Passato di letture

Prendendo le misure dell'Italia profonda

Illustrazione digitale di Francesca Quagliano, 2021, studentessa del Triennio in Fashion Design, NABA, Nuova Accademia di Belle Arti

Illustrazione digitale di Francesca Quagliano, 2021, studentessa del Triennio in Fashion Design, NABA, Nuova Accademia di Belle Arti

«Ritrovare l’Italia» è una collana edita dal Mulino, una collana per godere della quale i piedi sono importanti quanto la testa.
Quelle guide propongono un viaggio in cui siamo portati pazientemente per mano a capire luoghi (ma anche persone, paesaggi e costumi) che magari abbiamo visto molte volte ma che, in fondo, ci sono rimasti estranei. O, per certi aspetti, «muti».

Pianura sarebbe forse anche potuto uscire in quella serie, ma in quel caso non ci avremmo trovato le cose che Belpoliti ci fa vedere qui.
Perché se è vero che alla fine di questo libro ci viene voglia di andare a girare per i luoghi in cui Belpoliti ci fa “entrare” per davvero (non solo “mostrandoli”, ma collegandoli a esperienze, a vite, a storie), poi il problema di andare lungo la pianura non è quello di trovare una mèta o descrivere un tour. È, invece, quello di prendere le misure con l’Italia profonda, quella dei centri minori o delle città medie, con le persone che la abitano e ne esprimono il carattere e la storia.

Pianura
Pianura Di Marco Belpoliti;

Pochi luoghi come la Pianura Padana sono allo stesso tempo evidenti e misteriosi. Ma se ci fermiamo a osservarla meglio, se proviamo a capirla davvero, ecco che, come se d'improvviso salisse quella nebbia che spesso l'avvolge, la pianura diventa un'ipotesi, un oggetto misterioso, un teatro a cielo aperto di malinconie e fantasmi. Marco Belpoliti, che in quelle terre c'è nato, ha intrapreso un viaggio fisico e intellettuale attraverso la Pianura Padana: ne percorre le strade, ne racconta le città e i «paeselli», ma, soprattutto, ne evoca gli abitanti.

Leggere (ma anche andare per) Pianura significa prendere confidenza con Modena, con Reggio Emilia con i percorsi sul lungo fiume, ma soprattutto con il ”fuori città”, per esempio con le valli di Comacchio, nel regno delle anguille “un animale che sta nel fango” , una materia, il fango, da cui, come dice il poeta Andrea Zanzotto, germoglia la vita. “Un luogo di impasti”, scrive Belpoliti.

Nelle pagine di Belpoliti noi troviamo caratteri, più che una guida informata dei luoghi.
I caratteri di quella «bassa» che Federico Fellini ci ha restituito cinematograficamente con La voce della luna tratto da Il poema dei lunatici di Ermanno Cavazzoni; che in letteratura ci hanno dato, insieme a quelli di Cavazzoni, i libri di Gianni Celati (penso soprattutto a Verso la foce e Narratori delle pianure), ma che senza Luigi Ghirri non avremmo mai avuto la possibilità di percepire fotograficamente.

Un fermo immagine del paesaggio di pianura, ma anche delle tracce della presenza umana: di ciò che sta davanti all’obbiettivo del fotografo, ma anche di ciò che sta nella sua mente. Un percorso le cui prime tracce sono leggibili in un’intervista di Belpoliti a Ghirri uscita su “il Manifesto” nel marzo 1984 (si intitola Nel regno dell’analogo e chi voglia rileggerla la trova ora negli scritti di Ghirri raccolti in Niente di antico sotto il sole, Edizioni Quodlibet, pp. 283-289).

Chissà. Forse molte cose sono iniziate proprio lì, in quell’intervista.

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