La vignetta del giorno

Le lacrime di Banksy

Non c'è niente da fare: per quanto uno si sforzi di attaccare il capitalismo col proprio lavoro, muovendo con la propria arte un j'accuse permanente al sistema, quello stesso sistema ingrana la marcia e sorpassa (generalmente a destra) ogni possibile critica, digerendola e facendone un gagliardetto inoffensivo da appuntarsi sul petto. 
Così può succedere ad esempio che Banksy, celebrato street artist dall'identità misteriosa, escogiti un meccanismo simile a quello adottato dai capi dei servizi segreti per comunicare coi propri agenti impegnati in missioni pericolosissime: quest'opera d'arte si autodistruggerà pochi secondi dopo che avete finito di guardarla. 
Un tritadocumenti nascosto nella cornice di un quadro che andrà all'asta e - voilà! - davanti agli occhi stupefatti di una platea di ricconi fino a quel momento piuttosto annoiati, la "ragazza col palloncino rosso" dipinta con una bomboletta spray dalla primula rossa di tutte le performance artistiche più sovversive si trasforma in una trafila di spaghetti alla chitarra.
Chissà se Banksy (alcuni sostengono che dietro il nom de plume si nasconda Robert "3D" Del Naja, anima del gruppo trip hop Massive Attack) era in sala, quel giorno, nascosto fra gli altri per azionare col telecomando il diabolico meccanismo. In quel caso, immaginiamo, il nostro si sarà goduto con un sorriso ben dissimulato il gran putiferio cui aveva dato luogo. 
Ma oggi Banksy piange lacrime amare: nemmeno riducendo a coriandoli la sua opera è riuscito a mettere in un angolo la megamacchina del mercato contro il quale si batte. 
"The girl with the red balloon" infatti è stata battuta ad un'asta per la cifra tutt'altro che scherzosa di ventidue milioni di dollari. E ora?
E ora non resta che consolare il povero Banksy. Magari offrendogli un palloncino rosso a forma di cuore. 

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