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La tempesta imperfetta: sulle fake news con Luca Perri e Barbascura X

Nella serata del 20 novembre, sotto un cielo milanese clemente e un’edizione di Bookcity che si avviava alla conclusione, Barbascura X e Luca Perri hanno presentato il libro La tempesta imperfetta (De Agostini, 2022) al Planetario Hoepli di corso Venezia.

La tempesta imperfetta. Viaggio nella mente di chi crede alle fake news: noi

Cos'è l'infodemia? E la post-verità? Con toni divertenti ma appassionati e competenti, i due autori raccontano le cifre del nostro tempo: fake news, incredulità, complottismo. Chi ne è immune, alla fine? Forse nessuno, ma bisogna imparare a difendersi.

Un incontro con gli autori divertente e affascinante per una location unica nel cuore di Milano. Sì, perché tanta parte di questa presentazione l’ha fatta la cornice magica del planetario, con cui Luca Perri ha aperto la serata. Si entrava, infatti, in una sala insolita per un evento del genere, con tutte queste seggioline di legno sparse intorno a un oggetto che a tutta prima mi sembrava un cannocchiale (e che poi ho scoperto essere il trabiccolo da cui prende il nome la struttura, quindi il planetario). Poi, nella penombra, perché le luci erano basse, sono arrivati gli autori: saluti e applausi, poi ha cominciato Luca Perri. Ha chiesto chi non fosse mai stato al planetario (ho alzato la mano) e ha detto male, perché sarebbe stato costretto a farci vedere qualcosa di bellissimo, ora. E così è stato: luci spente, trabiccolo in funzione, e sopra di noi si è aperto un cielo incredibile, mai visto, e che mai si potrà vedere così nitidamente. Abbiamo cominciato così la presentazione, e come poteva andare meglio?

Poi si è venuti al vero motivo per cui eravamo lì, ovvero il libro, e così Luca Perri – meno Barbascura, che veniva tenuto in caldo per il finale – ha cominciato a raccontare di cos’è l’infodemia, cosa le fake news e la post-verità. I due autori hanno all’attivo già un documentario su tema, Infodemic: il virus siamo noi, ed è proprio da qui che nasce il libro, ovvero dal bisogno di andare oltre quell’ora e mezza di film, perché le cose da dire sono moltissime e complesse. Per esempio, cosa si intende con post-verità e perché questa è la sua epoca?

Nel 2016 il termine post-verità è stata eletta dall’Oxford English Dictionary parola dell’anno, ma circolava già da un po’, almeno dai primi anni ’90. La definizione è questa: «condizione secondo cui, in una discussione relativa a un fatto o una notizia, la verità viene considerata una questione di secondaria importanza rispetto a emozioni e disposizioni personali». Vale a dire, non si crede in una verità oggettiva – per una serie di ragioni più o meno valide – ma si preferisce ascoltare, romanticamente, il proprio cuore. E noi ci troviamo immersi nell’epoca in cui spadroneggia la post-verità.

Ciò è stato reso possibile per il radicarsi delle ragioni, che poi ragioni non sono, di cui sopra, che si chiamano bias in inglese e sono tradotti con pregiudizi. I bias sono degli atteggiamenti cognitivi, cioè come degli errori a livello del cervello, oppure dei meccanismi di difesa, che deviano la verità e la distorcono per renderla più comoda per noi. Per ridurla alla nostra zona comfort. L’esempio più classico e famoso – perché ci siamo sempre sentiti presi in giro e abbiamo sempre creduto di essere depositari di un segreto inenarrabile architettato da chissà chi – è quello degli sconti: se leggiamo o vediamo che qualcosa è scontato, automaticamente, per i nostri bias, diventa più appetibile. Oppure quando siamo dentro una riunione di lavoro e qualcosa non ci sta bene, ma sappiamo che il conflitto porterebbe quella riunione a durare un’eternità e preferiamo tacere, ecco, quello è un bias.

I pregiudizi ci tengono al sicuro, impediscono al cervello di sovraccaricarsi di ansia, informazioni e razionalità. Ma sono pericolosi, se non usati con cautela. Oggi, proprio perché siamo schiacciati tra una costante situazione di stress e un eccesso informativo, il nostro cervello tenta ogni modo per adagiarsi e rassicurarsi. Il problema è che da questa comfort zone nascono anche teorie folli e automatismi: da qui nascono, per esempio, i complotti. Siamo talmente assuefatti che una storia affascinante che si propugna come verità, anche se non verificata in nessun modo ma che ha in sé una coerenza narrativa, ci può convincere della sua bontà. La razionalità perciò si perde, perché faticosa, e vince la realtà più facile. Quella che ci dice che non siamo mai stati sulla luna, che la terra è piatta, che il covid è un’influenza eccetera eccetera.

 

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Conosci l'autore

Luca Perri è astrofisico e astronomo dell’Osservatorio di Merate, del Planetario di Milano e del Planetario di Lecco. Vincitore nazionale del talent scientifico Famelab (2015), è un appassionato divulgatore scientifico. Si occupa, infatti, di divulgazione su radio, televisioni, carta stampata, festival e social networks. Scrive e conduce rubriche all’interno di diversi programmi di Rai Cultura, per cui è anche autore e conduttore della trasmissione Nautilus. È inoltre autore e formatore per DeAgostini Scuola. Ha pubblicato per De Agostini Errori Galattici (2018) e Partenze a razzo. Tutto ciò che c'è da sapere prima di diventare un astronauta (2019).

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