Sguardi randagi

Nick Brandt: The Day May Break

Può una foto fare la differenza?

"The Day May Break" è il primo capitolo di una nuova serie del fotografo londinese Nick Brandt, scattata in Zimbabwe e in Kenya alla fine del 2020.

Confermando il suo impegno verso i problemi ambientali e sociali dell'Africa (ad esempio, la sua trilogia della terra tra il 2001 e il 2012 con "On This Earth", "A Shadow Falls", "Across The Ravaged Land", il poetico "Inherit The Dust" del 2016, dove gigantografie di animali venivano fotografate nei territori un tempo abitati dagli animali e ora imbarbariti dal degrado urbano, o il bellissimo "Inherit The World" del 2019, scattato a colori), Brandt ha scelto stavolta di ritrarre persone ed animali colpiti dal degrado ambientale e dalla conseguente distruzione.

Le foto (qui vedete "Najin and people in fog, Kenya") sono state realizzate in cinque santuari di conservazione con animali che non possono essere reinseriti nel loro precedente habitat. Sostanzialmente addomesticati, hanno potuto essere ritratti vicino a delle persone in un clima di serenità e fiducia. La nebbia (creata sul luogo con macchine del fumo) è l’elemento costante, simbolo di un mondo ormai irriconoscibile e in rapida sparizione, che richiama anche il fumo soffocante dei numerosi incendi che stanno devastando gran parte del pianeta. Per Brandt queste persone e questi animali sono comunque dei sopravvissuti, simboli di una resilienza che vuol essere fonte di speranza e di nuove possibilità.

Nel 2010 Brandt è stato tra i fondatori della Big Life Foundation insieme al conservazionista Richard Bonham, con l’obiettivo di proteggere una vasta area dell’ecosistema Amboseli/Tsavo/Kilimajaro tra Kenya e Tanzania. Oggi Big Life protegge 1,6 milioni di acri con più di 300 ranger, il che ha portato, grazie anche al sostegno delle comunità locali, ad una drammatica riduzione degli episodi di bracconaggio nella regione.  

Cenni biografici su Guido Harari:

Dagli anni Settanta il suo nome è associato soprattutto alla musica e alle copertine di dischi per artisti come Fabrizio De André, Bob Dylan, B.B. King, Lou Reed, Simple Minds, Frank Zappa, Pino Daniele, Claudio Baglioni, Mia Martini, Vasco Rossi, Gianna Nannini, PFM, ma ha spaziato dal ritratto al reportage, alla moda e alla pubblicità.

È stato tra i curatori della mostra multimediale dedicata a Fabrizio De André da Palazzo Ducale a Genova, della mostra "Pino Daniele Alive" a Napoli, della mostra "Art Kane Visionary" a Modena e Napoli.
Ha esposto le sue foto al Rockheim in Norvegia, al festival di Ravello, alla Galleria nazionale dell’Umbria a Perugia, al Museo nazionale Rossini a Pesaro, alla Leica Galerie di Milano e all’Ambasciata italiana a Washington DC.

Tra i suoi libri illustrati The Beat Goes On (su e con Fernanda Pivano, 2004), Vasco! (2006), Fabrizio De André. Una goccia di splendore (2007), Fabrizio De André & PFM. Evaporati in una nuvola rock (con Franz Di Cioccio, 2008), Mia Martini. L’ultima occasione per vivere (con Menico Caroli, 2009), Gaber. L'illogica utopia (2010), Tom Waits (2013), Vinicio Capossela (2013), Pier Paolo Pasolini. Bestemmia (2015), The Kate Inside con le sue fotografie di Kate Bush (2016), Wall Of Sound (2018), Fabrizio De André. Sguardi randagi (2018).

Nel 2011 ha aperto ad Alba, dove risiede da diversi anni, una galleria fotografica (Wall Of Sound Gallery) e una casa editrice di cataloghi e volumi in tiratura limitata (Wall Of Sound Editions), entrambe interamente dedicate all’immaginario della musica.

Qui i libri in commercio di Harari: https://www.lafeltrinelli.it/libri/autori/guido-harari

www.guidoharari.com 
www.wallofsoundgallery.com

Gli altri sguardi randagi

 

Michael Aboya: Infinite

Una foto di grande ispirazione che entra in relazione con l'immaginario e la sensibilità dell'osservatore

Gideon Mendel: Drowning World

Una foto che ci apre lo sguardo su un mondo che sta annegando

Fotografia di Brent Stirton

Brent Stirton: Ndakasi

Una foto che vuole rendere omaggio all'amore per gli animali

Zanele Muholi - Qiniso, The Sails, Durban, 2019

Una foto che vuole sensibilizzare sulle "verità e realtà" delle persone LGBTQIA+ nere in Sud Africa

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