Il 19 dicembre 1996, il cinema diceva addio a Marcello Mastroianni. Spentosi nel suo appartamento di Parigi dopo una lunga malattia, all'età di 72 anni. Icona senza tempo, Mastroianni è l’attore italiano più noto al mondo. Latin lover cinematografico e alter ego di Fellini, entrò nell’immaginario collettivo immerso nella Fontana di Trevi al sensuale richiamo di Anita Ekberg. Quel «Marcello come here» nella celebre sequenza de La dolce vita: il film che lo consacrò nell’olimpo delle star. Tanto da meritarsi nel 1962 il titolo di «divo straniero più famoso ad Hollywood» secondo Time. Attore italiano più premiato di sempre, ha vinto 2 Palme d’Oro a Cannes, 2 Golden Globe e 8 David di Donatello. Al Festival di Venezia, ha ottenuto 2 Coppe Volpi e, nel 1990, è stato insignito del Leone d’Oro alla carriera. Mastroianni è stato candidato tre volte agli Oscar come miglior attore protagonista: per Divorzio all’italiana nel 1963, per Una giornata particolare nel 1978 e per Oci Ciornie nel 1988. Marcello Domenico Vincenzo Mastrojanni nasce a Fontana Liri, il 26 settembre 1924 ma all’anagrafe la registrazione avvenne solo due giorni dopo, come accadeva spesso al tempo nei piccoli paesi. In seguito la “j” scomparve, perché nel cognome di un attore non suonava bene. Debutta all’età di 15 anni, come comparsa in Marionette di Carmine Gallone. Interprete sobrio e versatile, recita al centro teatrale universitario di Roma prima di farsi notare da Luchino Visconti che gli offre il suo primo ruolo da professionista in Rosalinda o Come vi piace di Shakespeare. Oggi, a 25 anni dalla sua scomparsa ricordiamo il mito italiano nei suoi ruoli simbolo.
I soliti ignoti di Mario Monicelli, 1958
Nella sgangherata banda di criminali, Mastroianni si fa notare nel fotografo squattrinato Tiberio. Fu uno dei ruoli che contribuì a lanciarlo nella prima fase della sua gloriosa carriera, fatta di 160 film. Il capolavoro di Monicelli vinse 2 Nastri d’Argento e ottenne una nomination agli Oscar come Miglior film straniero.
Il Bell’Antonio di Mauro Bolognini, 1960
Antonio è l’affascinate siciliano che torna nella natia Catania preceduto da una fama di dongiovanni. Mastroianni in coppia con Claudia Cardinale, nel ruolo di sciupafemmine mancato, rimpiazzò Jacques Carriera che diede forfait. Dal romanzo di Brancati su sceneggiatura di Pasolini, il film tratta il tema tabù dell’impotenza.
La dolce vita di Federico Fellini, 1960
Il giornalista scandalistico Marcello Rubini - affiancato dal fedele fotografo Paparazzo (la terza parola italiana più conosciuta al mondo dopo pizza e Ferrari) - che si lancia nella vita mondana di Via Veneto. Mastroianni entrò nell’immaginario collettivo immerso nella Fontana di Trevi al sensuale richiamo della giunonica Ekberg: «Marcello come here!». Il capolavoro di Fellini ottenne la Palma d'oro a Cannes e l'Oscar ai migliori costumi di Piero Gherardi.
Divorzio all’italiana di Pietro Germi, 1961
Mastroianni nei baffetti del vile barone Ferdinando Cefalù, deciso a sbarazzarsi della devota moglie per amoreggiare con la giovane e bella cugina interpretata da Stefania Sandrelli. Premiato col Golden Globe, il divo ottenne la prima di tre nomination all’Oscar. Il ruolo principale era destinato ad Alberto Sordi.
8 e ½ di Federico Fellini, 1963
Il film assoluto e testamento artistico del regista. Mastroianni con cappello, occhiali scuri e capelli grigi è l’alter ego di Fellini: regista in crisi perduto nei ricordi onirici. 2 Oscar al Miglior film straniero e per i costumi. Fefè definì l’attore: «l’amministratore delegato dei miei sogni». In realtà Mastroianni non fu la prima scelta: per il ruolo di Guido Anselmi, Fellini gli avrebbe preferito Laurence Olivier.
Oci ciornie di Nikita Sergeevič Michalkov, 1987
Nel film ispirato ai racconti di Čechov, Mastroianni incarna Romano: un uomo di mezza età perduto dentro gli occhi neri (Oci Ciornie in russo) di una donna, incontrata a bordo di un piroscafo. L’attore fu premiato a Cannes e nominato all’Oscar.
Gli altri sapori di sala
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