Francesco Sanesi contiene moltitudini.
… no, un momento: lasciate che vi spieghi
Non è che il responsabile grafico di Fazi editore sia affetto da una forma di dissociazione da sé stesso. Sanesi è anzi una persona decisamente equilibrata.
Ma se ci basiamo sul suo lavoro di grafico che svolge per Fazi editore, dobbiamo concludere che dietro quei modi affabili e la giovialità che il nostro dispensa a piene mani ci siano sensibilità estetiche che attingono a repertori e immaginari diversissimi. Prendete ad esempio l'eleganza che contraddistingue un ciclo come quello dei Cazalet, di Elizabeth Jane Howard: Sanesi si è posto il problema di come interpretare l'estetica rappresentativa degli anni nei quali il ciclo è ambientato, a partire dagli anni Trenta del Novecento, e ha trovato una risposta nelle affiches pubblicitarie e negli stilemi illustrativi dell'epoca, riproponendoli con coerenza man a mano che la saga avanzava. Fino al punto che oggi, per noi lettori, scorgere in libreria anche solo un particolare di una delle copertine dei Cazalet significa sapere dove ci troviamo e quali sono i libri che abbiamo davanti.
Una copertina è una parte del libro, non tutto il libro. Lavorare per sottrazione, lasciar una parte dell’immagine al di fuori, significa invitare il lettore a completarla, a immedesimarsi e a inserirsi nella vita dei personaggi
Ma Sanesi sa mettere al servizio dell'opera la propria intelligenza di grafico: ecco perché ogni ciclo narrativo, ogni autore o collana, in Fazi, gode di un "trattamento speciale".
Pensiamo a Stoner, di John Williams. Oggi il libro è "passato di editore", come si suole dire. Ma la fortuna editoriale di cui il titolo ha goduto in Italia a partire dal 2012 è certamente il frutto di diverse circostanze: il passaparola, una critica che ha saputo coglierne le qualità, il rinnovato interesse attorno a figure come quella del protagonista, persone "normali" che - se descritte con l'abilità di Williams - potevano evocare un diverso, più feriale concetto di "eroismo". Ecco: perché quel concetto arrivi al lettore sin dalla copertina, Sanesi fa fare cucù al volto qualsiasi scelto per rappresentare quell'uomo qualsiasi.
Il volto è tagliato, ne scorgiamo solo la parte superiore, con un'enfasi posta ambiguamente sulla montatura degli occhiali.
Sotto quello che potrebbe essere l'accessorio di una maschera, noi lettori possiamo immaginare ci siano i tratti di un volto che conosciamo. O, addirittura, che sia il nostro.
Ma c'è di più: da editore contemporaneo, attento alle tendenze che si fanno largo in un panorama mutevole com'è quello del libro, Fazi guarda al filone Young Adult da protagonista.
Già: sono passati diciassette anni dai giorni in cui Stephenie Meyer con il suo Twilight terremotava le classifiche di vendita italiane, ma la eco di quella formidabile intuizione ancora non s'è spenta. Oggi tanti autori hanno scoperto le regole di un gioco che è semplice solo in apparenza e per stare dentro il quale bisogna conoscere esattamente il lettore cui ci si rivolge.
Anche la grafica, ovviamente, deve tener conto di questo: e il lavoro che Sanesi ha fatto su Lainya, collana dedicata da Fazi ad autori come Erin Morgenstern e Susanna Clarke, lo testimonia al di là di ogni ragionevole dubbio.
La saggistica - com'è nell'ordine delle cose - richiede un approccio ancora diverso. Idee innovative e interpretazioni controcorrente del reale, oggi, hanno bisogno di trovare cittadinanza in libri che sappiano veicolare il portato innovativo delle une e delle altre, mettendo tutto nero su bianco e assumendosi la responsabilità di sé stesse. E allora largo a copertine che mostrano lettering senza fronzoli, monumentali nella proporzione e capaci di "uscire" da un fondo che è quasi invariabilmente bianco.
E poi c'è tutto quel che richiede una riflessione a parte, a cominciare dalle wild card come il romanzo vincitore del Booker Prize 2022, Le sette lune di Maali Almeida, del cingalese Shehan Karunatilaka: un'esplosione di forme tribali, virate cromaticamente verso una fluorescenza pop, così da restituire l'ambiguità di una cultura e di un paese sospesi fra il retaggio di tradizioni millenarie e una tensione verso una modernità che può assumere tinte violente.
Le sette lune di Maali Almeida, che ha vinto il prestigioso Booker Prize proiettando l’autore nell’olimpo della letteratura mondiale, contiene tutto questo e molto di più. Shehan Karunatilaka ha dato vita a un romanzo esuberante, narrato da una voce unica, intriso di un umorismo irresistibile e impreziosito da uno stile travolgente.
E poi, naturalmente, ci sono i thriller, con Juan Gómez-Jurado (vi riproponiamo volentieri l'intervista realizzata a proposito del suo Re bianco qualche tempo fa), Franck Thilliez e Philip Kerr: è il lato oscuro, il Darkside (il nome della collana) di una casa editrice che anche in questo affollatissimo ambito sa ritagliarsi uno spazio peculiare. E ancora, Hilary Mantel, regina del romanzo storico, recentemente scomparsa, che ha ricevuto in sorte un trattamento adeguatamente regale, con copertine che giocano astutamente su una sensibilità pittorica portata "fuori scala".
Accanto a lei, senza soluzione di continuità, un autore sui generis come Francesco Muzzopappa, che nel tempo ha saputo diventare un "filone" a sé, nel catalogo Fazi: ironico, cinico il giusto, scanzonato ma colto, capace di superare d'emblée la capziosa distinzione fra intrattenimento pop e riflessione sociologica mai pedante.
E tanto altro potremmo dire: ma tanto c'è nella nostra intervista con Francesco Sanesi, che vi invitiamo a gustare, entrando assieme a noi e a lui nelle stanze di una casa editrice i cui libri a ciascun lettore evocano sensazioni speciali, a partire dal modo in cui la grafica ce li presenta. Se è vero che non bisogna giudicare un libro dalla copertina, le copertine disegnate da Francesco Sanesi per i libri di Fazi editore, non hanno paura del nostro giudizio, perché sanno che il nostro giudizio non potrà che essere benevolo.
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