Sapore di sala

Isabelle Huppert, 70 anni, 100 film e un’infinità di premi

© MyMovies

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Una delle attrici più premiate della storia del cinema spegne 70 candeline. Si tratta della francese Isabelle Huppert, all’anagrafe Isabelle Anne Madeleine Huppert, che dal 1971, anno del suo debutto, continua a deliziare il pubblico che la ama e la segue.
In più di cinquant’anni di carriera non si è mai fermata collezionando traguardi e riconoscimenti più che doverosi.

Ma insieme al numero 70, in riferimento all’attrice parigina, nata il 16 marzo 1953, si può citare anche il numero 100 che corrisponde alle produzioni alle quali ha partecipato fino a ora e che ha comunque superato, tra cinema e televisione.

Una continua e costante voglia di mettersi in gioco hanno permesso alla neo settantenne di spaziare e dimostrare a chiunque di essere un’artista versatile in tutto e per tutto. Dalla sua innata classe al suo fascino ha conquistato davvero tutti.

Una carriera costellata di riconoscimenti, tra i quali il primissimo di cui lei stessa ha memoria è stato l’importante supporto datole dai genitori che l’hanno sostenuta da sempre, fin dalla frequentazione, da giovanissima, del conservatorio di Versailles e del Conservatoire d’Art Dramatique di Parigi.

I suoi inizi nel mondo dello spettacolo partono dal teatro, per la precisione con Le preziose ridicole di Molière, per poi approdare successivamente nel cinema (anche se c’è un’apparizione televisiva come debutto assoluto sullo schermo).

È I primi turbamenti di Nina Companeez il film di esordio nel cinema per Isabelle Huppert, allora nemmeno ventenne, che le apre le porte alla notorietà.

Sarebbe quasi impossibile elencare tutti i titoli ai quali ha preso parte, motivo per cui, per capire lo spessore dell’attrice, basti sapere che solo negli anni Settanta ha recitato in altri 17 film.
Tra questi merita una menzione speciale La merlettaia di Claude Goretta del 1976, che le ha permesso, con la sua performance, di ottenere la sua prima candidatura ai César come miglior protagonista, e, per lo stesso ruolo, di vincere sia un BAFTA che un David di Donatello.
Si tratta dei primi riconoscimenti di quella che sarebbe stata poi una lunghissima serie che conta, solo per dire un numero, ben 16 nomination ai César, i più prestigiosi premi francesi.

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Il percorso che la porta a farsi conoscere anche al di fuori della Francia è davvero breve. Visto il suo talento innato, i numerosi film ai quali prende parte e i riconoscimenti che le vengono conferiti, il nome di Isabelle Huppert comincia a circolare ben presto fuori dai confini nazionali.

Ancora giovanissima prende parte alla sua prima produzione americana, quel I cancelli del cielo di Michael Cimino del 1980 che, sul momento, non ottenne un grande successo, ma fu comunque un trampolino di lancio notevole per l’attrice. Non a caso, anche gli anni Ottanta, sono anni intensi dal punto di vista lavorativo per l’interprete che presta il suo volto e le sue poliedrici doti di attrice già affermata in oltre 20 titoli.

Viene diretta da nomi di spicco del cinema internazionale, sia per l’epoca che per il presente. Da Jean-Luc Godard con Si salvi chi può a Marco Ferreri con Storia di Piera. E poi ancora Colpo di spugna di Bertrand Tavernier e Un affare di donne di Claude Chabrol che le sono valsi entrambi due delle numerose nomination ai premi César.

Alterna la recitazione in francese, la sua lingua madre, a quella in inglese e comincia a lavorare su figure di donne ben precise, “specializzandosi” in qualche modo su determinati caratteri.

Altri anni importanti per la notorietà e soprattutto per la carriera della Huppert sono quelli tra il 1988 e il 1995 durante i quali recita in tre film di Claude Chabrol: il già citato Un affare di donne, ma anche Madame Bovary e Il buio nella mente.
Con il primo, oltre a ricevere la candidatura ai César, ha vinto la Coppa Volpi a Venezia, con l’ultimo ha fatto en plein: Coppa Volpi, Premio César e Premio Lumière.

Continuando, in ordine cronologico, anche gli anni Novanta e Duemila non sono stati da meno per una Isabella Huppert sempre più affermata.
Dal sodalizio con Benoît Jacquot, con il quale ha realizzato cinque film, alla vittoria al Festival di Cannes nel 2001 per La pianista (dopo aver già dato prova di meritare quella palma nel 1978 con Violette Nozière).
Passando per il leone d’oro alla carriera ricevuto nel 2005, l’orso d’oro alla carriera nel 2022 e, sempre per la carriera, il premio alla Festa del cinema di Roma del 2018.

E poi ancora numeri perché dal 2001 a oggi ha girato quasi 60 film ai quali si dedica anima e corpo come nei primissimi titoli.
E non ha intenzione di fermarsi.

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