Quando mi sedetti su un missile
La base sorgeva in mezzo alla campagna a cinque ore di auto da Mosca. Un ascensore mi fece scendere nel bunker sotterraneo dove due ufficiali, dandosi il cambio ogni 24 ore, avevano il dito sul pulsante nucleare. C’era una brandina per farli riposare a turno. Un telefono per ricevere l’ordine.
Dal mattino del 6 agosto 1945 il mondo sa che una guerra nucleare è possibile. Chiunque è in grado di immaginare come verrebbe combattuta, e anche con quale verosimile esito.
Quando la marea si ritira, dalla sabbia affiorano cose interessanti, per chi sappia cercare. Enrico Franceschini ha dimostrato ampiamente di saper cercare, nella sua straordinaria carriera di giornalista, come corrispondente da New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e Londra: nell’indagine che quotidianamente conduce per noi in Bassa marea, ci racconta col suo tono inconfondibile fatti, persone e notizie che possono aiutarci a comprendere meglio quel che accade nel mondo. Cinque podcast, dal lunedì al venerdì, per capire che aria tira e respirare un’informazione libera.
A corredare il podcast, ogni giorno, il titolo di un libro per approfondire i temi trattati.
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