le diversità degli altri, perché siamo tutti diversi ed è la nostra più grande ricchezza. Perché quello che manca a me ce l'ha sicuramente un'altra persona e, viceversa, io avrò qualcosa di utile agli altri. Insieme siamo tutto, da solo, invece, non si salva nessuno.
Secondo te, quali sono i libri “necessari” per noi bambini?
Ognuno ha libri che sono necessari al proprio modo di essere e che rispondono alle proprie esigenze. Credo che sarebbe sbagliato da parte mia dirvi cosa leggere, è più corretto che voi vi facciate un'idea e capiate che i libri sono degli strumenti, delle armi potentissime e che possono veramente darvi tante risposte e aprirvi a nuove domande. In questi giorni ho letto Lettera a una professoressa di Don Milani, appunto. Non lo avevo mai letto perché avevo un pregiudizio, poiché mi stanno antipatiche le religioni (e lui era un prete). Mi sono reso conto di aver sbagliato alla grande! Avrei dovuto leggere questo libro anni fa! Il pregiudizio è una cosa stupida e il sapere deve essere libero dai pregiudizi.
Vi consiglio questo quindi: sperimentate. Cercate i libri in base ad argomenti che vi stimolano e interessano, cominciateli e non sentitevi in colpa ad abbandonarli, anche dopo un paio di pagine, magari li riprenderete più avanti o mai più. Cercate, cercate, cercate! Senza paura, senza ritegno, senza confini.
Le classi sociali, secondo te, sono ancora un problema? Perché Giangiacomo combatte le classi sociali?
Sì, lo sono. Esistono sempre. Esiste chi ha il potere, i soldi, e chi non ne ha e, molto spesso, viene sfruttato. Noi tutti apparteniamo ai secondi, ma non dobbiamo vergognarcene, dobbiamo esserne coscienti e far sentire la nostra voce collettivamente, partecipare, cercare di incidere e determinare le scelte di chi ci governa, oggi più che mai. Da noi dipende il futuro, non solo nostro, ma del pianeta. Perché chi ci governa, con le scelte che ha preso fino a oggi, lo sta distruggendo.
Cosa vuoi trasmettere a noi bambini attraverso la lettura di questo libro?
Vorrei trasmettervi l'importanza dei libri, raccontarvi cosa è una casa editrice e il senso del lavoro culturale ma, ancor di più, quanto tutto sia possibile solo collettivamente. Uscire dalla dimensione individualista e vedere tutti noi fondamentali dentro una dimensione collettiva. Vorrei tanto che smettessimo di sentirci soli e ci sentissimo "amici anche se non ci conosciamo", con obiettivi comuni che fanno bene a tutti.
Sei soddisfatto della tua carriera? Sei riuscito a trasformare il tuo sogno in realtà?
Ripudio l'idea di carriera. Penso di star facendo un percorso, che è la mia vita, e cerco di fare ciò che reputo giusto e mi fa stare bene. In questo momento mi trovo a fare libri. Non sono soddisfatto perché penso che la battaglia da fare sia ancora molto lunga, ma sono contento del percorso che sto facendo perché, tra le tante cose, mi permette di stare oggi qui con voi che siete bellissimi!
Esiste una scuola per diventare scrittori?
Sì. La scuola pubblica che voi fate. Esistono tante scuole private ma niente è meglio della scuola pubblica. Poi bisogna continuare, sperimentare, scrivere tante cose diverse e confrontarsi con tantissime persone. Io non penso di essere un vero e proprio scrittore. Ogni tanto scrivo, faccio articoli, racconti, questo libricino. Sono più che altro un organizzatore e mi piace mettere insieme tante cose. Questo libro qui, di fatti, non l’ho fatto da solo ma con decine di persone con cui mi sono confrontato, che mi hanno detto la loro: con Marta che ha fatto i disegni, Gianmarco che l’ha redatto e mi ha detto "allunga questa parte", "accorcia qui", "qui non si capisce", amici a cui ho chiesto di leggerlo e tanti altri ancora.
Anche i libri, secondo me, sono sempre il risultato di qualcosa di collettivo.
Le nostre recensioni di Cambiare il mondo con i libri
Questo libro parla di Giangiacomo Feltrinelli che creò le prime librerie aperte a tutti. La sua idea di “libreria” non era quella di un negozio dove compare dei libri, ma centri di aggregazione culturale, luoghi in cui chiunque potesse trovare i libri che riteneva utili; perché «tenere per sé i libri, è come avere una torta buonissima e poi nasconderla e non condividerla con gli altri».
