La favola del potere

Non ci ricordiamo il titolo, ma conosciamo una storia che ha tre protagonisti: un sarto, un re e il potere.
Incaricato di vestirlo, il sarto aveva disegnato tanti vestiti per il sovrano che ogni giorno sfilava in mezzo alla folla. “Guarda che bei vestiti ha il re!”.

Il re, però, non ringraziava mai l’artista, pretendendo ogni giorno un vestito più bello. Il sarto, stufo, decise di disegnare l’abito più bello di sempre.

“Sua Altezza, l’abito è realizzato con la più pregiata stoffa. Pensi che l’ho fatta arrivare da un paese lontano! Questa stoffa è talmente speciale che si mostra in tutta la sua bellezza solamente alle persone intelligenti.”, diceva mostrando l’aria, perché il vestito non esisteva. Il re, che non vedeva nulla, ma non voleva apparire stupido, indossò l’abito e si preparò alla sfilata di quel giorno.

Una volta uscito, il popolo iniziò a ridicolizzarlo. “Il re è nudo!”, gridavano tutti.

Lieto fine? Non proprio: il sarto fu espulso dal regno, non potendo portare con sé gli abiti realizzati. In compenso, però, il re perse ogni credibilità, autorevolezza e influenza sul popolo e sulla corte.

... e non è questa, in fondo, la fine che fanno tutti quelli che confondono potenza e prepotenza?