Il 25 novembre del 2016, moriva a L’Avana Fidel Castro, il Lider Maximo della Rivoluzione cubana, il rivoluzionario che liberò Cuba dal regime di Fulgencio Batista. Fu l’avvenimento latino-americano più rilevante di quegli anni che, nei tardi anni Cinquanta, portò al rovesciamento di Batista e all’ascesa al potere dello stesso Castro. La rivoluzione cubana si impose ben presto nella memoria collettiva come il mito intramontabile dei compañeros, della guerra di guerriglia, di Fidel e del Che, fin quando anche le aspettative che avevano infiammato i cuori dei revolucionarios si sono tramutate in sogni infranti e in aspettative tradite dalla radicalità del regime castrista.
A cinque anni dalla sua morte, molte sono ancora le prospettive con cui sia gli storici sia il pubblico guardano alla figura di Fidel Castro. Tiranno o Libertador? Senza dubbio, rimane uno dei leader più controversi del secolo scorso.
E soprattutto, quale indelebile impronta ha lasciato alla Cuba di oggi?
Un’eredità fatta di scontri, arresti, restrizioni all’uso dei social network e blocco di internet, locali presi d’assalto e feriti.
È quanto accaduto a Cuba nel luglio di quest’anno quando, per la prima volta dalla rivoluzione del 1959, migliaia di manifestanti sono scesi in strada per protestare contro le condizioni di vita precarie e la drammatica carenza di cibo e medicine, entrambe aggravate dalla pandemia.
Ma, nonostante le politiche economiche infauste e le degenerazioni di un consolidato gruppo dirigente che hanno segnato la vita di Cuba, il mito della rivoluzione cubana resiste all’usura del tempo come “fonte di ispirazione per tutti i popoli che aspirano alla libertà” – nel discorso pronunciato a Cuba da Nelson Mandela il 26 luglio del 1991– e per aver coinvolto ogni strato sociale della popolazione negli attacchi al regime e nella ribellione ai mali che affliggevano l’America latina: corruzione, censura, disuguaglianze economiche e sociali e ingerenze da parte dei nemici di sempre, gli Usa. Gli eventi di oggi somigliano a quelli del passato, ma a scendere in piazza a Cuba è una nuova generazione, quella che ha scoperto il web e che allo slogan castrista “Patria y muerte” risponde gridando “Patria y vida”, opponendosi agli anacronistici rigurgiti di un regime incapace di giustificare decenni di fallimenti e che risponde soffocando le proteste.
E tra le generazioni più giovani, un mito, in particolare, resiste al logorio del tempo e risuona come uno slancio di speranza e libertà: “Que viva el Che Guevara!”
Più di un’icona, la figura rivoluzionaria, guerrigliera e riformatrice di Ernesto Che Guevara è legata indissolubilmente alla rivoluzione cubana e ha influenzato non soltanto la sinistra latino-americana, ma anche i processi di emancipazione del Terzo Mondo e dell’Occidente.
Proponiamo ai lettori una selezione di titoli dedicati alla Rivoluzione cubana che ne ripercorrono i fatti salienti compresi tra il 1956 e il 1959: dalla narrativa alle ricerche teoriche sulla rivoluzione, ai libri che approfondiscono la vicenda umana e politica di Fidel Castro e Ernesto Che Guevara attraverso le biografie, le inchieste storiche e il loro stesso itinerario teorico su politica e rivoluzione.
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