Classe III A
Giangiacomo era un sognatore che è riuscito a trasformare in realtà il suo sogno: una libreria in cui tutti potevano leggere, non per diventare scrittori o letterati, ma per essere LIBERI, perché l'ignoranza rende schiavi.
Classe III A
Giangiacomo è un “supereroe delle parole” che sta dalla parte dei più deboli e che combatte per l'uguaglianza e la libertà.
Classe III B
Grazie a Mattia Tombolini abbiamo conosciuto una persona speciale che ha tentato di far arrivare a tutti la conoscenza delle cose vere e che ha cercato di cambiare il mondo con i libri. Ci ha fatto capire che i libri sono “magici” perché hanno il potere di aprire la mente delle persone e ci aiutano a guardare il mondo con occhi diversi.
Classe III B
Grazie a questo libro, abbiamo capito che tutti hanno diritto alla conoscenza delle cose e Giangiacomo lo ha capito prima di tutti, creando una libreria a portata di tutti e per tutti, mettendosi dalla parte delle classi più deboli e partecipando in prima linea alla lotta di classe
Classe IV
Attraverso le storie dei libri abbiamo la possibilità di viaggiare con la fantasia; ma Giangiacomo Feltrinelli ci ha fatto capire che il mondo può davvero cambiare con i libri perché possono migliorare ognuno di noi, offrono memorie, curiosità e ci aiutano a imparare cose nuove.
Classe IV
Per Giangiacomo Feltrinelli, non è stato semplice divulgare la lettura dei libri; le proprie scelte, i suoi viaggi in posti non sicuri... ma con tenacia è riuscito a raggiungere il meritato successo.
Classe V A
Giangiacomo non ha temuto nulla, nemmeno la guerra, combattendo con “l'arma” più sicura, la cultura, diffondendola prima con la sua Citroën e poi creando la sua prima libreria
Classe V A
Cambiare il mondo con i libri è scritto in modo semplice e chiaro e, in alcune parti, è stato divertente “interagire” con l'autore, completando con disegni e pensieri le illustrazioni della bravissima fumettista Marta Barone.
Classe VB
Questo libro per noi ragazzi è stato un'esplosione di valori. Siamo stati colpiti dalla frase riportata di Gianni Rodari: «Vorrei che tutti leggessero non per diventare letterati o poeti, ma perchè nessuno diventi più schiavo». In questa frase si racchiude tutto il messaggio che Mattia Tombolini ha voluto mandare: le parole, i libri hanno una potenza che ci libera e ci rende tutti uguali”.
Classe VB
Chi era Giangiacomo Feltrinelli e perché è importante leggere Cambiare il mondo con i libri
Giangiacomo Feltrinelli era un sognatore capace di trasformare il suo sogno in realtà e di condividerlo con tutti.
Questo è un libro che mette in luce il valore morale sul mestiere di “fare i libri”.
Gianni Rodari diceva «Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo». Questa frase racchiude uno dei messaggi che Giangiacomo Feltrinelli ha cercato di diffondere e tramandare attraverso la divulgazione dei libri.
Il libro diventa il mezzo per eccellenza per far crescere le persone, quale che fosse la loro estrazione sociale.
Un libro accende le nostre menti, stimola la capacità critica, offre gli strumenti per comprendere il mondo che ci circonda e per diventarne parte attiva e non schiavi della società.
Un buon editore dovrebbe offrire ai suoi lettori libri che abbiano queste caratteristiche, anche se sono scomodi, perché «la cultura non è mai neutra. La cultura è sempre di parte».
Giangiacomo scelse di stare dalla parte degli oppressi, della classe operaia e le decisioni prese da editore erano basate sulla convinzione che i libri possano davvero cambiare il mondo.
Giangiacomo creò dei veri e propri centri di aggregazione e cultura, luoghi in cui i giovani potessero non solo consultare dei libri gratuitamente, ma anche trovare uno spazio per dare voce alle proprie idee.
Mattia Tombolini, l'autore di Cambiare il mondo con i libri, è riuscito a scrivere un libro per bambini, pur parlando di un personaggio e di un contesto storico complessi, utilizzando un linguaggio semplice, chiaro e accessibile a una platea di lettori più piccoli, molti dei quali si approcciavano per la prima volta alla lettura di un libro.
Tombolini è riuscito a trasformare la figura di Giangiacomo in un “supereroe delle parole” che combatte per la libertà e l'equità e che, come lui, cerca di “cambiare il mondo con i libri”.
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