Sapore di sala

Virna Lisi, la diva italiana che disse «no» a Hollywood

L’8 novembre, Virna Lisi avrebbe compiuto 85 anni. Interprete intensa e icona senza tempo, l’attrice ripudiò Hollywood per amore.

Virna Lisi, oggi, avrebbe compiuto 85 anni. Stella del cinema e regina della fiction, ci lasciò nel 2014. Icona senza tempo, fu diva e anti-diva di incantevole bellezza: «un privilegio che non meriti» disse una volta «Se sei bello, la vita è più facile». Per questo, l’attrice voleva imbruttirsi. Come nel ruolo di Caterina de' Medici ne La regina Margot che le valse nel 1994 il premio al Festival di Cannes, in Francia dove era corteggiatissima. Fu la prima interprete non francese ad aggiudicarselo. In Italia ha lavorato con Risi, Germi, Monicelli, Corbucci, Lattuada, Cavani e Comencini. È stata premiata con 6 Nastri d'argento e 4 David di Donatello, di cui uno conferitole alla carriera. Persino Hollywood, nella seconda metà dei Sessanta, si accorse di lei ma riuscì a trattenerla, appena, tre anni. Addirittura, Frank Sinatra le fece una corte spietata ma la diva era già innamorata di suo marito - l’architetto Franco Pesci - e per lui disse «no» alla Mecca del Cinema, troncando la sfolgorante carriera americana. Così, puntò tutto sul suo talento sbarazzandosi dell’immagine di «bionda pin-up» che lo star system le aveva cucito addosso.

Virna Lisi. Un'attrice per bene

Quello che più sorprende in Virna Lisi è la duttilità di un'attrice capace di affrontare con identica immedesimazione commedie e melodrammi, passando dal confronto con Jack Lemmon in "Come uccidere vostra moglie", al tenero ritratto di Milena, la giovane cassiera innamorata, alla Wilma Malinverni della Cicala di Alberto Lattuada, che va apparentemente contro la sua bellezza.

Nata ad Ancona, l’8 novembre 1936, Virna Pieralisi debutta a 17 anni recitando in commedie sentimentali dell’epoca - come Le diciottenni di Mario Mattoli - sotto lo pseudonimo di Virna Lisi. A 22, lo splendido sorriso conquista il pubblico di Carosello nello spot del dentifricio Chlorodont. «Con quella bocca può dire ciò che vuole», recitava il famoso slogan. Alla ricerca della «nuova» Marilyn Monroe, la Paramount ingaggiò l’attrice marchigiana che si traferì a Los Angeles e firmò un prestigioso contratto in esclusiva di sette anni con la Major. Merito di quell’iconico scatto sulla cover di Esquire che la ritraeva con schiuma da barba sul viso e un rasoio pronto a tagliare. Il suo primo film hollywoodiano fu nel 1965 nella commedia di successo, Come uccidere vostra moglie. Memorabile la scena in cui la Lisi sbuca all'improvviso dalla torta di una festa di addio al celibato, con indosso solo un bikini coperto di panna montata, davanti a un Jack Lemmon trafitto al cuore. La diva rivelerà che girare quella sequenza fu un dramma, perché la panna nel tempo che stava dentro la torta si squagliava e, dopo vari tentativi, furono costretti a rimpiazzarla con la schiuma da barba. Intervistato da Johnny Carson, Lemmon raccontò di quando si nascose dentro a un cassonetto della spazzatura per seminare il marito dell’attrice, infuriato per la scena in cui la Lisi giaceva sul letto nuda (ma coperta da un lenzuolo) cui aveva assistito, suo malgrado, dopo essersi presentato sul set per fare una sorpresa alla moglie. La Lisi apparve poi in Due assi nella manica e U-112 assalto al Queen Mary, rispettivamente, al fianco di Tony Curtis e Frank Sinatra. Nel 1969, fu diretta da Stanley Kramer ne Il segreto di Santa Vittoria con un cast internazionale composto da attori italiani e stranieri, tra i quali Anna Magnani e Anthony Quinn.

Sembra l'inizio di una sfavillante carriera ma lo star system hollywoodiano comincia a far storcere il naso all’attrice, relegata allo stereotipo della bionda, sexy e un po' svampita. Dopo aver rifiutato di diventare bond-girl in A 007, dalla Russia con amore, la Lisi respinse persino il ruolo della protagonista in Barbarella di Roger Vadim, la sexy eroina sci-fi che farà la fortuna di Jane Fonda. Riluttante all'idea di dover recitare per tutto il film in un succinto bikini tornò in patria rescindendo, così, il contratto milionario con la Paramount (pagando fior fiore di penale). Un contratto che prevedeva sette film (uno all’anno): ne girò tre, lavorando «gratis» in Italia per ripagare i quattro anni restanti. Ma la fuga da Hollywood è dovuta anche ad altro: alla difficoltà della lingua straniera e al contesto: «A dispetto di ciò che si pensi, Hollywood era un ambiente triste». La diva anti-Marilyn ebbe un solo rimpianto, aver rifiutato di recitare al fianco di Sean Connery.

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