Sapore di sala

20 anni senza Ferruccio Amendola

Voce immortale dei big di Hollywood, il nostro omaggio al grande doppiatore italiano a vent’anni dalla sua scomparsa. Un articolo di Francesca Pellegrini.

Vent’anni fa - il 3 settembre 2001 - il mondo del cinema diceva «addio» a Ferruccio Amendola. Voce dei big di Hollywood, ci lasciava all’età di 71 anni dopo una lunga malattia. Con il suo timbro vocale inconfondibile, ha consegnato all’immortalità i personaggi più iconici nella loro versione italiana, per un totale di 170 characters. Amendola è stata la voce indiscussa di Robert De Niro, Al Pacino, Sylvester Stallone e Dustin Hoffman. Memorabili anche i suoi doppiaggi per «Er Monnezza» Tomas Milian, Christopher «Doc» Lloyd nella trilogia di Ritorno al Futuro, il Tenente Colombo Peter Falk e il papà de I Robinson Bill Cosby. Romano d’adozione, Amendola nasceva il 22 luglio 1930 a Torino. Figlio di attori teatrali e nipote di un commediografo, esordisce come attore a 13 anni in Gian Burrasca di Sergio Tofano. In Roma città aperta di Rossellini debutta nel doppiaggio, prestando la voce al piccolo Vito Annicchiarico. La svolta arriva grazie a Dustin Hoffman, quando il regista John Schlesinger lo sceglie come voce del barbone italo-americano «Sozzo» (nella versione originale «Ratso») per Un uomo da marciapiede del 1969. Il nostro omaggio al re dei doppiatori (e padre dell’attore Claudio Amendola) con i suoi personaggi più iconici:

Dustin Hoffman

A partire dal 1968 si dedicò al doppiaggio, ma è con Hoffman che arrivò il grande salto. Da Un uomo da marciapiede - dove sarà il regista John Schlesinger a sceglierlo - a Tutti gli uomini del presidente fino a Hook - Capitan Uncino. Sarà la voce del papà single in fase di divorzio in Kramer contro Kramer ma anche quella del genio autistico in Rain Man, nei ruoli che sono valsi all’attore americano i due Oscar della sua carriera. Lo stesso Hoffman si congratulerà con la sua voce italiana: «Ottimo lavoro Ferruccio, ricordati solo che Dustin Hoffman sono io».

Robert De Niro

Il big di Hollywood più strettamente legato alla voce del nostro Amendola, grazie a battute diventate cult. Da quella allo specchio in Taxi Driver di Scorsese «Con chi stai parlando? Dici a me?» a «Sei solo chiacchiere e distintivo» pronunciata da Capone ne Gli intoccabili di De Palma. A Bob De Niro, appartiene il personaggio al quale più di tutti Amendola fu affezionato: il sassofonista Jimmy Doyle di New York, New York (1977). I due si sono conosciuti alla consegna dei Telegatti nel 1991. Amendola ha doppiato De Niro ininterrottamente, fino alla morte.

Tomas Milian

Er Monnezza, il trucido dei poliziotteschi nato da Dardano Sacchetti e Umberto Lenzi, diventò famoso in Italia proprio grazie ad Amendola. Fu scelto come voce ufficiale da Milian stesso.

Al Pacino

La voce ufficiale italiana è quella di Giancarlo Giannini. Tuttavia, Amendola doppiò Pacino nei film che lo proiettarono nel firmamento di Hollywood: da Michael Corleone nella trilogia de Il Padrino al mitologico Tony Montana di Scarface. Per il capolavoro di De Palma, pronuncerà una delle battute cult dette da un personaggio prima che qualcuno muoia: «Salutatemi il mio amico Sosa».

Sylvester Stallone

Altro attore, altra fisionomia. Tra le più celebri performance vocali di Amendola c’è quella di Sly. Come non citare Rambo o Rocky ma non quello del primo film, doppiato invece da Gigi Proietti. Al contrario di come è accaduto con De Niro, Pacino e Hoffman, Amendola non incontrerà mai Stallone.

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