Al momento della sua scomparsa, avvenuta a causa di un incidente stradale il 19 dicembre 1992, Gianni Brera è il più grande giornalista sportivo italiano. Lo è ancora oggi.
Nato nel 1919 a San Zenone al Po (PV), Gioânnbrerafucarlo (divertito, si firmava spesso così), è stato un fuoriclasse della parola scritta, al pari dei tanti di cui ha narrato le vicende sportive, da Fausto Coppi a Gigi Riva. Sua la creazione un linguaggio adatto allo scopo (“non esisteva, fu necessario farlo” – raccontava) arrivando a coniare neologismi che oggi tutti utilizziamo parlando di sport e non solo.
Ha fatto convivere nella stessa pagina citazioni da classici ed espressioni dialettali, dando vita a una prosa unica, vitale e immediatamente riconoscibile.
Il mio vero nome è Giovanni Luigi Brera. Sono nato l'8 settembre 1919 a San Zenone Po, in provincia di Pavia, e cresciuto brado o quasi fra boschi, rive e mollenti (...). Io sono padano di riva e di golena, di boschi e di sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo del Po
Ricordare Brera semplicemente come un giornalista sportivo è però fargli un torto: è stato anche romanziere di ottimo livello, apprezzato critico gastronomico e saggista. Ferma restando la predilezione per il calcio, seguito da ciclismo e atletica, era comunque in grado di scrivere la sua in più di un ambito, sempre con quello stile originale e inimitabile che un giorno indusse Carlo Cassola a scrivergli:
È questo il suo indiscutibile merito, indipendentemente dalle idee che esprime. Sa che dopo averla letta, mi sembra che non si possa scrivere in altro modo? Mi dura per un bel po’: bisogna che esca dal sortilegio per potermi liberare
Per capire in quale campionato abbia giocato Gianni Brera, si sappia che fu protagonista di accesi confronti con figure del calibro di Ennio Flaiano, Umberto Eco e Pier Paolo Pasolini.
Il lui, la passione per la scrittura si era manifestata in tutta evidenza molto presto: a soli 17 anni già collaborava con piccole testate locali, per approdare, dopo la maturità scientifica al celebre Guerin Sportivo.
Si iscrive a Scienze Politiche, ma nel 1940 il deflagrare del conflitto mondiale lo costringe all’arruolamento, prima come fante e poi come paracadutista. Trova il modo di non abbandonare la sua passione scrivendo per alcune pubblicazioni “di regime” (anche il Popolo d’Italia tra queste), cosa che procura nei suoi confronti una certa diffidenza (poi rientrata) quando, dopo l’8 settembre, si unisce alla lotta partigiana.
Finita la guerra e laureatosi in Scienze Politiche, è la chiamata alla Gazzetta dello Sport a determinare il destino di Brera: il suo stile, peculiare nell’unire alla cronaca analisi tecniche, tattiche e persino antropologiche, non passa inosservato. Nel 1949 viene inviato al seguito del Tour de France e le sue cronache, unite ai successi di Coppi e Bartali, portano il giornale a vendere copie in numero mai visto.
Il mio vecchio sbolinato giornale ha fatto tirature da svellere i cilindri. Roba da sfiorare il milione, qualche volta
La sua stella brilla sempre di più e, nel giro di un anno Gianni Brera diviene direttore della Gazzetta.
I trent’anni successivi sono vissuti da protagonista e punto di riferimento del giornalismo italiano: vivrà momenti bellissimi presso Il Giorno, per poi diventare direttore del Guerin Sportivo, testata sulla quale pubblicherà per anni la seguitissima rubrica L’arcimatto, uno spazio che Brera sfruttava per sfoggiare le proprie doti di funambolo a tutto campo, partendo da argomenti di natura calcistica per arrivare a discorrere di storia, cucina, letteratura o filosofia.
Ci furono poi un ritorno alla Gazzetta dello Sport, una rapida esperienza al Giornale Nuovo e il glorioso decennio finale come firma de La Repubblica.
Giornalista sportivo incline al divagare o scrittore dedito alle vicende sportive? Poco importa.
Torrenziale e generoso anche lontano dalla macchina da scrivere – raccontano gli amici – ha lasciato pagine che sono vera e propria letteratura: andate a (ri)leggere libri come Storia critica del calcio italiano (un saggio in sapiente equilibrio tra calcio, storia del paese, sociologia e costume), la splendida biografia Coppi e il diavolo, le formidabili raccolte de L’arcimatto o il romanzo Il corpo della ragassa.
"Un grande fiume senza mai problemi di siccità", questo Gianni Brera nelle parole di Gianni Mura
Un fiume nel quale è sempre un piacere nuotare.
Melina - Trattenere a lungo la palla, passandola e ripassandola tra compagni, allo scopo di perder tempo
Pretattica - Far intendere una certa intenzione tattica per poi fare l'opposto
Goleador - Attaccante prolifico, solito ad andare in gol con virtuosismo e finezza (come un toreador nell’arena)
Contropiede - Un attacco improvviso in direzione inversa, che scopre l’avversario privo di difesa
Libero - Difensore libero da impegni di marcatura
Eupalla - La dea che presiede alle vicende del calcio ma, soprattutto, del bel gioco
Atipico - Giocatore al di fuori di ogni possibilità di classificazione
Uccellare - Ingannare l'avversario con un virtuosismo
Manfrina – Da un ballo del Monferrato: fa manfrina chi perde tempo dopo un contatto innocuo
Abatino - Giocatore bello a vedersi, ma povero di coraggio fisico e vigore atletico
Gli altri approfondimenti
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Conosci l'autore
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente