75 anni, un Oscar e la stessa moglie da 40 anni (l’attrice Sinéad Cusack).
Jeremy Irons festeggia un compleanno importante in mezzo secolo di onorata carriera, tra fascino e magnetismo. L'attore britannico si è imposto nell’élite di Hollywood grazie a una serie di personaggi ambigui e seducenti: dall’algido Von Bulow che gli frutterà la statuetta più ambita, al professor Humbert nel remake di Lolita fino al vizioso Rodrigo Borgia nell’acclamata serie canadese.
Jeremy John Irons nasce a Cowes, sull'Isola di Wight, il 19 settembre 1948 da Paul Dugan Irons, un ragioniere inglese, e da Barbara Anne Sharpe, una casalinga di origini irlandesi. Cresce a Sant Helens vicino a Bembridge, con il fratello Christopher e la sorella Felicity Anne.
Trentasei anni sono moltissimi per un libro. Ma Lolita ha, come allora, un'abbagliante grandezza. Che respiro. Che forza romanzesca. Che potere verbale. Che scintillante alterigia. Che gioco sovrano.
Dopo il diploma nel 1965, alla Sherborne School nel Dorset, Irons prende in considerazione gli studi di veterinaria ma poi cambia idea.
Tenta di sfondare come batterista nella band Four Pillars of Wisdom svoltando, successivamente, nella recitazione. S’iscrive alla Old Vic Theatre School di Bristol sbarcando il lunario come assistente scenografo, giardiniere e cameriere.
Nel 1972, si traferisce a Londra dove si fa notare nel musical Godspell come Giovanni Battista.
Il debutto cinematografico nel 1980 nel ruolo di Mikhail Fokine, primo coreografo dei Ballets Russes, nel biopic Nijinsky per la regia di Herbert Ross.
L’anno seguente, interpreta la controparte maschile di Meryl Streep nellla Donna del tenente francese, il «film nel film» di Karel Reisz tratto dal romanzo di John Fowles. Il doppio ruolo di Charles Henry Smithson/Mike gli vale la prima nomination ai BAFTA come miglior attore. Diviso tra cinema, tv e teatro, Irons esordisce a Broadway con la Royal Shakespeare Company e, nel 1984, vince il Tony Award con La cosa reale di Tom Stoppard, accanto a Glenn Close.
Mike e Anna sono attori coinvolti in una movimentata relazione, che sulle scene sono Charles e Sarah, una coppia di amanti vittoriani. L'intrecciarsi dei sentimenti offre un'analisi della passione e del mistero che possono legare due persone e, altrettanto facilmente, separarle l'una dall'altra
Il successo arriva nella tonaca di Padre Gabriel, il gesuita suonatore di oboe in Mission (1986) di Roland Joffé. Per immedesimarsi nella celestiale melodia iconica di Ennio Morricone, Irons ha imparato a suonare lo strumento.
Nel 1988, si sdoppia per David Cronenberg nel ruolo dei gemelli monozigoti di Inseparabili. Il body horror cult che racconta la storia di Beverly e Elliot Mantle, affermati medici inghiottiti in un tunnel di dipendenza e perversione. Tratto da un articolo di Esquire, intitolato Dead Ringers, il film è ispirato a un episodio di cronaca avvenuto a New York nel 1975, quando gli stimati gemelli ginecologi Stewart e Cyril Marcus furono trovati senza vita nel loro appartamento di Manhattan, tra sporcizia e uno sconcertane stato di semi-abbandono, uccisi da un overdose di barbiturici. Per il duplice ruolo, Irons conferì ai fratelli due andature differenti: uno camminando con il peso sulle punte dei piedi e l'altro con il peso sui talloni.
Elliot e Beverley Mantle, gemelli, fanno i ginecologi. Alla clinica si presenta un'attrice, Claire, ninfomane dichiarata. La relazione fisica con Elliot è immediata e violenta. Alternandosi i due nel ruolo amatorio con Claire, fatalità vuole che il più fragile, Beverley, si innamori di lei (anche se la donna di nulla sembra accorgersi) tanto che il rapporto con il fratello entra in crisi.
La consacrazione arriva nel 1990 nella parte dell’enigmatico aristocratico Claus von Bülow, condannato per tentato uxoricidio della moglie ridotta in coma ma poi, sorprendentemente, assolto in appello grazie a un brillante avvocato difensore. Con Il mistero von Bulow, Jeremy conquista l'Oscar come migliore attore protagonista sbaragliando colleghi del calibro di Kevin Costner, Robert De Niro, Gérard Depardieu e Richard Harris. Irons incontrò il vero von Bülow tre anni dopo l'uscita del film, affermando:
Non mi ha detto niente che non sapessi già
I Novanta sono gli anni del perfido Scar del Re Leone, a cui presta la voce nella versione originale del classico Disney, dello psicopatico Simon Gruber nell’adrenalinico action Die Hard - Duri a morire e del tormentato professore Humber Humbert nel rifacimento di Lolita diretto da Adrian Lyne. Successivamente, lo ricordiamo nella mitra dello spregiudicato pontefice Alessandro VI ne I Borgia; la celebre produzione Showtime (2011-2013) creata da Neil Jordan. Dal 2016, presta il volto al maggiordomo Alfred Pennyworth nei cinecomic dei supereroi targati DC.
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